E se parlassimo di condizioni di lavoro?
Anna Caterina Cabino - 12-11-2012
Ho inviato questa lettera a tutte le persone in indirizzo (Se i colleghi sono d'accordo lo facciano adattandola alla loro situazione):

Alla cortese attenzione della Dirigente del _____________________
Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo
All'USR ___________
Ai capigruppo dei gruppi parlamentari di Camera e Senato
Al Presidente della Provincia di ____________
Al Sig. Sindaco del Comune di ___________
LORO SEDI

La sottoscritta, __________________ docente a T.I. di __________________ presso _______________di __________________,

al fine di

• rendere manifesto il lavoro sommerso che è senz'altro pari quando non superiore alle ventiquattro ore settimanali di cui alla Legge di stabilità attualmente in discussione;
• contribuire ad adeguare la scuola pubblica italiana agli standard europei, se non dal punto di vista salariale e strutturale almeno nella condizione di lavoro dei docenti;

chiede

• di adibire a studio/ufficio personale un locale dell'edificio principale del_____________________ dotandolo di tutte le attrezzature necessarie (computer, stampante, scanner, scrivania, libreria e testi specialistici) ove poter svolgere le quotidiane attività di preparazione delle lezioni, correzione dei compiti scritti, colloquio con le famiglie e gli studenti;
• di poter usufruire di un parcheggio adeguato al pubblico servizio che svolge dalle ore 8.00 alle ore 17.30 nei giorni di normale attività e alle ore 19.00 nei giorni durante i quali si effettuano le attività funzionali, pari a 80 ore annue, programmate nel piano di lavoro annuale;
• di stipulare apposita convenzione per consentire di usufruire di buoni - pasto nei giorni feriali da utilizzare durante la pausa - pranzo, (dalle ore 13.50 alle ore 14.50) ovvero, di adibire a mensa un locale adeguato nelle vicinanze dell'edificio, recuperando spazi attualmente dismessi, destinato al personale e agli studenti impegnati nelle attività pomeridiane.

FIRMA


Naturalmente non ho ricevuto alcuna risposta.
Credo tuttavia che l'unico modo per uscire dalla palude sia, prima di tutto, far emergere il sommerso e far capire quanto finora ha "risparmiato" lo stato dimenticandosi delle condizioni reali in cui svolgiamo il nostro lavoro.

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