La ripetitività degli eventi (e degli avvenimenti) legati alla nostra scuola è davvero sconcertante. Puntualmente arrivano, annunciate come assolute novità, idee riciclate se non già presenti da anni tra di noi ma che vengono imbellettate, truccate, profumate e spinte sul palco per una nuova esibizione. Di casi clamorosi ce ne sono a iosa. Tra quelli più esilaranti, si possono ricordare le inutilissime disquisizioni, di appena qualche anno fa, sulle differenze semantiche e sostanziali tra individualizzazione e personalizzazione dell'insegnamento. La cui sola conclusione era la mancanza di rispetto verso chi doveva ascoltarle, le spiegazioni. Molto più grave era la perdita di tempo e denaro da parte di funzionari e addetti ai lavori, i quali avrebbero fatto meglio ad escogitare qualcosa di più utile per gli studenti. Invece, no. Noi, sulla perdita di tempo ed affini, siamo al top e siamo bravissimi: non ci limitiamo a trovare una soluzione ad un problema, noi proponiamo possibili soluzioni a molti problemi, procrastinando il tempo di fermarci ad una sola di esse. Che poi, ne basterebbe una a sollevarci almeno il morale.
Dai rappresentanti di questo governo apprendiamo, leggendo i giornali, concetti vuoti (come uova di cioccolato? cit.) riguardo la scuola, che fanno l'effetto soporifero di un film noioso. Le espressioni e le parole sono queste: 'costruire sistemi non punitivi ma premianti', 'condivisione e innovazione', 'idea migliore di equità', 'apprendimento non più fondato sulla standardizzazione', 'riflettere sul mondo digitale e dei nuovi media', 'dare di più a chi fa di più', 'orizzonti ampi da considerare con occhi nuovi'.
Non scherziamo! Tutte queste idee (ma guarda un po'!) sono state espresse da esponenti del governo.
Al che una persona normale potrebbe chiedere: ma non le sembra, caro singolo esponente del governo (chiunque tu sia), che gli insegnanti e gli studenti, la scuola italiana tutta, si meriterebbero qualcosa in più che queste semplici enunciazioni, alcune delle quali piuttosto screditate dal tempo? Anche perché tali enunciazioni sono puntualmente smentite da fatti, dai tagli e dai taglietti ancora e sempre presenti, dalle piccole furbate come l'abolizione del 'tetto' delle tasse universitarie, con tutto quel che ne consegue, insomma da un di più che smentisce in toto l'ambaradan delle suddette 'buone intenzioni'. (La domanda naturalmente è retorica, non si attende risposta anche perché la conosciamo già).
Tutto questo mentre la Confindustria tuona che bisogna tornare a investire sull'Istruzione.
Nel tempo della confusione operante e della corsa al 'chi più ne ha, più ne metta', questa sembra ed è proprio la classica ciliegina sulla torta.