La parola d'ordine del momento : dematerializzare
Paola Frau - 30-10-2015
Docenti che vagano nelle aule alla ricerca della tanto agognata rete , allungandosi fin dove possibile per "beccarla " nell'angolino più recondito dell'ultima aula, in fondo all'ultimo andito, dell'ultimo plesso dell'ultimo degli istituti .
Dematerializzare la pubblica amministrazione è un'impresa titanica, ma tant'è che i docenti di questa nostra Italia del 2015 non vogliono sentirsi inferiori a quelli del resto d'Europa (???). Così pur senza ricevere tutti le stesse dotazioni , si arrabattano con cellulari, ipad, tablet, Pc, rigorosamente portati da casa (come la carta per fotocopie e i pennarelli), perchè se il Ministero decide di dematerializzare non si può disattendere una disposizione "superiore". Si hanno notizie di docenti che la notte accendono il pc di casa per compilare il registro del giorno appena finito e
( perché no?) magari anche quello del giorno dopo ... tanto cosa cambia? In fondo cliccare su una V verde non è come apporre una firma autografa, si ha meno l'impressione del falso. Si insegna la legalità ma si opera costantemente in condizioni di illegalità. E non parliamo del business avallato da queste decisioni, in una scuola in cui per la didattica non si investe più un centesimo, si accolgono senza fiatare scelte discutibili, quasi fossero manna dal cielo per il nostro lavoro.
Così si raccontano leggende di docenti ricchi di fantasia, i quali per poter compilare il loro registro nelle aule in cui la rete non arriva, si alzano dalla cattedra e democraticamente siedono tra i banchi, magari .. proffffe venga nel banco in fondo vicino alla finestra perché li "prende meglio"! Altri docenti escono un "attimo" nell'andito dove la rete è più potente, compilano il registro e tornano in aula ...non vogliamo sapere cosa accada ai docenti delle scuole in cui la rete è più potente nei bagni (Fonzie docet).
Cosa c'è di nuovo in tutto questo ? NULLA . L'abitudine a trovare soluzioni ai problemi che altri hanno creato fa parte del DNA del docente medio; poi tutti a nanna con la coscienza a posto, un po dematerializzati anche nella dignità... ma che importa!

Tags: Dematerializzare, registro elettronico, investimenti, didattica, dignit


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 Giuio Tortello    - 01-11-2015
Io francamente non mi capacito. In una scuola con una didattica mille miglia lontana dai linguaggi che si usano oggi, che cosa si fa invece di applicarsi a rinnovare la didattica? Si impone il registro elettronico, cioè si sostituisce uno strumento flessibile ed efficace: il registro cartaceo, con una procedura macchinosa che prende tempo, risorse, energie ai docenti e riduce l'autonomia degli studenti.