Chiediamo continuità, ci danno contentini!
Claudia Fanti - 11-09-2013
COMUNICATO DEI PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI SUL "DECRETO SCUOLA":

Un'elemosina a Scuola e Ricerca (400 milioni a fronte dei quasi 10 miliardi tagliati dal 2008 ad oggi), contrabbandata come riparatoria inversione di tendenza politica e accompagnata da tanta retorica sul binomio Scuola-futuro: questa la sostanza del pacchetto di misure illustrato ieri, con suggestivo e studiato sincronismo rispetto alla riapertura delle scuole, dal premier Letta e dalla ministra Carrozza.

Interventi dovuti o ineludibili sul piano etico, prima che politico, sono stati enfaticamente presentati come grandi sforzi fatti per "rimettere la Scuola al centro dell'agenda politica": è stato eliminato, infatti, il famigerato e iniquo "bonus maturità" ed è stata abrogata l'invereconda norma della Spending Review che prevedeva il transito automatico dei docenti inidonei nei ruoli degli Ata, 16.000 dei quali saranno immessi in ruolo a partire da gennaio: atti dovuti cui plaudiamo, consapevoli del fatto che senza la resistenza opposta dagli studenti e la strenua lotta dagli Ata-inidonei, tali risultati non sarebbero stati ottenuti.

Riguardo alle attese assunzioni, invece, il nuovo piano triennale predisposto dal governo prevede 69.000 assunzioni. Tolte le 27.000 cattedre destinate al sostegno, resterebbero, quindi, 14.000 cattedre curriculari attribuite annualmente (a condizione che il MEF dia parere favorevole!). Si tratta di numeri risibili: basti pensare che i contratti a t.d. stipulati ogni anno sono 116.000 e che le immissioni di quest'anno, 11.268, sono state tanto esigue da lasciare a casa, beffati, 73 vincitori su 100 dell'illegittimo concorsone-truffa non ancora concluso! Dal decreto, inoltre, è stata stralciata la vertenza "Quota 96", relativa ai numerosi docenti (6000? 9000?) che hanno maturato il diritto alla pensione ad agosto 2012, ma che la Riforma Fornero ha omesso di disciplinare, bloccando il turn-over, sicché parlare di "ripartenza" per la Scuola statale è quantomeno fantasioso.

C'è anche da aggiungere che, anche per quel che concerne il sostegno, apparentemente "privilegiato", la prospettata applicazione delle norme sui BES (bisogni educativi speciali), cui non si fa mai cenno, apre scenari preoccupanti di tagli, sicché molti dei 27.000 posti promessi potrebbero andare a docenti in esubero prontamente "riconvertiti". Contestabile anche la scelta di limitare ai soli docenti di ruolo le esenzioni e gli sgravi per l'aggiornamento.
I docenti neoassunti, infine, continueranno a percepire per almeno 10 anni lo stesso stipendio, essendo stato eliminato il primo gradone degli scatti stipendiali, e saranno penalizzati dalla mancata corresponsione delle ferie, che non verranno più monetizzate, a partire da quest'anno.

I provvedimenti presi e vantati, dunque, non risolvono il dramma del precariato eterno né garantiscono efficacia e qualità della didattica. Come Precari Uniti, riteniamo che le misure sulla scuola non possano esaurirsi in uno spot ben orchestrato e chiediamo certezze, nei tempi e nella pianificazione, circa la definitiva stabilizzazione di tutti i precari, che potrà essere attuata solo ritirando i tagli operati con la L.133/08, cancellando la Riforma Fornero, che inibisce il turn-over, rispettando i diritti degli alunni disabili, assumendo su tutti i posti disponibili e ampliando l'organico, di fatto e di diritto. Alla scuola e ai docenti serve la continuità, non un contentino!

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