Aspettando la scuola
Francesco di Lorenzo - 14-09-2013
L'ex ministro Gelmini ha espresso una moderata soddisfazione per i provvedimenti che il governo Letta ha preso sulla scuola. Come se avesse ancora un senso sprecare parole senza il sostegno delle idee, oppure continuare far finta di prendersi sul serio e confondere gli altri scambiando per provvedimenti misure (misurine) di minimo o pochissimo rilievo, trattandosi tutt'al più di decisioni prese attraverso l'esercizio di un moderato buon senso.

Naturalmente, si dirà, era tutto quello che si poteva fare quando non si deve intaccare nessuno, quando non si vogliono affrontare i problemi veri, con il risultato di non sfiorare neanche di striscio la scuola, non scardinando neanche un po' il nucleo scuro del suo malessere, e senza cercare di intervenire sulla sua essenza tentando di eliminare il carico di disagio che si porta dietro. Tanto per fare un piccolo esempio, anche per quest'anno non è assicurata nessuna continuità sia per gli insegnanti di sostegno che per tutti gli altri docenti: i precari dovranno ancora soffrire, come sempre. A tal proposito è freschissima la notizia che lo stress maggiore sofferto dagli alunni, all'inizio del nuovo anno scolastico, è quello di dover affrontare un nuovo professore. E se a cambiare è il prof di matematica, lo stress aumenta. Insomma, la discontinuità perde su tutti i fronti: non è pedagogicamente corretta ed è fastidiosa emotivamente.

Per tornare al decreto sulla scuola firmato dal ministro Carrozza, le reazioni, oltre quella della ministra Gelmini, sono state tutt'altro che unanimi. I sindacati hanno visto nel decreto una inversione di tendenza dovuta al fatto che non si parla di tagli e hanno notato novità nelle linee programmatiche, dando alla fine un giudizio sostanzialmente positivo. Effettivamente non parlare di tagli e promettere per i prossimi tre anni qualche migliaio di stabilizzazioni in ruolo è poco: ma evidentemente i sindacati si sono accontentati ed hanno aperto una linea di credito. Vogliono vedere, nel decreto, cose che altri non vedono. Non le vedono, queste positività, gli insegnanti in primo luogo e tra gli insegnanti il Cip (comitato insegnanti precari), ma non le vedono (le positività) neanche gli studenti, che hanno giudicato le misure inserite nel decreto assolutamente inadeguate, fissando anche la data, l'11 ottobre, per una prima mobilitazione. Se poi si legge la notizia che il ministro Carrozza, parlando in un liceo romano, ha detto esplicitamente ai ragazzi: 'siate ribelli' e 'tocca a voi cambiare il mondo', beh, qualcosa non quadra, o comunque c'è bisogno di un grande sforzo per far quadrare le cose. Come se non bastasse, si viene a sapere poi che il ministro è contro le bocciature. E allora veramente tutto si complica, poiché nel momento in cui si può essere contenti, si è anche delusi. Insomma, un po' più di chiarezza non sarebbe una cattiva idea.

Notizie veloci.

Ci sono in circolazione, ufficialmente registrate, circa 73mila 'Educational App', cioè le applicazioni per smartphone e tablet che aiutano gli studenti di oggi a studiare e a migliorarsi. Praticamente ognuno può avere in tasca intere librerie online, veri e propri sussidiari, sterminate mappe concettuali, possibilità di collegamenti in rete, block notes e quant'altro serve a prendere appunti, studiare, memorizzare. Tutto in modo semplice e veloce, eliminando una quantità enorme di perdita di tempo. Basta sapergli dare un senso. Ma attualmente chi lo fa?

Secondo uno studio della psicologa inglese Emma Gray, ascoltare brani musicali in sottofondo mentre si studia aiuta ad immagazzinare le informazioni. Non solo, ma ogni tipo di musica è adatta per studiare meglio le diverse materie: ad esempio, se la musica pop aiuta nelle materie come inglese, arte o teatro, ascoltare musica classica favorisce lo studio della matematica. Insomma, l'effetto positivo della musica sul cervello, dai risultati della ricerca, è indubbio. Quindi: consideriamo la ricerca quando gli studenti chiedono di ascoltare musica con le cuffiette mentre scrivono in classe!

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