Valutazione e meritocrazia - Numero monografico della rivista
Mauro Boarelli - 05-11-2013
La mutazione è sotto gli occhi di tutti. Nel giro di pochi anni, nuove e invasive tecniche di valutazione hanno assunto un ruolo cruciale nel sistema dell'istruzione - dalla scuola primaria fino all'Università - e lo stanno trasformando in modo radicale attraverso pratiche quotidiane e informali, sottratte a luoghi decisionali democratici, rappresentativi e trasparenti.
Questo sistema dalle dimensioni sempre più imponenti è strutturato intorno a due agenzie di valutazione, l'Invalsi e l'Anvur, freddi acronimi cui corrispondono grandi apparati burocratico-tecnocratici dotati di ampi poteri discrezionali e ingenti risorse economiche. Possono contare sull'appoggio di un esteso e aggressivo sistema di persuasione incaricato di presentare il sistema di valutazione come oggettivo e neutrale, e di costruire una rappresentazione di comodo delle posizioni critiche, bollate come ultimo frutto bacato di un'ideologia egualitaria nostalgica e conservatrice fondata sul rifiuto tout court della valutazione. Le nuove tecniche stanno penetrando nel senso comune non in virtù della loro forza esplicativa, del loro rigore metodologico e della loro coerenza con l'impianto pedagogico e culturale del sistema di istruzione, ma per l'efficacia delle tecniche di illusionismo con cui vengono esibite.
Gli interventi raccolti in questo numero vogliono contribuire a individuare e comprendere ciò che è nascosto dietro l'apparenza. Un'apparenza fondata sulla meritocrazia, termine ambiguo intorno al quale è stata costruita un'ideologia finalizzata a rendere accettabili e addirittura desiderabili le diseguaglianze prodotte dal mercato, il cui ingresso nel sistema di istruzione sta avvenendo proprio grazie alle nuove tecniche di valutazione che dall'ideologia meritocratica derivano la propria ragion d'essere.
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