breve di cronaca
Disabili: i danni di autonomia selvaggia
Vita non profit magazine - 02-10-2001
Alunni disabili, anche in condizioni gravi, stipati in classi da ventincinque, trenta allievi. Presidi che disattendono normative in vigore da anni, e li “parcheggiano” senza adeguata assistenza in aule sovraffollate. Collaboratori scolastici che rifiutano di dare aiuto agli alunni con handicap. Sono queste le segnalazioni che arrivano dalle scuole italiane alla Fish, Federazione italiana per il superamento dell'handicap, un coordinamento che raduna 26 associazioni. E che ha deciso di divulgare una situazione che all'inizio dell'anno scolastico si è già fatta insostenibile.
«Le famiglie aderenti alla nostra federazione ci segnalano soprattutto due gravissime violazioni della legge», accusa il presidente della Fish, Pietro Vittorio Barbieri. «Quella relativa al numero massimo di alunni per classe, e quella che riguarda l'assistenza agli studenti disabili». Molti presidi ignorano infatti che un decreto ministeriale del 1999 (numero 142) stabilisce che le classi frequentate da alunni con handicap non possono avere più di venti alunni, e di conseguenza formano classi anche con più di 25 studenti in cui sono presenti addirittura due studenti con handicap grave. Non basta. Altri dirigenti scolastici si arrendono ai rifiuti dei collaboratori scolastici (gli ex bidelli) di fornire assistenza materiale e igienica ai ragazzi con handicap, mentre un'altra normativa li obbliga a svolgere anche queste mansioni.
«Molte famiglie minacciano campagne di stampa, ricorsi e denunce per omissione di atti d'ufficio», afferma Barbieri. «Per evitare questo, ma soprattutto per venire incontro alle richieste degli alunni, chiediamo al ministro Letizia Moratti di intervenire urgentemente affinché l'autonomia scolastica non si tramuti in mancato rispetto della legge».

  discussione chiusa  condividi pdf