Precari in lotta: la battaglia è di tutti
Precari uniti contro i tagli - 05-09-2012
C'è chi torna sfinito dal presidio dei Precari Uniti Contro i Tagli al MIUR, ma la lotta non è terminata. I docenti precari non si sono dati per vinti. Per provare a bloccare il bando per l'assunzione di insegnanti, molti dei quali chiamati a rimettersi in prova per l'ennesima volta dopo anni trascorsi in cattedra, hanno lasciato altri compagni che hanno dato il cambio per la notte. La stanchezza è tanta, la pioggia ininterrotta li ha ridotti allo stremo delle forze, ma la rabbia e la voglia di lottare affinché la scuola non venga distrutta è più forte di ogni altra cosa. Per questo la loro protesta continuerà...NO PASARAN!
Per tutta la giornata, in viale Trastevere, davanti al Ministero dell'Istruzione, la manifestazione di protesta dei docenti ha chiesto un incontro col Ministro che non l'ha tenuta in alcuna considerazione. Nel corso del presidio davanti al MIUR, s'è presentato il senatore Mario Pittoni (Lega Nord), per affermare con evidenti fini elettorali il suo demagogico NO al concorso, ma ha fatto i conti senza l'oste ed è stato duramente contestato. I motivi i precari li hanno subito spiegati in un comunciato:

1) Perché artefice, in quanto parte del governo Berlusconi, degli 8 miliardi di tagli alla scuola pubblica, le cui conseguenze sono ancora in atto.
2) Perché il senatore Pittoni appoggia convintamente la politica di regionalizzazione e privatizzazione della scuola pubblica statale, concezione totalmente antitetica alle rivendicazioni dei precari della scuola.
I Precari Uniti Contro i Tagli ribadiscono la volontà di un incontro diretto con il ministro Profumo senza alcuna intermediazione politica!

La manifestazione non si è conclusa quindi, al calar di una sera d'un tratto autunnale, ma è diventata prima sit in, poi vero e proprio assedio, Inzuppati di pioggia, i colleghi resistono con tanta, tantissima determinazione. Dopo gli ombrelli colorati, dagli zainetti spuntano le tende che si alzano in segno di sfida. I manifestanti sono pronti a passare lì la notte. Il ministro rifiuta i confronto? - si sono detti i docenti - il "famoso" "maestro di strada", Rossi Doria, è del tutto latitante? E' svanita nel nulla da cui proviene la dirigente Invalsi che ora è Sottosegretaria nel sedicente governo tecnico? Bene. Noi ci accampiamo con le tende nei giardinetti davanti al Ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere e ci opponiamo come possiamo al concorsone annunciato dal ministro Profumo. Non è possibile, è stupido e disumano che laureati, abilitati e docenti in graduatoria da una vita, dopo anni trascorsi in cattedra, tra sostituzioni, incarichi e supplenze, siano costretti a rimettersi in gioco in un concorso che sceglierà 12mila docenti e proverà a scatenare l'ennesima guerra tra i poveri. La colpa di questo disastro è dei tagli, sostengono a giusta ragione, gli insegnanti e il ministro ha davanti due sole scelte dignitose: chiedere a Monti di trovare soldi per il sistema formativo o presentare le dimissioni. La pioggia non è bastata per farli desistere e su una tenda c'è uno striscione che denuncia: "Monti come Tremonti, e la scuola paga i conti".
La protesta, quindi, non solo prosegue, ma è diventata "presidio permanente" e i manifestanti, hanno deciso di riunirsi a Roma domenica, alle 9.30 in Via Galilei 57, in un'assemblea nazionale. Le idee sono chiare, come evidente è il bisogno di solidarietà: "Se vogliamo bloccare davvero il concorso la lotta deve proseguire", scrivono in una nota i Precari in lotta, "perciò invitiamo tutti a partecipare nei prossimi giorni al presidio di fronte al Miur e alle assemblee che lì si terranno a partire dalle 17, per ottenere un incontro diretto con il ministro".
Sarebbe bello se trovassero ascolto. Attorno alla loro lotta si possono unire le mille vertenze sul lavoro e sui diritti che da sole stentano a trovare spazio, visibilità e soluzioni. Contro il governo delle banche e dei padroni, la battaglia per la formazione è la battaglia di tutti.

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 da Orizzonte Scuola    - 11-09-2012
Precari uniti contro i tagli. Mobilitazione del 04 settembre

Inviato da Brunello Arborio

- I Precari Uniti contro i tagli, costituitisi come gruppo trasversale e autonomo di lotta a partire dal varo della L.133/2008, hanno indetto e organizzato il presidio odierno per respingere in modo categorico ogni ipotesi di nuovo concorso, che essi considerano e giuridicamente, politicamente e moralmente irricevibile per i seguenti motivi:

1. Viola i diritti dei docenti precari già abilitati tramite superamento di più di una procedura concorsuale, con anni di servizio alle spalle e inseriti nelle Graduatorie con la legittima aspettativa dell’assunzione

2. Oltraggia docenti deliberatamente precarizzati e sfruttati, che da anni garantiscono il buon funzionamento del sistema-scuola, dipingendoli come abusivi e usurpatori di posti che spetterebbero, secondo la propaganda ministeriale, a “giovani meritevoli”, i quali sono tuttavia paradossalmente esclusi dal bando (destinato agli abilitati e ai laureati col vecchio ordinamento)

3. Calpesta la Legge 206/2006, che prevede l’assunzione di tutti i docenti inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento e snobba le direttive europee (1999/70 CE), che obbligano ad assumere precari che abbiano stipulato almeno tre contratti di lavoro continuativi

4. Discrimina i docenti ancora inseriti nelle Graduatorie di merito e ad esaurimento sottoponendoli a nuove, umilianti e inutili prove nonostante abbiano gli stessi requisiti dei docenti che dal 2000 ad oggi sono stati immessi in ruolo senza ulteriore concorso, creando una sperequazione inaccettabile

5. Crea nuove liste “concorrenziali” di precari e azzera, de facto, le Graduatorie, prevedendo la restituzione, ai vincitori del nuovo eventuale concorso, dei posti assegnati sulla base del loro scorrimento, in virtù dell’art. 399 del Testo Unico delle disposizioni legislative sull’istruzione, (decr. 297 del 1994)

6. Riesuma una modalità di selezione obsoleta, teoricamente e felicemente archiviata, nel 2000, dalle SSIS (Scuole di Specializzazione biennale, con prova d’ingresso a numero chiusto, tirocinio formativo e prova finale avente valore concorsuale, secondo quanto stabilito dalla legge 306 del 27/10/2000), nonostante gli scandali passati e recenti legati ai “concorsoni” e i processi clientelari cui essi hanno sempre dato adito

7. Intende “testare” docenti con esperienza pluriennale adottando la formula del quiz, fallimentare sul piano pratico, come dimostrato dalla recente débacle ministeriale in occasione delle prove per i TFA e del concorso per i presidi, e del tutto inadeguata sul piano culturale e formativo, come rimarcato con autorevolezza da Luciano Canfora e da altri 26 intellettuali italiani

8. Costa 130 milioni di euro, sufficienti a stabilizzare un congruo numero di precari che hanno già ampiamente dato prova della loro professionalità, abnegazione e competenza

I Precari della Scuola si rifiutano di fare da capro espiatorio di una situazione generata da politiche volte alla precarizzazione degli operatori della scuola e attuate fin dal 1997 (vd. L. 449/97, che vincola le assunzioni del comparto scuola al parere favorevole del Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Denunciano che le vere cause del mancato svuotamento delle Graduatorie sono da individuare nei tagli selvaggi e lineari (8 miliardi in meno e 145.000 posti soppressi!), nell’indebita estensione dell’organico “di fatto”, per cui si preferisce stipulare 107.000 contratti a tempo determinato all’anno piuttosto che assumere su tutti i posti vacanti e disponibili, nella riduzione/revisione gelminiana degli orari, che ha massacrato discipline e attività “portanti” nei vari indirizzi di studio (latino, storia dell’arte, laboratori), nellaformazione delle “classi-pollaio” e nel blocco dei pensionamenti.

Non accetteranno, perciò, alcun’altra soluzione che prescinda dalla stabilizzazione di tutti i precari attualmente e meritevolmente inseriti nelle Graduatorie, dal rifinanziamento urgente della scuola e dal rispetto degli itinerari formativi e dell’esperienza maturata dai docenti precari.

Il reclutamento e la formazione dei docenti non possono essere merce di scambio elettorale o strumenti di propaganda, ma dovrebbero essere oggetto di un ampio e serio dibattito, che potrà essere avviato dopo l’immissione in ruolo dei precari e la “normalizzazione” delle politiche scolastiche.