Il futuro non è scritto
Manifestanti a Roma - 19-10-2013
Questo pensavamo ieri:

"Nel momento in cui scriviamo, non sappiamo se le giornate del 18 e del 19 ottobre fungeranno da innesco, se riusciranno a lanciare finalmente una mobilitazione generale. Non sappiamo se saranno determinanti ai fini dell'esplosione del conflitto sociale che, in maniera sotterranea, serpeggia da tempo per il paese. Di sicuro noi abbiamo deciso di starci. E non per testimonianza, ma perché convinti che possa essere un inizio. L'inizio di un percorso che ci permetta di arrivare pronti, più forti, meglio organizzati, a quelle che saranno le sfide che ci si porranno innanzi da qui in poi.
Di una cosa, infatti, siamo certi: questa situazione di apparente stallo, in verità di lento declino, non durerà ancora per molto. A breve i nodi irrisolti del capitalismo italiano verranno al pettine e c'è da attendersi che le contraddizioni che si sono accumulate negli anni esploderanno con tutta la loro forza.
Le stesse esperienze del governo Monti e del governo Letta ci restituiscono l'immagine di una borghesia in crisi, impegnata in una fase di scontro e ridefinizione al suo interno, nella continua ricerca di equilibri e mediazioni tra le varie fazioni che la compongono. In questo senso va letta, ad esempio, la sceneggiata delle dimissioni dei ministri a cui abbiamo assistito solo poche settimane fa. E tuttavia la successiva ricomposizione operata in seno al Governo potrebbe rappresentare il passaggio a una fase di maggiore compattezza all'interno della classe dominante. Un passaggio necessario perché si possa dare il via a quell'attacco alle condizioni di vita e di lavoro tanto auspicato dal padronato a livello europeo.
In questi anni, infatti, i padroni si sono, per così dire, limitati a governare la crisi, mettendo in campo politiche di austerity finalizzate al mantenimento dell'equilibrio dei conti pubblici. La stessa legge di stabilità deliberata dal Consiglio dei Ministri la notte di martedì scorso ne è un esempio: una serie di tagli ai ministeri e ai trasferimenti agli enti locali, il ritocco di qualche tassa, un po'di dismissioni di immobili, l'ennesima mazzata al pubblico impiego... il tutto in cambio di qualche spicciolo in più in busta paga per una piccola parte di lavoratori e pensionati. Ed è proprio questo il senso dell'azione di governo portata avanti in questi anni: una serie di manovre pesantissime che gravano come macigni sulle spalle dei lavoratori ma che, contemporaneamente, sono incapaci di assicurare alla borghesia internazionale l'avvio di nuovo ciclo di accumulazione tale da garantire livelli di redditività pari a quelli che si trovano oltre frontiera.
Ma perché i padroni non hanno messo in campo in questi anni le riforme necessarie a far ripartire i propri profitti? La risposta è semplice: hanno paura! Imprenditori, manager, industriali, banchieri, sono tutti coscienti, molto più di noi, dei pericoli che può comportare la rottura della pace sociale nel nostro paese, e soprattutto di quanto poco possa bastare perché ciò avvenga. La tenacia con cui gli ultimi governi hanno sistematicamente tentato di disinnescare ogni possibile esplosione di rabbia, con gli strumenti degli ammortizzatori sociali e dei tavoli di trattativa, testimonia proprio di questa consapevolezza. Consapevolezza che deve diventare anche un nostro patrimonio, che ci deve fare capire le nostre reali potenzialità.
Perché cosa succederà nel prossimo futuro lo sanno tutti. L'ha detto chiaramente, poco più di un mese fa, Jörg Asmussen, membro tedesco del board della Bce, intervistato da "Repubblica": "il problema principale dell'Italia è il limitato potenziale di crescita: è stimato da Ocse, Fmi, Commissione attorno allo zero. Sono necessarie riforme strutturali, ecco il compito principale in Italia. Il governo Monti ha fatto molto nel campo fiscale in poco tempo, ma le riforme del mercato del lavoro sono solo all'inizio. Adesso è importante non disfare quanto di buono è stato fatto in campo fiscale. E occorre varare riforme per liberare il potenziale di crescita". In questi anni, a nostre spese, abbiamo imparato a pesare bene le parole che arrivano da Francoforte e sappiamo che rappresentano un'anticipazione di quello che sarà il futuro.
Se, come afferma questo euroburocrate, le vere mazzate "sono solo all'inizio", noi dobbiamo assolutamente coordinarci per rispondere colpo su colpo. Il 18 e il 19 ottobre scendiamo in piazza con quest'idea: non solo per mostrare un malessere sociale che si è fatto insostenibile, o per indicare degli obbiettivi alla nostra sacrosanta rabbia, ma per costruire, dentro e oltre queste due giornate di lotta, momenti di coscienza, unità, organizzazione che ci possano fare passare finalmente al contrattacco.
Perché non sappiamo né il giorno né l'ora, ma sappiamo bene che dobbiamo prepararci...


Collettivo UNiversitario Autorganizzato

----------

Questo abbiamo pensato oggi nelle strade e nelle piazze di Roma.

15,33: Migliaia in piazza: "Non abbiamo avuto paura!"
16, 04: con noi anche i lavoratori dell'Irisbus! intanto ci dirigiamo verso via Merulana.
"Lavoratori, studenti, disoccupati VINCEREMO ORGANIZZATI!
Lavoratori, studenti, disoccupati VINCEREMO ORGANIZZATI!

16,10: Dal corteo si dicono 70.000 partecipanti, mentre la testa giunge a Santa Maria Maggiore piazza San Giovanni è ancora piena.
16,13: Il corteo procede per via Merulana.
16,32: Il corteo procede. In tantissimi ad urlare: "Operai studenti disoccupati VINCEREMO DE ORGANIZZATI!"
16:41: La testa del corteo sta per giungere nei pressi del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
17,12: Anche oggi il ruolo strumentale della polizia è chiaro... non è un caso se li troviamo in cordone davanti Casapound a tenere alta la tensione! Ma il corteo risponde urlando idee e cori antifascisti.
17,13: Gentaglia di Casapound tenta di provocare il corteo, ovviamente protetta dalla polizia... Ma la manifestazione prosegue. La nostra rabbia non si arresta!
Il corteo passa vicino alla sede di Casapound blindata dalle camionette della polizia. Cori antifascisti e noi procediamo determinati!
17:25 Dal corteo volano uova verso il Ministero dell'Economia che sta per essere circondato; uova anche una sede dei Monte dei Paschi di Siena.
17,32: Il corteo sta proseguendo per le strade di Roma tra poco arriverà al Ministero dell'Economia!
17,34: Comincia l'assedio...
17:45 Carica della polizia davanti al Ministero dell'Economia!
17,56: I poliziotti caricano gli studenti che volevano raggiungere porta pia davanti al ministero dell'economia...
"Chiusi in ogni strada dalla polizia;
ecco la vergogna di questa falsa democrazia!
Chiusi in ogni strada dalla polizia;
ecco la vergogna di questa falsa democrazia!
"
18,10 La coda del corteo si è ricomposta con la testa, si procede oltre il Ministero dell'Economia.
18:12 La testa del corteo è ormai giunta a Porta Pia di fronte al Ministero delle Infrastrutture.
18,25: La testa del corteo è riuscito a raggiungere Porta Pia ma la celere non lascia passare e carica...! Ma noi resisteremo, la repressione non ci spaventa!
19,10: Arrivano le prime notizie: 11 fermi dopo le cariche.
TUTT* LIBER*!
19:15 Carica a freddo sull'acampada a Porta Pia. La polizia provoca ulteriormente i manifestanti che stanno organizzandosi per la notte.
19,45: Questa è la risposta dello Stato a chi ancora una volta è sceso in piazza per lottare per un futuro migliore per dire basta alle solite manovre e manovrine politiche fatte da chi sta sguazzando in questa crisi e ne sta uscendo con le tasche piene!
22,02: "obbediscono agli ordini"... Ma per quanto picchino forte, la voglia di CAMBIARE QUESTO TEMPO non va via. Una vita degna per tutti è possibile!

Il futuro non è scritto!


  discussione chiusa  condividi pdf