Condono
Arturo Ghinelli - 19-12-2002
Hanno condonato tutto, perché non condonare anche gli errori scolastici? Cosa hanno fatto di male gli studenti per essere gli unici chiamati a rispondere delle proprie azioni?
Se non sbaglio sono almeno dodici i condoni previsti dalla finanziaria. Sono tra l'altro condonate le multe per le infrazioni al codice della strada, il mancato pagamento del bollo per l'auto e perfino il mancato pagamento del canone di abbonamento alla tv.
Mentre i primi due potrebbero essere fatte passare come ecoincentivi alla crisi Fiat, il terzo condono quello del canone di abbonamento tv non trova giustificazione alcuna.
Da domani si troveranno ancora degli italiani disposti a pagarlo, e perché mai dovrebbero farlo? Visto che già prima chi lo pagava lo faceva mal volentieri.

Forse chi non è insegnante non se n'è accorto ma con questa finanziaria si è commesso il più grande delitto antipedagogico di massa: una vera dereguletion educativa.
Forse però per capire bene quello che è successo può servire l'esempio della scuola. Se lo stesso principio fosse stato applicato a scuola vorrebbe dire che chi non ha fatto i compiti , chi non ha studiato si vede condonare tutte le sue infrazioni al codice dello studente e ricevere in premio la promozione. Chi studierebbe più? Visto che già adesso lo fa mal volentieri. Tranquilli genitori, a scuola non sarà così. A Mamoudou non sarà perdonato dalla prof di inglese di avere" difetti di pronuncia" e a Leonard la prof di matematica non perdonerà facilmente di non sapere ancora alla perfezione le tabelline a memoria. Ma fuori dalla scuola vale lo slogan pubblicitario
"Tranquilli, per voi abbiamo altri programmi!"
Chi paga è un ingenuo e chi non paga è un vero dritto che segue l'esempio del capo del governo. Il ministro del Tesoro lamenta un sempre minor gettito delle entrate tributarie, non c'è da meravigliarsi è solo l'applicazione delle direttive pedagogiche del governo.
Io credo che aldilà dei pur gravi provvedimenti legislativi l'azione di questo governo sarà deleteria e le conseguenze nefaste della sua attività si misureranno nel lungo periodo, ben aldilà della durata del governo stesso, nei comportamenti civici provocati nei cittadini.
Già oggi gli italiani sono divisi in due: una metà che tende a farsi gli affari propri come il premier, l'altra metà che vorrebbe espatriare perché non si riconosce più in questa Italia (io appartengo a quest'ultima). Entrambi questi comportamenti non giovano al consolidarsi della tradizione civica del nostro paese.
Non riesco a togliermi dalla mente le parole di Cofferati.
Non abbiamo mai pensato che la visione cinica della vita sia la prospettiva che i padri possono indicare ai figli.
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