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IL CRISTIANESIMO
IL CRISTIANESIMO

Che cosa racchiude il termine Cristianesimo?
[ risposta ]
Con il termine Cristianesimo si definisce l’insieme delle comunità e delle chiese che fanno riferimento alla dottrina religiosa predicata da Gesù Cristo e dai suoi apostoli e che da loro è stata tramandata nel Nuovo Testamento.
Nel Nuovo Testamento Gesù è il Messia e viene indicato come il Cristo ( l’Unto) “ Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivo”.
Fu alla fine del I secolo che cominciò a prevalere la differenza tra la fede in Cristo, e quindi anche la denominazione Cristianesimo, dagli ebrei ( in pratica fino ad allora i seguaci di Cristo consideravano la loro fede come il coronamento della religione ebraica).
Uno degli elementi di novità del Cristianesimo è l’avvicinamento tra Dio e uomo, infatti, in Cristo è presente sia la natura umana sia la natura divina.
La nuova religione indica poi, sul piano dei valori fondamentali, la fraternità tra gli uomini fino al sacrificio della vita per il prossimo.
Importanza centrale assunse la scelta dei cristiani di organizzarsi in Chiesa. Grazie a questa scelta l’istituzione ha dimostrato di riuscire ad incidere nella società adattandosi al mutamento delle circostanze sociali e politiche.
Il Cristianesimo è comunque la religione più diffusa nel mondo, con oltre un miliardo e 700 milioni di aderenti alle sue diverse confessioni.
Quale fu l’ espansione del Cristianesimo tra il periodo imperiale e il medioevo?
[ risposta ]
Il Cristianesimo si diffuse con grande rapidità in tutti gli strati sociali, nonostante la repressione e la messa al bando decisa dagli imperatori romani. Ma il fenomeno era inarrestabile e ben presto si trasformò in religione di massa, fino a conseguire con l’imperatore Costantino, nel 313, il diritto alla tolleranza.
L'editto di Teodosio “De fide cattolica”, nel 380, fece del Cristianesimo la religione di Stato. Da allora iniziò la sua espansione via via fino al VII secolo in tutto il mondo allora conosciuto. Ad un certo punto le chiese cristiane assunsero anche funzioni di supplenza di fronte alle sempre più marcate carenze dell’ impero.
La religione cristiana, riuscendo a convertire le popolazioni barbare che penetravano nell’impero romano, diventò un elemento peculiare della civiltà occidentale nel medioevo.
In sintesi, il Cristianesimo fra il IV e il V secolo era la religione dominante in Europa e in tutto il mondo mediterraneo: dall'Irlanda all'Etiopia. Praticamente per tutto il primo millennio conobbe una rapida diffusione: gli eserciti di Roma e di Costantinopoli la impiantarono nei nuovi territori conquistati; personaggi carismatici come sant'Agostino di Canterbury, san Colombano, san Bonifacio e i santi Cirillo e Metodio si spinsero in luoghi sconosciuti per portarvi il messaggio cristiano.
In tutto questo la Chiesa aveva ottenuto indubbi privilegi, diventando effettivamente anche una forza politica, e questo fece sì che in molti fedeli spuntasse il desiderio di un ritorno alla purezza della vita religiosa delle origini; questa propensione assunse indubbiamente un ruolo di rilievo nella diffusione della pratica del ”monachesimo”. E proprio i monaci saranno in Europa i principali protagonisti dell'evangelizzazione di numerosi popoli celtici e germanici e notevole sarà anche la loro attività di trasmissione della cultura antica. Anche da parte degli aderenti all’ordine dei Benedettini ci fu una vasta campagna per portare la parola di Gesù Cristo in Europa.
In tutto il periodo medioevale si ebbe un legame strettissimo tra il potere politico e le autorità ecclesiastiche, l’assetto sociale nel medioevo era fondato essenzialmente sui principi del cristianesimo.
Il papato che era il centro della cristianità, ebbe allo stesso modo, in quel periodo, una posizione di guida compiendo una vasta azione sia religiosa che civile.
Nel 1054, però, la profonda differenza dei percorsi storici determinò la separazione tra il cristianesimo orientale e il cristianesimo occidentale con lo Scisma d’Oriente.
Quando finì l’unità cristiana?
[ risposta ]
I sintomi si avvertivano già nel medioevo. La grande espansione romano-cristiana in tutta l’area dell’Europa occidentale determinò molti incontri tra popoli e culture, ma anche scontri e resistenze, specie in quei posti dove venivano in contatto il mondo latino, quello arabo e quello bizantino.
Attraverso le Crociate i cristiani occidentali si impegnarono nella riconquista dei luoghi santi caduti nelle mani dell’Islam. Questo però ebbe come conseguenza di imprimere un carattere militare alla religione.
Sul fronte interno intanto il cristianesimo attuò una strategia di lotta e di repressione del dissenso religioso, contro molti movimenti ereticali che si svilupparono nel XII e nel XIII secolo.
La spallata all’unità politico-spirituale dell’Europa fu data dalla Riforma protestante nel XVI secolo che determinò una frattura radicale e lacerò per sempre quella che una volta veniva definita la repubblica cristiana.
Con Lutero e con la risposta della chiesa con la Controriforma, tra le chiese riformate ( luterana, anglicana, calvinista) e la chiesa di Roma si aprirono scenari di intolleranza destinati a protrarsi nel tempo.
La Riforma e la Controriforma: che cosa decise il concilio di Trento?
[ risposta ]
La Chiesa occidentale aveva conosciuto, in diverse occasioni, movimenti che si proponevano una riforma morale dell'istituzione ecclesiastica ma nulla lasciava presagire l'esplodere della “Riforma” che portò, nel XVI secolo, alla nascita delle Chiese protestanti separate dalla sede romana: la scomunica del papa Leone X al monaco Martin Lutero convinse quest'ultimo a costituire una comunità religiosa autonoma, che si diffuse in Germania grazie al sostegno dei prìncipi locali.
La necessità di limitare la diffusione del protestantesimo spinse la gerarchia cattolica a impegnarsi, con i lavori del concilio di Trento, nell'elaborazione di un piano di riorganizzazione dottrinale, liturgica e pastorale, che costituirà il motivo ispiratore dell'azione del cattolicesimo. Si tratta della “Controriforma” che nell’attuazione dei principi fu coadiuvata dall'attività del nuovo ordine religioso dei gesuiti.
In Inghilterra la controversia che oppose il re Enrico VIII al papato, costituì il momento culminante della vicenda dei rapporti fra potere ecclesiastico e potere politico, ed ebbe come conseguenza la nascita dell'anglicanesimo, con una Chiesa che rimaneva idealmente cattolica nella sua visione teologica, pur nel distacco dalla comunione con il papa e nell'assorbimento, via via sempre più marcato, di alcuni elementi tipici del protestantesimo. Le istanze di rinnovamento, emersero ben presto anche all'interno della Chiesa di Inghilterra e trovarono espressione nel fenomeno del puritanesimo, i cui ideali di rigore etico ebbero in seguito numerosi sostenitori soprattutto in America.
Il Concilio di Trento (1545-1563) sancì che la difesa dell’integrità dottrinale venisse affidata alla Chiesa Cattolica in contrapposizione alle religioni riformate che furono espulse e considerate eretiche.
Dalla promulgazione della Professione Tridentina di fede nel 1564, il cattolicesimo e la Chiesa apostolica romana diventano inscindibili.
Il concilio di Trento svolse una funzione epocale nella configurazione confessionale e istituzionale del cattolicesimo. In effetti ne codificò i tratti essenziali che furono questi: la separazione tra clero e fedeli; la gerarchia ecclesiastica come autorità che attesta l’ortodossia e la direzione delle coscienze; il culto dei santi e della Vergine Maria; la superiorità del Papa rispetto ai concili ecumenici; la liturgia incentrata sulla Messa; la teologia dei sette sacramenti.
Quante e quali sono le varie confessioni che si richiamano al Cristianesimo?
[ risposta ]
Il numero delle chiese, comunità e gruppi che si richiamano direttamente alla dottrina Cristiana è quindici. In ordine alfabetico sono:
Anglicani, Avventisti, Battisti, Calvinisti, Cattolici, Chiesa armena, Luterani, Kimbanguisti ( è la principale Chiesa cristiana sorta in Africa nel XX secolo), Metodisti, Mormoni, Ortodossi, Pentecostali, Quaccheri, Testimoni di Geova, Valdesi.

Quali sono le caratteristiche del cattolicesimo?
[ risposta ]
Il cattolicesimo è la più antica forma di cristianesimo e si incardina nella confessione della Chiesa cristiana apostolica romana.
Il nucleo è identificato nella centralità della parola di Cristo e nella tradizione teologica rappresentata dagli apostoli, dai padri della Chiesa, dalle deliberazioni del Concilio e del Pontefice, che formano il sistema posto a garanzia dell’interpretazione uniforme delle Sacre Scritture.
La Chiesa Cattolica è depositaria dell’autorità ministeriale attribuita da Cristo agli apostoli. Essa assegna ai vescovi il ruolo di successori degli apostoli e conferisce il primato al vescovo di Roma, il Papa, successore dell’apostolo Pietro.
Che cosa sono e quali sono i dogmi?
[ risposta ]
Nella fede cattolica, un dogma è una verità proposta come obbligatoria alla fede universale ed è una proposizione di principio tenuta per verità incontrastabile.
Nella Chiesa romana tre dogmi si colgono su tutti:
Il dogma dell’Immacolata concezione, dell’assunzione e dell’infallibilità papale.
Il dogma dell’Immacolata concezione di Maria fu proclamato nel 1854 e quello della sua Assunzione in cielo nel 1950. Tali dogmi caratterizzano in modo forte e chiaro il culto di Maria che differenzia il cattolicesimo dalle altre religioni cristiane. Associato al culto di Maria c’è il culto dei santi.
Il dogma dell’infallibilità papale quando parla ex cathedra, cioè in forma solenne in materia di fede e di morale, fu decretato nel 1870. Questo dogma è il naturale esito del processo di gerarchizzazione e centralizzazione della chiesa di Roma a partire dal XVI secolo.
Il papa, i cardinali, la curia hanno assunto una posizione di prestigio nella direzione generale della Chiesa e la figura del Sommo Pontefice è diventata un fattore di netta differenziazione rispetto agli altri cristiani.
Quali sono gli orientamenti attuali del cattolicesimo?
[ risposta ]
Non potendo essere esaurienti per la vastità degli argomenti, abbiamo scelto di rappresentare in estrema sintesi alcune delle tematiche che sono state fino a pochi anni fa, o che sono ancora, al centro dell’attenzione del mondo religioso che fa riferimento al cattolicesimo.
1. Il problema delle contraccezione. Motivo di tensione dialettica fra le diverse tendenze del cattolicesimo ha rappresentato il problema dei metodi di contraccezione; molti settori della Chiesa hanno espresso le proprie riserve nei confronti dell'enciclica Humanae Vitae, con la quale papa Paolo VI si pronunciava contro ogni forma di contraccezione artificiale, ponendo i presupposti dell'atteggiamento attuale della gerarchia che alla condanna dell'aborto e della sua legalizzazione, continua ad associare l'opposizione assoluta alle pratiche contraccettive, formalmente vietate ai fedeli. Ulteriore motivo di discussione costituisce il problema del celibato ecclesiastico, a cui si è recentemente affiancata la questione del sacerdozio femminile.

2. Il papa Giovanni Paolo II. A partire dalla metà degli anni Novanta, il pontefice ha compiuto visite pastorali in numerosi paesi, alcune delle quali, come quelle nella natia Polonia e in altri paesi dell'Europa orientale, o quella a Cuba all'inizio del 1998, hanno avuto una forte valenza politica sul piano interno e internazionale.
In particolare, Giovanni Paolo II ha ribadito il valore del celibato sacerdotale e si è schierato contro il sacerdozio femminile, pur riconoscendo alla donna un ruolo preponderante nella Chiesa contemporanea. Il suo libro Varcare la soglia della speranza (1994) articola e ribadisce numerose posizioni che hanno caratterizzato il suo papato.
Ha anche fatto i primi passi in direzione dell'ecumenismo che si sono rivolti in particolare alle Chiese ortodosse e all'anglicanesimo piuttosto che al protestantesimo; le sue visite in Palestina hanno anche sancito l'avvio di un dialogo interconfessionale non circoscritto solo ai cristiani, ma, cancellando il secolare pregiudizio negativo della Chiesa cattolica nei confronti degli ebrei, rivolto anche al popolo cui appartenne la figura storica di Cristo.

3. La teologia della liberazione. Nata in America Latina nella seconda metà del 1900, si poneva come obiettivo quello di far maturare una coscienza cristiana critica. Non è riuscita a raggiunge tale obiettivo, sia perché troppo ‘intellettuale’ agli occhi di popoli che privilegiano il sentimento, sia perché troppo esigente chiedendo pratiche di dedizione radicale.
La Teologia della liberazione così come è stata elaborata non proseguirà. L’istanza dalla quale è nata non è però superata.
Ma ecco la spiegazione di che cosa è, nelle parole di Leonhardo Boff, teologo cattolico brasiliano, uno dei maggiori esponenti della teologia della liberazione:

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