Non cancelliamo la Gelmini
Cosimo De Nitto - 07-11-2014
Non avevo avuto ancora il piacere/dispiacere di assistere ad una iniziativa della campagna di "ascolto" e "consultazione" su "La Buona Scuola" renziana. Alla fine ho voluto colmare questa imperdonabile lacuna, ma credo che averne sentita una vale come averle sentite tutte. D'altronde non penso ci sia differenza tra quelle organizzate dal PD e quelle organizzate istituzionalmente dal governo per tramite il MIUR, c'è ormai una tale sovrapposizione, confusione, identificazione per cui averla organizzata un sindaco, un dirigente scolastico, un ex Provveditore, un dirigente scolastico regionale, o la divisione propaganda e marketing del ministero non fa affatto differenza. Ma forse dovrebbe farla, o no?

Qual è la differenza tra un comizio e una presentazione di una proposta aperta all'ascolto, alla discussione, all'approfondimento? Lo dimostra la Puglisi col suo intervento che consiste nello snocciolamento di una serie di enunciati nell'introduzione, seguono gli interventi (ascoltati solo quanto basta per rispondere polemicamente, ormai il capo fa tendenza), poi conclude seccamente riprendendo gli enunciati iniziali, non perdendo l'occasione di invitare a leggere il documento e dando in pratica degli analfabeti prevenuti a coloro che muovono legittime, sensate, fondate osservazioni critiche che pure erano state richieste, ma solo retoricamente a questo punto.
Dall'intervento tribunizio emerge la sua preoccupazione principale, la sua ossessione, quella di marcare le differenze (che non ci sono se non in qualche dettaglio) con la Gelmini e le politiche del centrodestra. E' il punto politicamente e culturalmente debole, è il nervo scoperto quello della continuità politica tra centrodestra e centrosinistra (soprattutto PD) che la Puglisi cerca di anestetizzare anche con toni piuttosto spezzanti; ma con tutto il suo arrampicarsi sugli specchi non ce la fa, non può farcela, perché questa continuità è un dato oggettivo, storico.

Di questa continuità, oltre alla visione complessiva, ideologica e culturale, pedagogica direi, della scuola (cosa che assolutamente manca nell'intervento della Puglisi, forse per prudenza o per vergogna non so) cito i pilastri concreti:

1) finanziamento delle scuole private: tra PD e Centrodestra è competizione a chi dà loro più soldi pubblici (ulteriori tasse che pagano i genitori che oltre a quelle che si ritrovano a pagare direttamente alle scuole statali dei propri figli devono anche pagare le private attraverso l'erario);

2) la "valutazione" delle scuole e degli insegnanti come strumento di controllo, gestione e comando reale che deve rendere conformi le realtà scolastiche e persino i comportamenti professionali dei singoli insegnanti a un modello centralistico direttamente controllato dal governo. Dove si scrive valutazione e si legge standardizzazione. L'autonomia? Solo fuffa piena di vuoto buona per i creduloni o i sognatori territorialisti;

3) Il potere dei dirigenti. PD e centrodestra la pensano in modo esattamente uguale. Ciò che hanno cercato di fare i governi di centrodestra e i governi fantoccio (chiamateli pure tecnici, se vi pare), lo vuol realizzare il PD eliminando i propri "cespugli" interni per fare cricca con i cespugli del centrodestra: si tratta dell'assunzione dei docenti per chiamata diretta;

4) il rapporto scuola-aziende completamente sbilanciato in favore delle aziende;

5) L'insostituibilità, l'intoccabilità, l'indiscutibilità dell'INVALSI (centrodestra e PD competono a chi gli dà più soldi, a chi ne rafforza il suo ruolo di instrumentum regni);

6) La riduzione della questione scuola (Istruzione, formazione, educazione), unicamente alla governance buro-politico-amministrativa ed economica;

7) La volontà, ma è solo propaganda, di "riformare" la scuola con i fichi secchi, cioè con una partita di giro. Bloccano l'anzianità e i contratti, riducono sempre più il cosiddetto fondo per le autonomie, tolgono il pane al 33% degli insegnanti e con quello che ci lucrano danno un piatto di lenticchie al 66% dei "migliori" per cucirsi addosso le mostrine della "meritocrazia".
...

Sono illazioni? Assolutamente no. La continuità tra destra e PD l'ha confessata la stessa Puglisi affermando categoricamente: "non cancelliamo la Gelmini, solo i suoi tagli". Come se i tagli, sia pure gravissimi, fossero gli unici guasti della "riforma" Gelmini. Quindi per il PD e per la Puglisi tutto OK alle politiche dei governi di destra, non si torna indietro di nulla, non si discute il loro "modello" di scuola. Si cerca solo qualche trucco contabile per fingere di restituire alla scuola il maltolto.

1)https://www.youtube.com/watch?v=qsvr0vL1RyY
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