breve di cronaca
Meglio una formazione tecnica che una laurea presa tanto per...
L'Unità - 02-10-2012
A «Laurearsi per laurearsi serve a poco. Se ci si laurea male si hanno competenze modeste, che portano poco lontano, meglio non inseguire il titolo per essere dottori per forza. Meglio avere una formazione tecnica spendibile. Bisogna ridare dignità al lavoro tecnico e operaio». Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, pronuncia queste parole davanti alla platea degli studenti eccellenti degli atenei torinesi, ai quali l'Unione industriale consegna il Premio Optime.

«C'è un percorso da fare - spiega Fornero - perché abbiamo svilito la formazione tecnica e professionale e indotto tutti a pensare che se uno non frequenta l'Università e fa una scuola professionale vale meno di un dottore. Non è così. Un Paese non può pensare che il lavoro operaio sia socialmente meno valido. Un percorso di studio che valorizza il merito capisce le attitudini personali e le valorizza senza appiattire tutti in una realtà di scarsa soddisfazione e scarso reddito».

Le parole di Fornero non piacciono all'Italia dei Valori. «Il ministro - osserva il presidente vicario dell'Idv, Fabio Evangelisti - ricorda tanto la Contessa della canzone di Paolo Pietrangeli nella parte in cui si diceva 'anche l'operaio vuole in figlio dottore'. È sconfortante ascoltare un ministro che svilisce in questo modo il valore della cultura e delle università».

Fornero difende anche la riforma del mercato del lavoro. «Non funziona bene per magia, ma per buone regole. E credo che la nostra riforma ne abbia. Funziona se l'economia cresce, se ci sono strumenti adeguati a fare incontrare domanda e offerta di lavoro. In alcune regioni è cosi, in altre sono da costruire. Bisogna trovare requisiti minimi perché i giovani abbiano maggiore facilità a trovare occupazione».

Ai giovani Fornero promette una nuova tipologia di contratto per favorire le start up e dare loro maggiore flessibilità. Le nuove regole, che potrebbero essere varate dal consiglio dei ministri giovedì, saranno introdotte «senza nessuna lacerazione della riforma del mercato del lavoro»

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