No ai quiz INVALSI
Lucio Garofalo - 03-05-2016
Puntuale come Sanremo, ogni anno, nel mese di maggio, ritorna pure il dottor INVALSI. Ma a che serve, visto che la situazione non è affatto migliorata, anzi peggiora ulteriormente ogni anno che passa? In questo caso, il malato sarebbe la scuola italiana, ma i medici (ovvero il dottor INVALSI, che poi sarebbe il MIUR) non sono assolutamente in condizione di formulare la diagnosi esatta e tantomeno di suggerire la terapia più efficace per debellare il virus. Mi sorge spontaneo il dubbio che il virus possa appartenere al ceppo dello stesso INVALSI. In sostanza, il virus del morbo potrebbe addirittura essere (paradossalmente) il medico che dovrebbe debellarlo. I test INVALSI sono inadeguati ai tempi, se non altro perché oggi non basta monitorare e valutare (in termini statistici) gli standard generali di apprendimento degli alunni e la qualità delle scuole, ma servirebbe anche saper accertare se i discenti, oltre a studiare ed imparare la grammatica italiana e la matematica, sono educati ai valori della cittadinanza attiva. E per verificare simili aspetti formativi, i quiz INVALSI servono a ben poco, per cui andrebbero superati.

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 Giovanni Tilocca    - 08-05-2016
I dati di INVALSI di molteplici scuole sono pericolosi perché a volerli analizzate si arriva ad una sola conclusione. E cioè che la politica dell'incremento dell'offerta formativa tout court, la lotta all'accaparramento della "clientela", la concorrenza fratricida fra scuole, nonché l'idea di scuola che si è fatta strada in viale Trastevere in questi 20 anni, con riformucole da due soldi, è fallimentare. A ciò si aggiunga il disastroso impatto dei dirigenti dal 2009. Gran parte delle scuole italiane sono luoghi dove,in clima burocratico, spesso dispotico e fascista, con insegnanti al minimo della motivazione e al massimo della frustrazione per le evidenze del declino irreversibile, si opera in funzione della macelleria sociale prossima ventura.