Ludoteca e Tendopoli a Castellino del Biferno
Maria Clementina Forte - 19-11-2002
In questi giorni sono stata al campo terremotati di Castellino del Biferno, in provincia di Campobasso, raccogliendo un appello televisivo a volontari che intrattenessero i bambini. Abito a circa 100 km, a Castelpetroso, in provincia di Isernia. Pensai bene, e fu una buona idea, di passare prima nella mia scuola a prendere un po' di materiale didattico e di cancelleria (alla partenza le cartolerie erano chiuse, così compii quest'atto abusivo; poi avrei ricomprato il materiale trafugato) . Mi presentai, con Francesco, venerdì 8 novembre in una baracca di legno dove non c'erano che pochi pastelli, non una penna, e qualche quaderno, dei banchetti, sedie e bambini da uno a quattordici anni, alcune mamme dai volti tristi e spauriti che avevano tutta l'aria di aver bisogno dell'ambiente e delle attività della ludoteca (=la baracca) più dei loro figli. Le mamme erano sedute, lo sguardo fisso al suolo, a momenti di silenzio alternavano conversazioni liberatorie tra loro sull'argomento terremoto del tipo: io ero... io sentii che... io mi trovavo... io proprio allora... E solo dopo aver abbattuto, da parte del volontario/a le barriere dell'estraneità a quel mondo e a quell'esperienza e aver innalzato una certa bandiera di condivisione del tipo: anche da noi... io, a casa mia... nella mia scuola.... la mia scuola è inagibile..., cominciavano a discorrere alquanto anche con lui/lei. Arrivammo che era buio, solo per prendere contatti. Gli unici volontari fino a quel momento giunti allo scopo. Dei ragazzi di una cooperativa di Campobasso avevano messo su da quattro giorni un punto di riferimento per i bambini anche per toglierli dal campo, dove erano di intralcio al lavoro dei volontari della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. Notai che i volontari avevano bisogno del sostegno di altri volontari da come insistevano perché ci fermassimo per la cena al tendone mensa e da come gli si aprì il cuore a sentire e vedere due insegnanti venuti per stare coi ragazzi. Con la sola nostra presenza e senza fare assolutamente niente, li avevamo già rincuorati. Ritornammo il sabato mattina e pernottammo. Portai uno scatolone di giocattoli di Anna e Laura, le mie nipotine, libri di quando erano più piccole, album da colorare. Insomma riempii i banchi per il sabato. Alla domenica già era cominciata a piovere nella baracca di legno la prima abbondanza della Provvidenza. Nel pomeriggio arrivò la 2^ colonna della Protezione Civile del Friuli che portò tanti scatoloni raccolti da alcune scuole materne dell'Emilia Romagna: di tutto per tutti i bimbi. E da allora un fiume ininterrotto di roba, dal Nord come dal Sud, e anche tanti volontari.
Vi sono ritornata l'altro ieri, nel pomeriggio mi ha raggiunto Francesco con quattro sue alunne del liceo scientifico di Agnone IS, che hanno voluto fare questa esperienza. E' toccato a me, come maestra presente al momento, accogliere il gruppo dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Marano di Napoli, venuti in pullman e con un tir in affitto carico di viveri e tanti scatoli di materiale scolastico, nonché oltre 1200 euro raccolti in due scuole per i bisogni dei bambini. Erano diretti a San Giuliano, ma evidentemente là arrivano già tanti aiuti, e la Protezione Civile che coordina i soccorsi, come mi hanno spiegato, li ha indirizzati a Castellino. E' toccato ancora a me aprire le decine di lettere dei bambini napoletani per gli amici sconosciuti di San Giuliano e vedere quali possono essere lette da quelli di Castellino per inviare un biglietto di risposta e quali vanno comunque recapitate a San Giuliano...
Ho preso a cuore questa.. non so come definirla, questa diciamo storia che mi è capitata, questa Grazia del Signore. Perché? Credo, oltre che a causa del mio naturale temperamento che mi fa essere come sono nel bene e nel male e basta, e magari faccio anche male a fare questo tipo di volontariato trascurando altri miei doveri, l'abbia presa a cuore perché io ho vissuto a scuola il momento del terremoto, soprattutto ho saputo a scuola la drammatica notizia della morte di tutti quei bambini e... potevano essere i nostri. La morte ha toccato la Scuola, la Scuola Italiana, anzi, la Scuola tutta, oltre ogni limite di tempo e di spazio... Sono morti alunni e docenti e questi sono gli stessi, animati dagli stessi affetti, dagli stessi sentimenti, dagli stessi entusiasmi o delusioni a Roma come a New York come nel Burundi, quindi la morte ha toccato anche la mia Scuola, ha toccato me e questo che faccio lo faccio perché è l'unica cosa che posso fare, che trovo abbia un senso fare per poter alzare alta, forte la mia voce contro chi è colpevole, se lo è, contro chi è stato superficiale, se lo è stato, contro chi lo è ancora, se lo è, in ogni parte del mondo, mentre è giusto, è urgente, è irrinunciabile eliminare ogni superficialità in chi è responsabile della sicurezza di un luogo che accoglie dei bambini.
Concludo questa lettera scritta di getto con le parole di Roberta di sette anni:

" Giovedì sono andata a scuola. Mentre facevo lezione è successo il terremoto. Ma è durato poco. Però ho avuto molta paura. Per fortuna oggi non ho più paura. Mi sto divertendo molto, sono felice."

Le Poste Italiane hanno attivato il Conto Corrente Postale n.36351799, denominato "Rinascita Castellino", sul quale che ne ha intenzione può accreditare offerte. Chi lo ritiene, può comunicarlo a qualche amico. Lo ringrazio molto.
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 DON FRANCESCO MARTINO    - 25-11-2002
Bellissima pagina, Maria Clementina! Bella pagina per tutti noi, per il tuo coraggio, per il tuo partire e non voltarti indietro, per il "cuore" che ha animato questa tua missione e ti ha portato a Castellino: ma sopratutto perchè, grazie a te, anche da Agnone, Villacanale e Poggio Sannita qualcuno si è mosso: Francesca, Marina, Ersilia, Irene non avrebbero potuto sperimentare la gioa del volontariato se tu non avessi, insieme con Francesco, deciso di partire. Hai fatto loro il regalo più bello, per come le sento parlare a scuola con gioia ed entusiasmo delle due esperienze vissute. Ti auguro 100 o 1000 di queste missioni del cuore, perchè così si vince l'apatia, la rassegnazione, la noia, la frustrazione : "è dando che si riceve", diceva la Preghiera Semplice di San Francesco, ed è proprio così!