Discutere contnua ad essere necessario 2
Fuoriregistro - 30-11-2002
RIFORMA: TAVOLO DI DISCUSSIONE



E' questa la riforma di cui la scuola italiana aveva bisogno?


Francesco Paolo Catanzaro
Una riforma di questo tipo non soddisfa tutte le esigenze. Si orienta la scuola verso il mondo del lavoro, promette inglese e d informatica per tutti ma penalizza i docenti, li riconsidera
“ impiegatucci” statali, ne ignora la professionalità ( perché non istituisce l’Ordine professionale degli insegnanti?) e ne mortifica il profilo anche in sede di compenso retributivo.
Il docente si è sempre aggiornato nella sua carriera scolastica anche a sue spese perché l’aggiornamento è vitale in questa professione così come in tutte le altre ( sembra che i riformisti abbiano scoperto la carta vetrata!)



Gianni Carlini
La scuola italiana aveva ed ha bisogno di una riforma che abbia fra i suoi obiettivi, e quindi fra i suoi possibili risultati, quello di introdurre benefici effetti sull'insieme delle variabili che contribuiscono al miglioramento dei risultati di apprendimento per il maggior numero possibile di cittadini.
Da questo punto di vista alcuni elementi della riforma appaiono muovere la scuola in direzione opposta a quella che invece viene indicata anche dagli estensori della riforma stessa (una scuola per crescere).
Ad esempio l'anticipo per la scuola materna rende possibile un aumento dell'utenza attraverso l'offerta di una nuova opportunità a una piccola parte dell'utenza potenziale (i bambini di due anni e mezzo) in un contesto che non riceve migliaia di bambini di tre anni che restano nelle liste di attesa e non trovano nella riforma alcuna risposta all'esclusione. L'inserimento nelle sezioni di alunni di due anni e mezzo produce un aumento delle differenze fra i soggetti e, conseguentemente, l'aumento delle difficoltà di gestione didattica e l'incremento dell'articolazione delle attività necessarie per rispondere ai bisogni delle bambine e dei bambini. Alcune scelte che vengono fatte mentre si lavora alla riforma, come la soppressione dell'organico funzionale, mostrano che non si intende affatto aggredire il nodo della qualità dell'offerta formativa che nella scuola dell'infanzia si caratterizza fortemente come problema di garanzia di accesso e di impiego di risorse professionali.
Faccio questo esempio e non mi riferisco, apparentemente, alla mia esperienza nella secondaria superiore perché il confronto con il resto mondo della scuola mi ha convinto che molte delle ragioni dell'insuccesso che registra la scuola nella quale lavoro, un istituto professionale per l'industria, sono riconducibili all'insuccesso dei segmenti precedenti. Insuccessi soprattutto nel rimuovere gli ostacoli di ordine socioeconomico, culturale e cognitivo che limitano lo sviluppo delle competenze di base degli studenti che mostrano poi notevoli difficoltà nei successivi percorsi scolastici. Un limite, e lo dimostrano i dati sui percorsi scolastici degli alunni, è la mancata frequenza della scuola dell'infanzia (gli insuccessi sono percentualmente più alti fra gli studenti e le studentesse che non hanno frequentato la scuola dell'infanzia).


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