Enrico Letta da "Repubblica" - 08-12-2002 |
ROMA - «È un blitz al di fuori di qualsiasi politica organica che riguarda il settore della scuola. Da una parte tagliano fondi alla pubblica e dall´altra ipotizzano il credito d´imposta per le famiglie che mandano i propri figli nelle scuole paritarie. È una scelta davvero incomprensibile». Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, boccia senza mezzi termini l´emendamento alla finanziaria passato ieri notte in Commissione Bilancio del Senato. Lei condivide il ruolo delle scuole non statali? «Certo. Infatti nella scorsa legislatura abbiamo approvato una legge organica che si chiama di parità. Un provvedimento che ha ridisegnato il panorama scolastico creando un sistema unico e nazionale dell´istruzione, riconoscendo il ruolo formativo degli istituti non statali». Però ci sono stati non pochi contrasti all´interno dell´Ulivo. «C´è stata una vivace dialettica tra chi, come me ed altri, viene da una cultura che spingeva verso la parificazione tra pubblico e privato. Alla fine abbiamo trovato un buon punto d´incontro». Questa finanziaria ha tagliato con la scure il bilancio dell´Istruzione. «L´intero sistema scolastico entrerà in affanno. Hanno tagliato i fondi per la formazione, la sicurezza degli edifici, rischiano il posto 16 mila lavoratori socialmente utili che si occupavano delle pulizie. Più di mille miliardi di euro di tagli avranno un effetto devastante. E in questa situazione hanno pensato bene di stanziare 90 milioni di euro per pagare i crediti d´imposta sulle rette alle private. Tutto ciò avrebbe avuto senso se fosse in atto una robusta politica d´investimenti nella scuola. Invece succede l´esatto contrario». Ma i tagli riguardano anche l´università, la ricerca. Non sembra che Tremonti dia ascolto alle proteste del ministro Moratti. «In questo anno e mezzo la Moratti più di una volta ha minacciato di dimettersi. Nonostante ciò la finanziaria è lì: taglia tutto quello che riguarda il futuro del Paese. Malgrado le prese di posizione del Presidente della Repubblica tutto è rimasto come prima. Scuola, università e ricerca sono tra i settori più colpiti dai tagli. Ma se non si investe nel futuro non si va molto lontano. I contraccolpi non si vedranno subito ma l´Italia rischia di pagare a caro prezzo nei prossimi anni queste scelte davvero incomprensibili». da Repubblica |
Cgilscuola Bergamo - 09-12-2002 |
COMUNICATO STAMPA Le Segreterie Regionali CGIL CISL UIL Scuola della Lombardia denunciano all'opinione pubblica che, mentre continua e si aggrava un'azione di taglio e di riduzione delle risorse per la scuola statale, con la finanziaria in discussione in Parlamento, la commissione bilancio del Senato approva, in tutta fratta, un emendamento, con il quale si assegnano 90 milioni di Euro alla scuola privata. Le Segreterie Regionali CGIL CISL UIL Scuola esprimono un netto giudizio negativo, in continuità con la opposizione unitaria espressa sul regolamento attuativo del buono scuola in Lombardia ed in continuità con la mobilitazione unitaria messa in campo lo scorso anno scolastico contro i tagli agli organici. Mobilitazione che, peraltro ha trovato unanime sostegno nel Consiglio regionale della Lombardia, con l'approvazione di uno specifico ordine del giorno. Le Segreterie Regionali CGI CISL UIL Scuola, nel proclamare lo stato di mobilitazione comunicano che metteranno in atto tutte le iniziative che si renderanno necessarie, tese a contrastare questa decisione e invitano le forze politiche ed i parlamentari lombardi, per coerenza, a non sostenere in aula questo emendamento ed a rivendicare, invece, adeguate risorse finanziarie per la scuola statale. Le segreterie regionali CGIL -CISL -UIL scuola Lombardia |
Osvaldo Roman - 09-12-2002 |
Novanta milioni di euro che permetteranno di detrarre dalla dichiarazione dei redditi le rette pagate alle scuole non statali. «Non c´è clericarismo di Stato - afferma il sottosegretario all´Economia Giuseppe Vegas - i 90 milioni hanno una ragione puramente tecnica. Per la scuola cattolica si tratta in parte di un reintegro di quanto era stato tolto con il tagliaspese».( ma il maltolto, 1304 milioni di euro per tutta la scuola nel 2002, non deve essere restituito il prossimo anno?, evidentemente no!) Non c’è clericalismo? Proviamo a ricordare all’onesto sottosegretario l’inaudita formula, inedita nel nostro paese persino rispetto al Concordato mussoliniano, e finora sconosciuta all’opinione pubblica, che al momento del varo finale è stata inserita da questa allucinante maggioranza nella legge delega Moratti. All’Articolo 2 , comma 1, lettera e)la scuola dell'infanzia, di durata triennale, concorre all'educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini. Cosa significa sviluppo morale e religioso? Questa formula è una assoluta novità nel panorama repubblicano e costituzionale. I promotori della casa delle libertà quando parlano di religioso non hanno in mente certamente formule pluralistiche e ritengono semplicemente superfluo fare un esplicito riferimento alla religione cattolica che secondo la dialettica “schifanesca” è naturalmente “ maggioritaria! Pensate all’effetto di questa orrenda formula in una gestione devolutionistico-bossiana! |
Prof. Francesco GRECO - 10-12-2002 |
AND - Associazione Nazionale Docenti - 10 dicembre 2002 Comunicato Stampa - Il Governo risparmia sul futuro dell’Italia La matematica parla chiaro, i numeri non barano. E sono proprio le cifre a dirci che in un momento non facile per tutto il Paese, il Ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione tagliano drasticamente le risorse per la scuola pubblica ma le trovano per le private. Da una parte, attraverso la formula dei crediti d’imposta, vengono erogati finanziamenti per 90 milioni di Euro a chi iscrive i propri figli agli Istituti privati; dall’altra parte il Decreto 29 novembre 2002, attuativo del decreto legge 194/2002, stabilisce tagli alla scuola pubblica che riguardano 805,4 milioni di Euro di impegni e 1.034,5 milioni di Euro di pagamenti. E si tratta di tagli immediatamente operativi, poiché riguardano somme già assegnate ma non ancora trasferite nelle scuole. La Legge Finanziaria e i decreti a essa correlati stanno delineando di fatto la progressiva dismissione da parte dello Stato dei suoi impegni verso l’istruzione, la ricerca, le Università. Prima ancora che come Associazione professionale dei Docenti, è come cittadini che guardiamo con estrema preoccupazione a una politica di tagli che non solo penalizza la Scuola ma che colpisce il futuro stesso del Paese. Ci chiediamo quando l’Italia avrà un Governo e una classe dirigente in grado di capire una verità tanto ovvia quanto decisiva: ogni euro risparmiato sulla scuola oggi, sarà pagato domani –e con forti interessi- in termini di importazione di tecnologie, spese per il recupero sociale, generale depressione economica, dissolvimento dell’identità culturale del Paese. |