Napoli e il suo Pinocchio, l'Italia e il suo pagliaccio
Claudia Pepe - 07-04-2016
"L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo. Prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è ora il fascismo".
Pier Paolo Pasolini


Questo lo diceva Pasolini e mai come oggi è diventata la realtà di questo paese. Un paese che incomincia a ribellarsi ad un regime nascosto dai bonus da 80 euro elargiti sempre prima di una sfida elettorale. Un Paese in cui la questione morale non è più di moda perché non fa comodo a nessuno. Quella questione morale che Berlinguer aveva diagnosticato molti anni fa e che nessuno per codardia o per delegittimare una coscienza etica e politica, l'ha riposta insieme agli articoli della nostra Costituzione. «I partiti non fanno più politica», diceva Enrico Berlinguer. «I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia». I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". Come non dargli ragione oggi quando assistiamo alla distruzione del nostro essere civile da un capoccia in cui alberga un mondo in cui i sindacati si chiamano Marchionne e il voto, unico bene del cittadino, viene dimenticato nelle cose che non interessano più. Viviamo in un Paese dove un servizio pubblico lottizzato e pagato da noi cittadini, permette di ospitare il figlio di un boss colpevole di centinaia di omicidi con tanto di sigla alla Rossella O'Hara e dove l'ascolto vale molto di più di quello che noi insegnanti facciamo conoscere ai nostri studenti. La storia e la cittadinanza. Un servizio pubblico e dei giornalisti che hanno sempre mortificato noi docenti per farci apparire gli unici fannulloni di un Paese in cui i petrolieri dettano gli emendamenti e i senatori con le pensioni d'oro ci costringono a stare in aula fino a 67 anni. Giornalisti che invitano la polizia a prenderci a calci in culo perché con le nostre manifestazioni ingombriamo il loro passaggio e le loro marchette quotidiane. Siamo in un Paese dove gli insegnanti vanno sotto processo perché colpevoli di non somministrare i test INVALSI test simbolo della didattica a comando e con la Legge 107, sono sottomessi ad un Dirigente scolastico che diventa "leader educativo" a cui competono le scelte didattiche e i docenti da mettere in campo per realizzarle. Ma si sa, l'art. 33 è diventato il simbolo di una libertà negata da un governo conservatore e reazionario. Noi docenti ancora con la passione e l'emozione di educare i nostri studenti alla cultura, ultimo baluardo contro le trame ordite da chi vive di ignoranza. Ma adesso noi, primi cittadini in Paese in cui regnasse la democrazia e la civiltà, abbiamo un grande compito: seguire la meravigliosa Napoli, il fronte caldo della verità e della dignità. Il grande Meridione ci ha fatto sentire ancora sovranità popolare, finalmente delegati a contrastare l'assolutismo e il becero grido sempre più presente di un autoritarismo contrario all'emancipazione sociale. Napoli e il suo Pinocchio, l'Italia e il suo pagliaccio. E noi insegnanti, questo contraddittorio burattino, possiamo fermarlo. Costituire i comitati territoriali dei referendum sociali. Dobbiamo raccogliere almeno 700.000 firme sui quesiti e sulla petizione relativa ai servizi pubblici locali, l'obiettivo per essere certi della possibilità di andare a votare per difendere la scuola pubblica, ottenere l'opzione "trivelle zero" in terraferma e oltre le 12 miglia in mare, contrastare gli inceneritori e salvaguardare la gestione pubblica dell'acqua e degli altri servizi. Il 9 e il 10 aprile inonderemo il Paese di banchetti per iniziare a raccogliere le firme per il pacchetto dei referendum sociali. È tempo di restituire la parola ai cittadini, contro le politiche autoritarie e neoliberiste delle quali l'attuale Governo è massimo interprete. Ora si parte sul serio: la democrazia è nelle nostre mani!
Uniamo le forze e costruiamo comitati per la raccolta firme in tutta Italia! www.referendumsociali.org
Abbiamo la possibilità di prendere ancora per mano la nostra esistenza reagendo a chi ci vorrebbe proni e umili di fronte ai soprusi e a leggi emanate da lobby, parenti, fidanzati, stupidità, incultura, pettegolezzo, coazione, conformismo. Abbiamo la possibilità di fermare questa macchina del fango che ci sta coprendo tutti e non dobbiamo mai dimenticare la nostra responsabilità di fronte a tutti i ragazzi che ogni mattina vengono a Scuola per imparare ad amare e a vivere. Ragazzi che mi auguro non abbiano visto un figlio orgoglioso della merda. Perché la mafia è una montagna di merda e noi non saremo complici né tanto meno favoreggiatori di un mondo che li vorrebbe vedere conniventi.

Tags: referendum, buona, scuola, mafia, servizio, pubblico, berlinguer, pasolini


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