Ancora sulla non oggettività dei Test Invalsi
Vincenzo Pascuzzi - 04-06-2014
Il motivo di questa lettera è quello di arrivare alla fonte della affermazione relativa alla "oggettività" dei quiz Invalsi. Su tale dichiarata (e presunta) oggettività trovano fondamento molti ragionamenti, affermazioni, conclusioni, posizioni dialettiche sostenute con convinzione da chi afferma la bontà e l'utilità dei test. L'oggettività dei test Invalsi infatti costituisce una specie di postulato cioè un'affermazione non dimostrata né dimostrabile. Se tale postulato viene riconosciuto fasullo bisognerà rivedere tutto - o molto - riguardo all'Invalsi e riconsiderare le modalità della valutazione.
Perché la lettera è indirizzata a Tito Boeri? La oggettività dei test era stata dapprima evidenziata e contestata a Corrado Augias (*), che però aveva schivato la domanda rispondendo: "Mi fido delle osservazioni e dei cambiamenti suggeriti dal prof Tito Boeri che stimo - se le prove sono valide in buona parte d'Europa perché da noi no?" Da qui la chiamata in causa del prof Boeri con l'auspicio che non indichi una ulteriore terza persona .... di cui lui stesso ciecamente si fida, a sua volta!
Oltre la presunta oggettività, ci sono altri aspetti caratteristici Invalsi sui quali bisognerà discutere e confrontarsi.
È ancora Tito Boeri, nell'articolo "La rivolta dei ragazzi contro i quiz a scuola" (la Repubblica, 15 maggio 2014) che riconosce alcune criticità della valutazione Invalsi, fino ad ammettere, ma a denti stretti (così pare) che "Questo non vuol dire che i test Invalsi non siano perfettibili. Tutti i test lo sono .... ". Ma questa ammissione è una prima e minima conseguenza delle azioni di contrasto e di protesta, che peraltro vengono criticate a priori, senza ricercarne le cause, né verificarne la fondatezza. L'Invalsi, dal suo canto, tace e sfugge.
Ancora, tre anni prima nel 2011, il prof Boeri concludeva il suo articolo "Cari prof, studenti, genitori essere valutati non è 'umiliazione'" (la Repubblica, 30 maggio 2011) con la seguente frase: "Le reazioni al mio intervento su Repubblica comunque dimostrano che l'Invalsi (e il ministro che in questi mesi si è impegnata soprattutto a difendere la condotta non solo diurna del nostro presidente del consiglio) abbiano fatto di tutto per non informare gli insegnanti. Molte delle domande che sono state poste al sottoscritto, andrebbero in effetti girate all'Invalsi. Mi auguro che molti di coloro che mi hanno scritto, cambino il destinatario e che l'Invalsi dedichi a queste richieste di chiarimento la dovuta attenzione."
Da allora sono cambiati quattro ministri (Gelmini, Profumo, Carrozza, Giannini) e due presidenti Invalsi (Sestito e Ajello), ma nessuna risposta diretta o indiretta è venuta, nessuno spiraglio di dialogo o confronto si è aperto.

Anche la Flc di Mimmo Pantaleo ha scritto: "Basta con i test INVALSI. Bisogna sospenderli e aprire una discussione ...." (Comunicato stampa del 15 maggio 2014). Poco prima, il prof Giorgio Israel aveva ribadito che "Un ente di valutazione deve essere una casa di vetro" (17 febbraio 2014).

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