Francesco Mele - 16-11-2002 |
Vi invio una lettera che Bruno Giorgini ha mandato al direttore de L'Unità, Furio Colombo. La condivido. **Gentile Furio Colombo non: " si scrive Adriano, si legge Silvio", come ha titolato l'Unita' del 10 Novembre a pg. 11, ma: "si scrive ingiustizia, si legge Adriano". Ingiustizia che nessuna grazia potra' riparare. Sarebbe sufficiente leggersi le carte, cioe' gli atti dei processi, per rendersene conto. Fatica lunga e improba certo, ma magari non del tutto inutile per chi voglia della vicenda parlare con cognizione di causa. Dunque Berlusconi si e' pronunciato a favore della grazia per Sofri, come Bobbio tanto per dire e l'Unita', giornale bello, passabilmente libero, spesso brillante e di intransigente opposizione, vede il dito ma non la luna che il dito indica. Comincia Marco Travaglio, proseguono Pardi e Vattimo. Dicono cose diverse ma non tanto diverse. Ovvero tutti e tre spostano su Berlusconi ( e sulle sue malefatte nel campo della giustizia) l'attenzione, fino al paradosso di Vattimo che chiede a Sofri di rifiutarla se gli venisse in qualche modo per sollecitazione di questo governo ( che comunque puo' solo, tramite il Ministro della Giustizia, sottoporla all'attenzione e eventuale approvazione di Ciampi). Se capisco bene: per dimostrare di essere un buon oppositore! Cosi' la sofferenza, la devastazione delle vite, la catena di ingiustizie, fin dai colloqui nottetempo tra Marino e i carabinieri da nessuno verbalizzati, avvenuti ben prima delle accuse formali a Sofri, Bompressi e Pietrostefani, colloqui dove venne messa a punto la macchina inquisitoria, i numerosi e contraddittori processi, gli anni di carcere (sei a tutt'oggi per Sofri), il rischio di vita per Bompressi, eccetera, diventano trascurabili, anzi finiscono nel pattume, "l'intollerabile immondizia" berlusconiana di cui scrive Vattimo. E nello stesso bidone finisce l'essere di chi in galera volontariamente entro' a difesa dello stato di diritto e a testimonianza della sua innocenza, senza chiedere alcunche', tantomeno la grazia. Ma Sofri, sembra suggerire l'Unita', e' colpevole del fatto che oggi Berlusconi l'abbia prospettata...........................Sono sinceramente dispiaciuto di una tale perversione logica e ontologica, anche perche' compero e leggo l'Unita' ogni giorno; dispiaciuto e stupefatto. Mi sarebbe facile ricordare che cosi' si va a braccetto con Fini, Gasparri, Castelli e Borghezio. Pero' preferisco chiederle, e chiedermi, da dove nasce una tale aberrazione ottica e/o strabismo; e una tale mancanza di generosita' intellettuale, umana e politica, alla fin fine una tale elementare mancanza di giustizia nei confronti di Sofri e dei suoi compagni Bompressi e Pietrostefani. Non la giustizia dei giudici che si e' pronunciata in via definitiva, ma quella di ogni uomo e donna non accecato dal pregiudizio, magari sub specie di politica opposizione. Non voglio pensare che sia perche' scrive su Panorama e sul Foglio, oltreche su la Repubblica, oppure perche' ha pubblicato un libro con Mondadori, come sembra ahime' adombrare Travaglio. O perche' manifesta opinioni non condivise sulla guerra. Oppure perche' con precisione matematica, e certificata innumerevoli volte, ha disvelato le molte menzogne del testimone della corona Leonardo Marino, sulla cui parola, e solo su quella, si regge tutto il castello accusatorio. O, peggio, perche' Sofri nonostante la sentenza della magistratura, non si piega, continuando a proclamarsi innocente. Vede direttore, Adriano Sofri non ha mai distolto lo sguardo e la memoria da quel terribile, e impunito, omicidio politico che fu la defenestrazione di Pinelli; e dal verminaio di stato che di quell'omicidio fu matrice. Forse anche per questo sta ancora dentro le patrie galere. Cosi' come non ha distolto lo sguardo e la memoria dall'assedio di Sarajevo, condividendo per anni la vita quotidiana di quei cittadini quotidianamente bombardati, e raccontandoli proprio sulle pagine dell'Unita'. Direttore mi rivolgo a Lei perche' la sua, e del suo giornale, attenzione ai diritti e alle liberta' mi e' sempre sembrata non solo encomiabile, ma soprattutto autentica, cioe' svincolata da interessi di bottega e senza pregiudizi. Quindi mi pare che una vicenda umana e politica straordinaria come quella di Sofri, con una coerenza etica cosi' affilata e tesa, e nel contempo esente da ogni retorica, dovrebbe essere pane, e del migliore, per i suoi denti e per quelli dell' Unita'. E meritevole di ben altra considerazione e attenzione e approfondimento che non il tramutarla in occasione polemica contro Berlusconi (occasione polemica di cui non c'e' nemmeno un gran bisogno visto quel che il nostro combina, e se una l'azzecca non mi pare scandaloso riconoscerlo). Infine: sono da lungo tempo amico di Adriano Sofri e ho partecipato a Lotta Continua dalla sua nascita alla sua volontaria dissoluzione. Dopo ci separammo e ognuno scelse la sua strada, ma rimanemmo in molti, moltissimi, vorrei dire tutti, amici. Di una amicizia "civile", propria di chi non rinnega la sua giovinezza, i suoi stravizi rivoluzionari, e il bene e il male di cui fu costellata. Io poi rimango convinto che, se anche non avevamo sempre ragione anzi, eravamo dalla parte della ragione. Ma questo e' un altro discorso, che esula. Anche questo, sa, questa amicizia che continua, al di la' dei diversi mestieri e/o scelte politiche del dopo, ci e' stata rimproverata nella dizione e leggenda metropolitana della "lobby di LC"- un po', si parva licet, come si dice "lobby ebraica", con un misto di livore e invidia. Salutandola cordialmente.** Bruno Giorgini |