breve di cronaca
Rinvio prove concorso. Codacons: 500 euro ad ogni candidato per danno esistenziale. Ministero: scelta di responsabilità
Orizzonte Scuola - 11-02-2013
Questo è il calcolo effettuato dal Codacons, che sta già raccogliendo adessioni per un'azione collettiva per "danno esistenziale". Il Movimento dei consumatori parla di "3 milioni bruciati". Adusbef: "E' lo specchio di un Paese che non sa gestire le emergenze". Dal Ministero: "Non avevamo alternativa, anche a costo di passare alla storia come il primo che ha rinviato il concorso per neve".

Monta la polemica sul rinvio delle prove scritte del concorso docenti, calendarizzate per oggi 11 febbraio e domani 12 febbraio, a date che saranno comunicate domani con apposito avviso sul sito del Miur.

Ma lo spostamento, dovuto all'emergenza neve per il Big Snow di oggi sulle regioni centro settentrionali, è stato comunicato solo sabato pomeriggio 10 febbraio, con un avviso sul sito del Ministero e una mail inviata nella notte a tutti i candidati del concorso.

Conseguenza: mezzi di trasporto prenotati e pernottamenti già prenotati (le prove si svolgono nei capoluoghi di regione) nella maggior parte dei casi sono risultati non rimborsabili. E di qui il malumore e la rabbia che investe i candidati, pronti a pensare che la causa del rinvio sia da ricercare anche nelle difficoltà organizzative emerse nei giorni precedenti.

In questa situazione intervengono le associazioni dei consumatori, pronti ad avviare iniziative collettive per il rimborso di quanto perso.

Prima fra tutte la Codacons, che ipotizza un rimborso di 500 euro a candidato per il danno esistenziale.

Interviene anche il Movimento dei Consumatori "ipotizzando che due terzi dei candidati, quindi 60mila su circa 88mila ammessi si sarebbe dovuto spostare, e immaginando un costo medio di 50 euro a persona, arriviamo a 3 milioni di euro bruciati".

Più cauti da Federconsumatori: "I costi vanno ridimensionati: il 75% dei candidati e dei commissari costretti a spostarsi avrà acquistato biglietti economici, a cifre accettabili. Chi ha scelto trasporti a prezzo pieno potrà spostare la data del viaggio".

Adusbef: "Irragionevole rinviare, questo è lo specchio di un Paese inadeguato a gestire le cosiddette emergenze".

Ma il Ministero si mostra tranquillo sulla scelta operata. Le parole che riportiamo sono state tratte da un articolo apparso su blitzquotidiano.it.

" Se il Paese è bloccato dal maltempo e la protezione civile è mobilitata - dicono per giustificare la scelta del rinvio - come si può lasciare che migliaia di concorrenti si aggirino per l'Italia sovraccaricando un sistema già esposto? ". " Il Ministro si è preoccupato - continuano - e ha agito di conseguenza, anche se questo può costargli in termini di immagine".

Per quanto riguarda il disagio per biglietti aerei e pernottamenti già prenotati dal Ministero affermano: "Dispiace umanamente il fastidio, ma è responsabilità del concorrente raggiungere il luogo del concorso. Così è per i lavoratori che devono raggiungere il posto di lavoro. E' un fastidio inevitabile".


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 Brunello Arborio    - 11-02-2013
Il ridicolo pretesto del “pericolo valanghe e alluvioni”, accampato dal Ministero per rimandare le prove scritte del concorsaccio, dissimula malamente le gravissime difficoltà in cui l’apparato si sta dibattendo in ordine all’organizzazione della procedura, in particolare nel reperire commissari d'esame per assicurare la vigilanza durante le prove e, successivamente, la correzione degli elaborati.

Abbiamo fin dall’inizio denunciato la natura propagandistica di questo concorso-truffa, nato nel segno dell’illegalità e dell’intollerabile negazione del diritto alla stabilizzazione acquisito dai docenti precari inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, i quali, peraltro, prestano servizio ormai da anni con contratti a tempo determinato, in violazione della legislazione europea contro l’iterazione abusiva dei contratti a termine.

Registriamo, oggi, in merito a questa oltraggiosa farsa, un crescendo di illegalità e dilettantismo che potrebbe creare un precedente drammatico, distruggendo per sempre la credibilità della scuola pubblica e di chi ci lavora, a partire dal fatto che la selezione risulta bandita su posti fantasma (è stato ormai reso noto che nelle diverse regioni gli “esuberi” ammontano a circa 9.000 posti, cui vanno aggiunti i mancati pensionamenti frutto della riforma Fornero e i “riconvertiti”, che sono circa 10.000), il che, assieme alle altre irregolarità e alle scandalose “sanatorie” seguite alle prime prove, rivela tutta l’arroganza del ministro, incompetente “tecnico” dei mesi
scorsi e oggi candidato in Piemonte per la coalizione di centrosinistra.

Anche l’algido professore “super partes” Monti, del resto, che dei provvedimenti del governo dell'attuale nemico Berlusconi ha creduto opportuno salvare giusto la (contro)Riforma Gelmini e che, da Presidente del Consiglio, alacremente sostenuto dal PD, ha avviato riforme "lacrime e sangue" basate sulla destrutturazione dei servizi pubblici essenziali (istruzione, sanità), ha gettato la maschera e si è candidato come leader di
quel paludoso Centro che sostiene le scuole private e confessionali, sperando di poter continuare a tutelare, magari in un Governo di coalizione con il PD, gli interessi delle caste speculative di cui è emanazione diretta.

Sono stati propinati agli aspiranti docenti quizzetti alogici oggi proscritti anche da Tullio De Mauro, il quale, in un recentissimo intervento, ha negato che i test imposti alla scuola possano determinare o preordinare lo sviluppo di un paese, portando esempi lampanti di fallimento di tale pratica valutativa. Con questo sistema sono stati selezionati i “più adatti” a sopravvivere all’insulsaggine della scuola tecno-deamicisiana di Profumo, mentre sono stati umiliati docenti di comprovata competenza; l’industria parassitaria dei ricorsi, poi, ha decretato il beffardo reintegro degli esclusi e perfino dei non abilitati, tutti ammessi, a migliaia e “con riserva”, alle prove scritte, i cui testi sono stati resi noti (e quindi messi a disposizione di “clienti”, parenti e amici di quanti dispongono delle password di sistema!) per poi essere nuovamente “secretati”, con procedura del tutto illegale.

A tutto ciò si aggiunge la defezione di massa degli aspiranti commissari, remunerati con un’elemosina per sostenere una fatica improba, e a cui non è stato neppure concesso l’esonero dalla didattica. Dovrebbero correggere circa 500 elaborati a testa, percependo 50 centesimi per ogni elaborato, e dovrebbero farlo nei ritagli di tempo, continuando a garantire il servizio! Di fronte a un simile svilimento della professionalità dei docenti, indigna e sconcerta, anche se non stupisce, il fatto che esponenti di CGIL, CISL, ANIEF, UIL E GILDA, che hanno preferito lucrare su una selezione ignobile, antimetodica e costosa piuttosto che pretenderne il blocco, si lamentino dei compensi irrisori anziché chiedere che venga cancellata questa immane vergogna.

Noi docenti in lotta ci saremmo aspettati e ci aspettiamo ancora un’inequivocabile condanna di tutta la surreale procedura, unitamente alla diffusione capillare, tramite le RSU, di inviti a non collaborare, da rivolgersi ai professori che in questi giorni vengono indebitamente sollecitati e perfino minacciati perché accettino incarichi non contemplati dal contratto, funzionali all’espletamento delle farraginose prove concorsuali. E’ autolesionistico, infatti, collaborare con un ministero intento a mortificare e ad affossare la scuola pubblica statale, per far trionfare il classismo e per neutralizzare la libertà di insegnamento. Facciamo appello, perciò, alla dignità professionale dei colleghi e dei dirigenti compulsati dal ministero, affinché boicottino questa sordida messinscena allestita in barba alla “qualità” e alla “competenza”, che favorisce solo i furbi e i disonesti.

Annunciamo, contestualmente, che continueremo la battaglia per l’annullamento del concorso, sia in sede giudiziaria, procedendo con i ricorsi già avanzati, sia nelle piazze di tutta Italia, mobilitandoci a più riprese per ottenere il ritiro di tutti i tagli sanciti dalla 133/2008, il rifinanziamento della scuola pubblica, depauperata di 8,5 miliardi di euro e il blocco immediato di qualsiasi forma di reclutamento diversa dalla prioritaria assunzione per scorrimento dalle GaE.

Rivendicheremo senza tregua, inoltre, il diritto dei docenti al rispetto della loro dignità, dei precari all’assunzione a tempo indeterminato - garanzia di continuità didattica -, degli alunni disabili ad essere seguiti da un adeguato numero di docenti di sostegno specializzati e di tutti gli studenti a ricevere una formazione seria, in classi non sovraffollate e in strutture sicure.

Il rinnovamento che la politica non è in grado di innescare non può che venire da quello storico riequilibratore sociale che è la Scuola pubblica, laica, democratica e pluralista!

Precari Uniti contro i Tagli
Coordinamento Precari Scuola Roma
Coordinamento Precari Scuola Napoli
Coordinamento Lavoratori della Scuola “3 Ottobre” Milano