La libertà è più forte dell'estremismo...
Giocondo Talamonti - 01-04-2016
I fatti di Bruxelles hanno nuovamente provocato nel mondo una generale riprovazione e netta condanna. Il premier Renzi con la frase "la libertà è più forte dell'estremismo" ha sintetizzato il sentire comune e incoraggiato a non farsi prendere da reazioni impulsive. Occorre invece volgere l'attenzione alla costruzione di una struttura unitaria europea di sicurezza per una difesa comune, con una condivisione dei dati forniti dalle singole intelligence. L'Italia può mettere sul tavolo la propria esperienza costruita con la lotta alla mafia, al terrorismo, al brigantismo.
Tutti ci domandiamo se, dopo il buio delle guerre mondiali e la divisione del mondo in blocchi, frutti di un ideologismo sconfitto dalla storia, stiamo vivendo in una epoca di regressione dei livelli di civiltà conquistati e consolidati nel corso del XX secolo.
L'Unione Europea deve subito adottare misure anti -ISIS e acquisire la massima collaborazione fra i singoli Stati.

I mezzi di comunicazione nel portare a conoscenza i fatti che incidono sulla coscienza collettiva devono evitare di fare distinzione fra i luoghi in cui si verificano: dopo la strage di Pasqua in Pakistan, David Sassoli, parlamentare europeo, ha scritto " Il pianto di una madre o fratello è lo stesso in Francia, Pakistan, Belgio o Iraq. Ma per tanti media europei non è così, Rai compresa".
Il terrorismo è imprevedibilità e l'arma a disposizione è la prevenzione, intesa come formazione-educazione e controllo costante e qualificato del territorio.
La repressione deve essere un deterrente per chi aderisce a bande criminali con l'obiettivo di organizzare attentati terroristici.
La prevenzione, al contrario, è il mezzo più idoneo per generare una mirata presa di coscienza del concetto "sicurezza", per anticipare i rischi molto seri ed elevati con un atteggiamento corretto e non superficiale. Il coinvolgimento della scuola è fondamentale, così come quello dell'associazionismo e dello sport per tutti.
In un momento epocale così complesso, occorre richiamarsi al senso civico e alla coscienza dei diritti e dei doveri scolpiti nella nostra Costituzione.
La Costituzione è alla base dello stare insieme, nel rispetto di tutte le diversità, le esigenze e le opinioni, ma nel comune rispetto di principi e regole fondamentali.
Nel primo decennio, del XXI secolo, assistiamo alla nascita di un terrorismo fondamentalista, che con apparenti motivazioni religiose, nasconde embrioni di ristrutturazione dell'ordine mondiale, in conseguenza della globalizzazione finanziaria, che modifica i centri di potere tradizionali.
La fortissima crisi economica ha creato sacche di miseria accentuando la sperequazione di risorse esistenti.
Le guerre e la scarsità di risorse creano flussi migratori consistenti in milioni di persone che fuggono dalla guerra e dalla fame verso l'Europa.
L'accordo tra Unione Europea e Turchia denuncia la totale inadeguatezza dei leader europei ad affrontare la crisi umanitaria dei migranti.
Le decisioni della UE sono il frutto della preoccupazione di difendere le proprie frontiere invece di garantire protezione a chi scappa dalla guerra e dalla disperazione.
La consapevolezza del bisogno di un nuovo ordine mondiale, che rispetti i diritti umani, che tuteli l'ambiente, che organizzi le risorse, che assicuri la scomparsa della povertà, che promuova il sostentamento delle popolazioni meno favorite, che difenda i popoli dal terrorismo, che dia prospettive ai giovani e che sterilizzi la ricchezza dei popoli dalle speculazioni, deve essere la nuova condizione e ragione di esistenza dei governi per assicurare pace e prosperità a tutti i propri cittadini.

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