L'Alternanza Scuola-Lavoro è una opportunità, ma non bisogna esagerare...
Giocondo Talamonti - 28-10-2016
I giovani devono conoscere il mondo del lavoro attraverso le esperienze condotte in azienda e con la partecipazione effettiva alla vita produttiva onde poter familiarizzare con quei processi operativi tesi agli obiettivi imprenditoriali e alla cultura dell'impresa e della tecnica.

Ora con le novità legislative introdotte dalla legge 107/2015 sulla "buona scuola" e dal Jobs Act, l'alternanza scuola -lavoro è diventata obbligatoria in tutti i percorsi di formazione secondaria. Un sistema nato per far incontrare il sapere e il saper fare.
La scuola, in tal senso, deve consentire a tutti l'acquisizione dei saperi e fornire quelle abilità e competenze che permettono di saper fare, nesso imprescindibile fra il conoscere e l'agire.
L'interazione tra i due mondi consentirà di saper essere cioè risolvere i problemi vari e nuovi che la quotidianità presenta.
Da qui la necessità di equilibrare bene le ore dedicate ai contenuti della conoscenza, e quelle dedicate alla pratica perché uno sbilanciamento in uno o nell'altro senso può incidere sui comportamenti lavorativi e professionali futuri.
La formazione non può confondersi con l'addestramento, specificità dei centri all'uopo preposti.
L'acquisizione delle competenze non va scissa dalle modalità relazionali che permettono di strutturare una mentalità di condivisione ed in particolare di lavorare in rete con tutti i soggetti del territorio.
Il tutto conduce al saper divenire cioè intravedere quelli che saranno i futuri bisogni della società, i cambiamenti che il mercato impone e le modifiche che accelerano i processi produttivi con l'avvento delle nuove tecnologie.
Inserire i giovani in ambiente lavorativo prima di completare il percorso di studi è una prassi consolidata in tutta Europa. L'Italia si sta adeguando a questa svolta culturale. Sono numerose le imprese che si sono attivate in questa direzione progettando insieme alle scuole percorsi formativi di Alternanza Scuola-Lavoro. In questo modo è possibile diffondere la cultura di impresa e stimoli all'auto-imprenditorialità.

Il nuovo sistema scolastico che punta sulla qualità con l'inserimento dell'Alternanza Scuola-Lavoro è una possibilità che va opportunamente colta per l'acquisizione del sapere, del saper fare, del saper essere, del saper divenire.
Avvicinare il mondo della scuola al mercato del lavoro è la via più veloce e più ovvia per risolvere il problema della disoccupazione giovanile purché si proceda con percorsi formativi fortemente orientatati alla "co-progettazione" delle imprese con la scuola. Una co-progettazione strutturata nelle seguenti linee:

1. programmazione territoriale: analisi dei fabbisogni, collaborazione tra soggetti formativi e imprese, convenzioni, ruoli e responsabilità dei diversi soggetti;

2. centralità dell'orientamento, personalizzazione dei percorsi, organizzazione flessibile della didattica, integrazione dei percorsi;

3. valutazione e certificazione delle competenze acquisite.

Molte sono le cose da fare anche sulla scorta di quanto monitorato su un campione (costituito da 205 scuole in 87 province) in merito all'applicazione attuale dell'Alternanza Scuola- Lavoro:
a) un ragazzo su 4 ha vissuto un'esperienza dequalificata,
b) il 10% ha partecipato solo ad attività propedeutiche (per esempio nei licei),
c) il 14% ha vissuto le esperienze dì lavoro, senza preparazione teorica,
d) l'80% delle esperienze è stata fatta nel periodo estivo (pertanto non coincidente con il tempo scolastico).

Non bisogna però scoraggiarsi perché dalla formazione e dall'innovazione (motore di ogni impresa) deriva la capacità di affrontare le sfide del mondo del lavoro, e quindi dell'occupazione.
Ing. Giocondo Talamonti
Dirigente Scolastico in quiescenza

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