breve di cronaca
Fra draghi e befane
Il Manifesto - 06-01-2003
An in difesa della «vera tradizione». Xenofobia contro l'innocuo «drago cinese»

ROMA
La «vera Befana» si confonde, sotto la pioggia, tra un servizio d'ordine completo di bomber e un poco tradizionale berretto rosso da Babbo Natale, pastori muniti di minacciosi bastoni e vistose bandiere di Alleanza nazionale. Paradossalmente, il corteo che ieri a Roma ha attraversato piazza Vittorio, si è rivelato l'esatto contrario di quanto promesso dagli agguerriti consiglieri municipali di An. Loro si fregiano di essere i paladini della tradizione, e poi trasformano la festa dell'Epifania in una vera e propria sfilata di partito, in cui la povera Befana fatica a stare dietro ai figuranti del presepe vivente del comune di Leonessa, con la madonna scortata da centurioni romani. A supervisionare, un po' di ragazzotti accorsi dal quartiere Garbatella, che insieme a qualche persona attempata costituscono i tre quarti del corteo. Insomma, un vero minestrone (indigesto) di ipocrisia e fasulla tradizione: e non può esser diversamente per chi tenta maldestramente di cristallizzare la «cultura» in una parata di luoghi comuni. C'è il bue e c'è l'asinello, ci sono gli angioletti, ma c'è anche Babbo Natale, ci sono i re magi e in mezzo la Befana. Di fronte c'è lo striscione: «Rispettiamo le tradizioni degli altri, ma difendiamo le nostre». Intorno, a guardare, la gente che chiede: «Ma che succede?».

Il tentativo di fare di piazza Vittorio l'ennesimo teatro di scontro razziale si è infranto contro la buona tenuta di un'iniziativa ragionata e ben organizzata. A poco sono serviti gli schiamazzi di Alleanza nazionale, impegnata nelle ultime settimane a tappezzare il quartiere più multietnico di Roma di manifesti che univano la difesa della Befana alla lotta contro la «Chinatown romana». Tutto era partito dalla decisione del Comune di Roma di organizzare in piazza Vittorio una festa per i bambini, crecando di sfruttare la chiave della multietnicità in un rione che quotidianamente si scontra con i problemi dell'integrazione. La festa è durata per un intero mese, ed è stata un po' per tutti: tantissime le bancarelle sotto i portici allestite grazie all'autotassazione dei negozianti, sia stranieri che italiani.

Troppo bello per non avere la tentazione di rovinare la festa; e soprattutto troppo pericolosa un'iniziativa che ha portato il dialogo nel quartiere. Così, a costo di coprirsi di ridicolo, i consiglieri di An hanno deciso di attaccarsi... al drago cinese. Ieri, infatti, avrebbe dovuto far mostra di sé, in una sfilata lungo tutta la piazza, un bel drago cinese contornato di befane. Ma non il drago vero, quello della tradizione orientale, bensì un trenino fatto di cartoni riciclati e colorato in queste settimane dai bambini. Ma il fatto di esser detto «cinese» ha indotto i consiglieri di An in uno spettacolare scivolone semantico. Cinese, quindi straniero, quindi estraneo alla tradizione. An lancia la sua sfida: porteremo in piazza la vera Befana. Risultato: i bambini hanno potuto sfilare per cento metri,scortati dai poliziotti. Poi, tutti dentro ai giardini della piazza, per evitare l'incontro con la «vera Befana» e An.

«Una manifestazione che non è certo contro gli extracomunitari - spiega con un ineffabile sorriso il giovane consigliere nazionalalleato Mollicone, artefice dell'iniziativa e per l'occasione addobbato come il babbo natale della Coca-cola - non siamo razzisti come insiste a dire una certa sinistra che ragiona ancora con gli schemi degli anni `70». Loro invece, che ragionano con gli schemi del Ventennio, insistono nel sottolineare «il grottesco errore della giunta di centrosinistra» che, come spiega l'altro nazionalalleato Marsilio, «non rispetta la Befana, nel suo essere simbolo tradizionale e cattolico». Cattolico? La confusione regna sovrana, mentre tutta An si rallegra «per il successo dell'iniziativa». Gli unici ad avere le idee chiare sono i bambini, che non si filano per nulla il presepe vivente accopagnato da un'atona voce registrata che racconta l'arrivo dei re magi, e affollano invece le giostre all'interno dei giardini dove italiani e stranieri si scambiano i giocattoli usati.

CINZIA GUBBINI



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