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Per migliaia di persone salta la pensione d'invalidità
Zeronegativo - 11-01-2013
«La notizia sembra impossibile, ma è vera. La potete leggere, con dovizia di particolari, nel sito di documentazione legislativa Handylex: in una nuova circolare, di fine anno, quella che tradizionalmente Inps dedica a riassumere in tabella le prestazioni pensionistiche per gli invalidi civili, si scopre infatti questa insidiosa e -consentitemi- vessatoria novità: da quest'anno infatti (salvo ricorsi, già in fase di stesura, da parte delle associazioni) se tra marito e moglie (di cui uno invalido civile al 100 per cento) si supera un reddito lordo (sic!) annuo di 16.127,30 euro, si perde la pensione di invalidità, pari alla splendida cifra mensile di 275,87». Così scrive Franco Bomprezzi sul blog dedicato alla disabilità InVisibili.

L'iniziativa si basa su una Sentenza della corte di Cassazione del 2011 (sezione Lavoro 25 febbraio 2011, n. 4677), peraltro di segno contrario -fa notare la Fish- ad altri pronunciamenti della stessa corte. Così a partire dal 2013 il reddito degli invalidi civili non è più calcolato su base personale, ma su quella familiare, e quindi scatta l'azzeramento. Tra l'altro la questione configura una situazione di disparità tra i diversi soggetti coinvolti, perché per gli invalidi parziali, per i non udenti e i non vedenti, il limite reddituale considerato continua a essere quello personale. Insomma un colpo davvero duro da incassare per migliaia di persone che si vedono così di punto in bianco negata l'assistenza all'invalidità.

Pietro Barbieri, presidente Fish, è categorico nel condannare il fatto: «Questa è una decisione politica che colpisce i più poveri espropriandoli di una pensione dall'importo risibile. È una decisione che provoca inaccettabili ripercussioni oltre a insostenibili disparità di trattamento. Chiediamo ai partiti in campagna elettorale di dare un segno esigendo l'immediata sospensione di questo atto contrario ad ogni regola democratica e morale». Ma i temi della campagna elettorale sembrano vertere su altre questioni ben più fruttuose in termini di voti, quali alleanze, simpatie, antipatie. Anche dalla Uildm arriva però una richiesta di presa di posizione alla politica e al governo uscente: «Non si capisce da dove questo tipo di circolare sia stata originata -ha commentato Alberto Fontana, presidente Uildm-, ne abbiamo appreso la notizia attraverso la Fish. Ma non abbiamo visto nessun atto di profilo politico. Ci auguriamo che certe scelte siano gli organi politici a prenderle. In questo modo vengono penalizzate situazioni già in crisi. Si parla di danni gravissimi. Teniamo presente che il 94 per cento dei disabili sono a carico familiare. In pratica non si azzera l'accompagnamento, ma proprio l'invalidità civile». Tirando le somme, in effetti, in tutta la questione di civile c'è ben poco, anzi proprio nulla.
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