breve di cronaca
Se Profumo discrimina i bambini figli di migranti irregolari
Huffingtonpost.it - 24-01-2013
Sono settimane che tv e giornali patrocinano e diffondono informazioni sulle nuove modalità di iscrizione on line per le scuole di ogni ordine e grado. Niente di male, anzi, finalmente la pubblica amministrazione si modernizza e utilizza la rete per agevolare e velocizzare compiti e adempimenti burocratici per le famiglie già tartassate da tante scadenze.

In realtà però, queste iscrizioni online, evidenziano due problemi non irrisolvibili ma abbastanza esplicativi della "burocrazia" al tempo della Tecnocrazia e dobbiamo ringraziare il Progetto Melting Pot per aver prontamente denunciato questo fatto inviando, ieri mattina, una specifica diffida al Miur.

Il primo, è un problema puramente tecnico, il sito è infatti intasato, spesso i dati inseriti non vengono salvati, oppure vengono stravolti dopo il salvataggio. Il secondo afferisce più a quella sfera di azioni e comportamenti che chiamiamo comunemente discriminazioni. Infatti nella procedura online ci sono dei campi obbligatori che vanno compilati per poter completare la procedura, uno di questi campi obbligatori è relativo al codice fiscale.

Agli occhi dei più nulla di strano salvo il fatto che in questo modo si esclude la possibilità di iscrizione dei figli da parte di genitori privi di permesso di soggiorno poiché per il rilascio del codice fiscale, l'Agenzia delle Entrate chiede l'esibizione del visto di ingresso o del permesso di soggiorno. La mancanza del codice fiscale per i genitori stranieri privi di permesso di soggiorno risulta, quindi, un ostacolo insormontabile per procedere all'iscrizione.

Per queste ragioni Melting Pot ha indirizzato la diffida al Miur, evidenziando gli aspetti discriminatori della procedura di iscrizione online e la non conformità ad alcune leggi come: "l'articolo 38 del Testo Unico immigrazione: i minori stranieri presenti sul territorio sono soggetti all'obbligo scolastico" e ancora "l'articolo 45 del Regolamento di attuazione che chiarisce in maniera inequivocabile come i minori stranieri presenti sul territorio nazionale abbiano diritto all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani" .

Dopo un decennio caratterizzato dalle politiche dell'odio e della tautologia della paura (reclusione nei Cie, classi ghetto, introduzione del reato di clandestinità, lotta ai matrimoni per gli irregolari, ostacoli al ricongiungimento, accordo di integrazione, tassa di soggiorno), e tante anzi tantissime altre mostruosità, il governo dei tecnici mantiene un continuum con queste politiche. Come?

Attivando procedure che dovrebbero snellire e velocizzare la macchina statale ma, non a caso, dimenticano che nel nostro paese ci sono minori, figli di cittadini migranti non regolari. Bambine e bambine in carne ed ossa, che sembrano avere meno diritti dei nostri figli come quello di frequentare la scuola dell'obbligo e di esservi iscritti (quindi non discriminati) come tutti gli altri bambini italiani o migranti in regola con il titolo di soggiorno.

Questi bambini risultano imbrigliati a loro volta nella retorica dell'emergenza e quindi nella conseguente gestione delle migrazioni in termini di riproduzione della provvisorietà e della negazione dei diritti primari, come quello all'istruzione.

Una svista?! Non pare proprio.

UPDATE

"Come è noto l'iscrizione deve essere garantita a tutti gli studenti in diritto dovere di istruzione, seppur privi, all'atto dell'iscrizione, del permesso di soggiorno e quindi del codice fiscale. I genitori di questi studenti devono recarsi presso le segreterie delle scuole che provvederanno ad acquisire le domande di iscrizione".
(Dal sito del Miur, nota del 23 gennaio 2013 - Iscrizioni on line: dati terza giornata e potenziamento del sistema)


Manila Ricci

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