Le origini dell'egemonia della TV commerciale e il suo declino all'epoca dei social media
Federico Repetto - 03-05-2016
Il libro che vorrei far conoscere è frutto di una lunga ricerca su scuola, tv e social media in Italia svolta da pensionato con un dottorato presso l'università di Grenoble.

Cultura pubblicitaria e berlusconismo

Il testo di Repetto ci invita ad una profonda riflessione sulla nostra storia recente e sulle sue ricadute nel presente e nel futuro, lasciandoci con tutta una serie di istanze e di interrogativi, che prima o poi sarà necessario raccogliere:
- La neotelevisione ha saputo ascoltare e dare voce a gruppi e cate- gorie che prima la "cultura ufficiale" aveva snobbato e messo da parte, dimostrando di saper cogliere non solo le voci della propria "tribù" ma anche quelle delle altre. Questo ha avuto un peso rilevante nello spostamento degli equilibri politici negli anni novanta. Perché altre offerte culturali e politiche non hanno saputo fare altrettanto?
- L'immediatezza del messaggio televisivo ha tolto valore al sapere mediato trasmesso dagli insegnanti. Perché gli insegnanti (nel loro ruolo di "intellettuali di base", come definiti da Repetto) non si sono resi conto della trasformazione in atto e non hanno assunto un ruolo educativo attivo teso a favorire una fruizione mediale critica verso i processi in atto?
I media giocano un ruolo chiave nella costruzione di visioni del mondo e di opinioni sui grandi temi sociali, culturali, politici. Una Tv che educa da sola alla sua fruizione rischia sempre di produrre egemonia culturale (e questo vale anche per altri media). A quando l'introduzione nei curricoli scolastici di un'educazione seria e sistematica ai media?
- Con l'invecchiamento della neotelevisione, la tv mediata dal web e in particolare dai social media cambia pelle e perde il suo potere di palinsesto, ma non muore. Qual è la sua eredità? E come agisce la pubblicità nel contesto del web?
- Pochi intellettuali hanno saputo cogliere per tempo le trasformazioni in atto e molti si sono limitati a commentarle quando i pro- cessi erano già compiuti. Perché sono così pochi gli intellettuali che "tracciano la strada" e sono così tanti quelli che si limitano a commentare le strade tracciate da altri, che magari intellettuali non sono?
Dalla prefazione di Roberto Trinchero


Questo saggio è un tentativo di ricostruire la genesi della neotelevisione (la televisione multicanale a colori che trasmette 24 su 24, paga- ta in tutto, o in buona parte - nel caso della Rai - dalla pubblicità) e il suo ruolo nella formazione dei bambini e dei ragazzi come futuri cittadini, nella convinzione che, in seguito al suo sviluppo, negli anni ottanta si sia delineata una nuova configurazione relativamente stabile della cultura italiana, distinta da quella precedente degli anni sessanta-settanta. È da qui che sarà possibile alla fine della ricerca porsi degli interrogativi anche sul nostro prossimo futuro, nel momento in cui la nostra cultura conosce nuove importanti trasformazioni.
Questa ricerca non pretende di essere libera da giudizi di valore: nessuna ricerca storica a mio avviso lo è. Sono i valori che determina- no le domande che lo storico pone ai fatti irriducibilmente molteplici e multidimensionali della storia. In questo caso le domande riguardava- no il livello di realizzazione, nelle condizioni determinate dallo svilup- po dei nuovi media, di alcuni fondamentali valori contenuti nella pri- ma parte della nostra Costituzione, e in particolare dell'impegno della Repubblica a promuovere eguali possibilità di partecipazione alla vita pubblica per tutti i cittadini.
Dall'introduzione

Altre informazioni in:

http://www.nuvole.it

http://www.sinistrainrete.info

https://www.youtube.com/watch?v=7BzM2X6T-8I

https://www.youtube.com/watch?v=88DG_UwXgog
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