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I giovani e la politica
Laura Alberico - 11-02-2013
Si avvicinano le elezioni e dalle previsioni ci si attende un largo astensionismo. I partiti politici risultano molto frammentati e i dibattiti sembrano configurare uno scenario già visto dove il "politichese" si erge a linguaggio trito e consumato, bandiera alla quale il vento non riesce più a dare la forza e il coraggio di mostrare i suoi colori. Ci saranno adulti ma soprattutto giovani indecisi, quelli che, anche se sorretti da buona volontà si vedono chiamati in causa per decidere su chi e come deve amministrare la cosa pubblica. Questi giovani pressati e confinati da un lungo e dannoso decadimento delle condizioni sociali, dalla mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro, a questi si chiede una risposta efficace, mirata e per giunta rinnovatrice. Ci sono domande e interrogativi ai quali per tanti e troppi anni non è stata data una risposta adeguata, un orizzonte verso il quale dirigere lo sguardo per imparare a credere che anche la politica è uno strumento utile e collaborativo, un potere al servizio delle esigenze sociali ed economiche della società civile. C'è uno scollamento tra il passato, il presente e il futuro che la politica non ha saputo o voluto riparare e guarire, anni di parole a cui le azioni non hanno dato il giusto senso e significato. Il voto sarà "utile" se riuscirà ad invertire la rotta, se il linguaggio politico potrà essere calato nella quotidianità e nella realtà, nel presente e nel futuro non molto lontano, allora forse il consenso non sarà una mera opportunità ma un segnale di vero cambiamento.
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