breve di cronaca
Gli IO dialogoi dell'assessore
Comitatoipc - 22-06-2012
Mostrando molta disponibilità, il 20 giugno l 'assessore alla scuola del comune di Napoli ha incontrato le insegnanti precarie comunali. "Il suo ruolo istituzionale lo prevede". Ma spesso è lo spirito col quale si approcciano gli incontri che è diversamente uguale. Quello delle insegnanti ricco di entusiasmo propositivo: c'è la speranza finalmente di un' ascolto delle istanze provenienti dal basso, una voce della Napoli che lavora sul territorio che arriva direttamente all'istituzione, educatrici e maestre comunali, precarie e non, possono lavorare con le istituzioni per migliorarsi e cambiare nel cuore la città. Tutt'altro si rivelerà lo spirito dell'assessore che, vista la numerosa platea, chiacchierando sottovoce con l' altro interlocutore presente, presta poco orecchio a ciò che dice la portavoce delle insegnanti e, arrivato il momento del suo intervento, esordisce, enfatizzando le parole con i gesti,cercando di "chiarire chi siamo voi ed Io". E così ascoltiamo gli Io Dialogoi per oltre un'ora, in cui l'assessore fa un excursus del suo notevole curriculum, una narrazione articolata in apparente difesa della scuola pubblica devastata dai tagli, dei pochi docenti di sostegno , uno spot della SUA idea di scuola e di qualità della stessa. Un predellino di tutto rispetto. Interrompere il dialogoi è improbabile e poco educato. Tra le maestre inizia a venir meno l'attenzione: qualcuna sbadiglia, altre si guardano spaesate, altre ascoltano facendo cenni. Lei continua ad argomentare. Parla ma non dice, tranquillizza ma insinua che "senza il tempo pieno negli asili nido i posti a tempo determinato si dimezzerebbero del 50%.". Abilmente fa leva sulle paure precarie. Ma, in fondo, le maestre sono persone semplici come i bambini a cui insegnano, raccontano loro favole e credono in quelle ben raccontate perché si chiudono col lieto fine. Infatti arrivano le rassicurazioni;" un bacino sulla bua" : il corposo numero degli incarichi annuali da conferire il prossimo anno scolastico- che non erano in discussione- perché sarebbe stata ottenuta la deroga al patto di stabilità dal Ministero per l'assunzione di personale T.D., altrimenti oltre la metà delle scuole comunali che si reggono in parte o interamente sul personale precario sarebbero rimaste chiuse; la riapertura degli asili nido non a norma col C. P.I. col rilascio del famigerato certificato in tempo per settembre; risponde sulle piccole questioni tra ferie da godere e presunti ordini di dirigenti- zar, riconosce il comitato "ma tratta solo con i sindacati" e accetta un ulteriore incontro per fine luglio per aggiornare sui C.P.I . "Tutti gli uffici dovranno lavorare luglio e agosto" per mettere a punto la situazione. Beati loro. Noi si scade il 30 giugno. In conclusione , un'emorragia di parole ma, in sostanza non sembrano arrivare risposte sulle questioni di carattere generale poste, che toccano più da vicino l'impianto stesso delle scuole. Quali?
Perché ridefinire il numero dei lattanti nelle sezioni? Il numero dei piccoli nati dopo il 1° settembre dell'anno precedente è arrotondato a sei o multipli di sei .Ciò, in alcune strutture potrebbe ridurre il numero degli ammessi col presunto arrotondamento per difetto. La Asl segue parametri che non consentirebbero deroghe in eccesso, considerando i Mq. a disposizione di ogni bambino per evitare sezioni- pollaio. E così decine di famiglie si vedrebbero tagliate fuori. Un possibile disservizio che si potrebbe tradurre in disagio.
Perché l'adeguamento al tetto massimo del rapporto educatore bambino da uno a dieci quando la legge regionale parla di almeno un operatore per dieci bambini? Nell'ottica di ampliamento dell'orario di funzionamento degli asili nido (dalle h. 8 alle 16) e vista la carenza cronica di personale ausiliario, non sarebbe opportuno cercare di ampliare in ogni nido (limitatamente ai vincoli di bilancio) l'organico di almeno un' educatrice in più? E se tale adeguamento alla normativa regionale si traducesse in una squallida opera di vigilanza nonostante le alte professionalità sulle quali il comune investe in termini di costosi corsi di aggiornamento e formazione? Se i bambini si feriscono, le responsabilità sono delle insegnanti. Ci si dovrà dunque limitare a sorvegliare con buona pace dei bambini, delle famiglie e dei percorsi formativi le cui linee guida la regione Campania detta in maniera così esaustiva?
Perché tanta attenzione per il target 0-3? E' solo questione di accoglienza per le famiglie o la proiezione di presunte intenzioni di una gestione integrata di servizi per l'infanzia?
Perché sottolineare la necessità di un mansionario?Non trattiamo scartoffie. Non teniamo i bambini con una mano e con l'altra sfogliamo il mansionario per vedere cosa ci spetta fare o meno. Agiamo anche se il compito non ci compete. A tutela del bambino.
Ancora:allo scadere delle graduatorie resterà in piedi il diritto di prelazione sugli incarichi del personale precario che da anni opera nel settore e mira ad una futura stabilizzazione?
"Ora ci sono questioni più urgenti, poi metteremo mano alle graduatorie. Dobbiamo aprire ai giovani". Afferma.Incalzata. Le attuali precarie dunque sarebbero, in un prossimo futuro, da rottamare? Tante le questioni che restano nel limbo, tra le maglie dei sindacati, le paure delle maestre precarie e l'incognita della scuola che verrà che tiene conto di tutto ma perde di vista il fulcro principale della questione: il bambino e il suo diritto ad una scuola di qualità.
"Un giorno le racconteremo la nostra storia"ha detto la portavoce del comitato all'assessore.
Ma, in fondo, non ce ne è il sostanziale bisogno. La Nostra storia la costruiamo giorno dopo giorno con i bambini e le loro famiglie, la traduciamo sul territorio intercettando i loro bisogni e costruendo la Nostra idea di scuola. Perché la scuola la facciamo noi, traducendo in amore e tra mille difficoltà, ciò che gli sterili dettami normativi ordinano in numeri e non in persone . Che poi in fondo chi siamo, Noi lo sappiamo. Si saprà. Declinato al futuro.


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