«In via Barzaghi non è questione di linea dura o linea morbida, ma di semplice buon senso: saranno espulsi i clandestini e basta». Pausa. «Del resto, diciamolo chiaramente: voi sareste contenti di tenere in città tutti questi zingari che vengono in casa a rubare?». La frase, pronunciata ieri dall’assessore alle Politiche sociali Tiziana Maiolo di fronte a diversi interlocutori, non ha mancato di provocare un istante di imbarazzo: ma allora la discriminante - le è stato chiesto - sono i clandestini oppure il fatto che secondo l’assessore «tutti questi zingari» rubano? «Insomma - ha continuato lei - è risaputo che gli zingari mandano i bambini a rubare nelle case: o no?». I cronisti presenti hanno insistito a loro volta: assessore, sta dicendo che «tutti gli zingari» sono ladri? Tiziana Maiolo ha tirato dritto: «Non fareste questa domanda se anche voi aveste subìto un furto in casa, come è capitato a me tanti anni fa». Il botta e risposta, in un primo momento, si è concluso così. Successivamente però l’assessore ha sentito il bisogno di tornare sull’argomento per chiarire: «Si trattava di uno scambio di battute, e riconosco di aver pronunciato una frase infelice. Io non voglio dire che tutti gli zingari siano ladri e neppure, naturalmente, che tutti i ladri siano zingari. Ma dico anche che la maggior parte della gente, quando pensa agli zingari, pensa esattamente quello che ho detto io. Il concetto che ho pronunciato, "gli zingari rubano", corrisponde alla convinzione del novanta per cento dei milanesi: cosa vogliamo fare allora? Continuare a chiudere gli occhi?».
L'assessore torna al punto di partenza: «Ripeto che quanti sono in regola con i permessi di soggiorno non hanno motivo di temere alcuna espulsione. Né ci saranno blitz a sorpresa. Ma i clandestini saranno espulsi». E il "caso per caso" di cui hanno parlato il prefetto e il presidente del tribunale dei minori? La procedura che potrebbe consentire la permanenza a chi ha minori in condizioni particolari? «Vedrete - conclude la Maiolo -: si tratterà di pochissimi casi».