Italia terra di santi poeti e navigatori
Laura Alberico - 10-07-2021

Ad inizio pandemia la scritta che appariva un po' dovunque era " andrà tutto bene". Così non è stato e il lungo periodo di restrizioni e limitazioni della libertà sono diventati pane quotidiano di cui  sfamare il popolo. Il fervore  dell'italianità e' diventato un fiume sotterraneo nel quale convogliare desideri, speranze, progetti di ripartenza per un nuovo futuro. Forse siamo diventati un po' tutti " santi" guardando con coraggio e accettazione al presente, un passaggio obbligato e necessario per vincere la guerra contro l'invisibile e sempre più temuto virus. Forse da questo nodo gordiano siamo usciti e sopravvissuti, complici inconsapevoli di leggi e decreti che hanno colorato in modo camaleontico il colore del territorio nazionale concedendo spiccioli di libertà e di respiro. La "protezione" tuttavia incombe ancora  sulla nostra quotidianità, le parole di questo tempo viaggiano ancora sulla precarietà e insicurezza di strumenti e indagini che la scienza e il suo apparato non riescono ancora a definire e a controllare. L'isolamento sociale ha regalato a tutti  uno spazio di riflessione personale, cosa che non sempre è facile considerando i ritmi frenetici di vita che normalmente diventano ingranaggi di un moto perpetuo. Siamo diventati a tutti gli effetti navigatori su una rotta insidiosa, attratti a volte dal canto di sirene ammaliatrici, scorgendo nella nebbia  qualche faro necessario per riprendere una navigazione più sicura. E siamo ancora qui a risvegliare quell'istinto mai sopito di italianità, tifando la partita della nazionale o ricordando la gioiosa e solare Raffaella che con le sue canzoni e il suo sorriso ha insegnato a tutti che non è mai troppo tardi per giocare, divertirsi e guardare con serenità, ottimismo e speranza al futuro.


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