Eva e Prometeo
Anna Pizzuti - 11-12-2002


Non fu nostra la prima idea. Adamo
nell'Eden fu padre a Descartes,
Eva fece dell'aria lo specchio per sé

E i propri figli. Si scoprirono in cielo
come in uno specchio , una seconda terra;
sulla terra si ritrovarono nel verde -

abitatori di un verde forte abbagliante.
La prima idea non chiuse le nuvole in forme
limitate. Le nuvole vennero prima di noi

da Note verso la funzione suprema: Deve essere astratta IV di Wallace Stevens; Arsenale editrice"


Scrivere è svelarsi e nascondersi insieme. Come dietro una nuvola. La scrittura è anche trasposizione di sé. In altre forme. Perciò questo titolo. Perciò l’idea dell’incontro tra Eva e Prometeo. perciò l'invito a percorrere, attraverso la scittura, tutte le strade che un incontro del genere potrebbe aprire. Perciò l’idea di iniziare un racconto comune, il cui titolo potrebbe essere: Se un giorno Eva e Prometeo...
Comincio io. Spero che altri contiueranno. Ciascuno immaginando cosa i due avrebbero potuto dirsi

.

Tu partorirai con dolore. Divina capacità di sintesi.
Perché quel dolore, che è il corpo a provare, si dimentica. E’ dopo che si comincia a fare i conti con la vita. Ed a leggersi dentro.
Fu un attimo di lucidità ed Eva si risvegliò; il suo pensiero si risvegliò. E cominciò a commisurare la pena alla colpa e cominciò a porsi delle domande, per la prima volta, da quel giorno in cui la punizione era stata inflitta.
Fu presa da un infinito bisogno di silenzio. Il cui primo effetto fu quello di attutire il senso di colpa, il senso della colpa, che l’aveva accompagnata lungo tutto quel tempo.
Sentì che doveva andare a cercarlo, il silenzio, allontanandosi dal luogo in cui la punizione l’aveva inchiodata.
Camminava senza misurare la distanza, senza preoccuparsi di segnare il cammino per poi poter tornare indietro, camminava e basta, senza avvertire la sanchezza, occupando con se stessa, riempiendo di se stessa il paesaggio che la circondava.
Che a sua volta, cominciava a riempirsi di rocce, ostacolo ed appoggio, per una salita che la faceva sentire come se stesse emergendo dalla profondità del tempo.
A fermarla non fu la fatica; la fermò la sensazione di essere arrivata, unita alla precisa impressione di non essere sola.
Le bastò spostare solo di poco lo sguardo: c’era, legato ad una roccia, un uomo, che la guardava in silenzio, senza esprimere alcuna meraviglia, come se avesse sempre saputo che lei sarebbe arrivata.
Ed anche lei seppe di essere arrivata.
- Eva
- Prometeo
- Ti aspettavo
- Ti stavo cercando.
- Dimmi
- Non ricordo chi mi ha raccontato la tua storia, ma non appena l’ho sentita ho capito che era la risposta che cercavo
- E la domanda?
- Hai mai pensato a quanto le nostre storie siano simili?
- La trasgressione, la punizione.
- E a quanto siano diverse?
- Spiegamelo.
- Quando hai visto quel fuoco, tu hai scelto di portarlo via con te, per donarlo agli uomini
- L’unica scelta possibile
- Gli dei ti hanno punito, ma gli uomini?
- Gli uomini mi ringraziano. Guarda, da qui si vedono. Il fuoco illumina i loro visi
- E se sapessero che anche il mio gesto – quello che loro hanno chiamato peccato - era l’unica scelta possibile?
- L’unica?
- Non pensavo a te, guardando quella mela. Non sapevo di te. Ma sapevo del fuoco.
- Comincio a capire. A cosa serve, il fuoco, se non c’è nulla da illuminare? Se non c’è bene da cercare, male da cui difendersi?
- A questo pensavo, certo.
- Perché non sei venuta prima? Perché solo adesso?
- Perché solo oggi non ho avuto più paura di farti del male, parlandoti.
- Del male? Tu, nella quale quasi mi rispecchio?
- Tu resisti al dolore, quasi non lo senti, come me, quando metto al mondo un figlio. Ma tu sei fermo all’attimo in cui tutto comincia. Anche io credevo fosse così, credevo fosse possibile conoscere il bene e il male e, conoscendoli, separarli. E lo credeva anche colui che mi ha punito. E invece ecco cosa sono venuta a dirti: che questo non è possibile, anzi, che è questo il vero peccato.

Detto questo, Eva si alzò, e Prometeo capì che non c’era più nulla da dire. La guardò avvicinarsi, vide che aveva qualcosa tra le mani, capì, prima ancora che si aprissero, che era una mela.
Lo sguardo di Eva, mentre gliela donava, era più dolce di qualsiasi carezza.

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