La storia ci ha consegnato numerose "prese".
La prima che vorrei ricordare è la presa di Alesia: nel 52 a.C. ebbe luogo l'ultimo fra i grandi scontri tra Galli e Romani e segnò un punto di svolta delle guerre galliche in favore di Roma. L'esercito romano sconfisse le tribù galliche e Vercingetorige fu costretto alla resa. Aveva vinto la cultura mediterranea.
Molti anni passarono e il 14 luglio 1789 si attuò la presa della Bastiglia da parte dei cittadini parigini. L'avvenimento, sebbene di per sé poco importante sul piano pratico, assunse un enorme significato simbolico a tal punto da essere considerato l'inizio della Rivoluzione. Aveva vinto il popolo pensante.
Quasi un secolo dopo, il 20 settembre 1870 la presa di Roma fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio quale entità politica. Aveva vinto la rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi.
Secondo il calendario gregoriano, il 7 novembre 1917 avveniva la presa del Palazzo d'Inverno, l'episodio simbolo della Rivoluzione d'ottobre; un evento assimilabile, per la sua forza simbolica, alla presa della Bastiglia. A Pietrogrado, le truppe bolsceviche assaltarono il Palazzo d'Inverno, fastosa residenza degli zar, assumendo il controllo della capitale. Ancora una volta aveva vinto il popolo pensante.
Quasi 100 anni è durata l'attesa per la presa del Consiglio: il 22 febbraio 2014 tal Renzi-rottamatore da Firenze riceveva l'incarico di Presidente del Consiglio e, di fatto, conquistava l'italica terra senza aver ricevuto il necessario supporto del "popolo sovrano". Aveva vinto la Leopolda.
Questa la storia passata.
La storia presente scaturisce drammaticamente dall'arroganza con cui si sta, in questi giorni, distruggendo l'ultimo baluardo di legalità: la Scuola.
E i cosiddetti decisori politici non hanno consapevolezza del fatto che distruggendo la Scuola, la Vera Scuola, ne stanno distruggendo TUTTE le sue componenti: stanno screditando gli insegnanti condannandoli tutti a diventare precari; stanno uccidendo gli studenti cancellando i loro punti di riferimento; stanno ignorando le famiglie evitando accuratamente di comprenderne le istanze; stanno sminuendo la figura professionale dei capi d'istituto cancellandoli dal ruolo unico della dirigenza; stanno rottamando la Costituzione italiana approvando - un articolo dopo l'altro - un DdL che sprigiona contraddizioni palesi verso la Carta costituzionale; stanno distruggendo gli alti valori professionali e deontologici di chiunque, a qualunque titolo, operi in una Scuola Vera.
La Scuola Vera. Ultimo baluardo di legalità perché garantiva procedure di reclutamento serie e scrupolose; perché garantiva l'uguaglianza nella considerazione di ogni studente; perché garantiva un supplemento di attenzione equo per ogni alunno; perché garantiva la libertà dell'insegnamento; perché garantiva la libertà di opinione; perché formava cittadini pensanti, incoraggiava le menti eclettiche alla creatività e forniva opportunità di dialogo nella continuità formativa e didattica.
Lo scivolone verso il nulla è ormai in atto. Pertanto, nonostante il mondo della politica - assente al 50% dai luoghi parlamentari deputati alla discussione di improbabili disegni di legge MAI condivisi dal mondo della Scuola - si stia affannando a dichiarare la bontà di un DdL che promette il Nulla e distrugge il Vero, dalla presa del Consiglio si è arrivati alla consequenziale presa...
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