9 gennaio: sciopero illuminante
Francesco Di Lorenzo - 09-01-2012
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2011-2012



L'anno nuovo, e non quello scolastico, comincerà con alcune iniziative di sciopero. Sono i piccoli sindacati come il Sisa e l'Anief (il primo: Sindacato indipendente scuola ambiente e il secondo: Associazione nazionale insegnanti e formatori) che si mettono insieme, che uniscono le loro forze, per protestare contro il dato incontrovertibile che per andare in pensione bisogna avere sempre più requisiti. Tradotto nella realtà: il momento della pensione si allontana inesorabilmente. Dopo aver pagato contributi per quarant'anni, si deve ancora lavorare, per legge. Per contrappeso e per ironia, viene in mente che qualche anno fa qualcuno aveva proposto di inserire la professione di insegnante tra quelle considerate usuranti. Domanda: siamo o non siamo il popolo degli eccessi?

Prima consideriamo i docenti alla stregua degli operai verniciatori, poi li immaginiamo come vecchietti claudicanti che si avviano mestamente al lavoro quotidiano.

Ma sul fronte degli scioperi non è finita. Per il 27 gennaio è programmata una nuova astensione dal lavoro insieme ai sindacati di base, in preparazione, questa volta anche con i confederali, di uno sciopero generale da tenersi a febbraio. Dunque, anche se siamo preoccupati, non ci abbattiamo!

La nostra sembra, ed è, una nazione da tenere sempre sotto stretto controllo. Appena ci si lascia un po' andare, si sbraca, per usare un eufemismo. Evidentemente ci siamo lasciati andare parecchio, negli ultimi anni. Tant'è che le percentuali di nostri giovani che praticano il gioco d'azzardo sono salite a cifre da record. Una ricerca, coordinata dal Cnr, ci ricorda che questa malattia (il gioco d'azzardo) coinvolge quattro italiani su dieci.

Ma la ricerca rivela anche che i giovani dai 15 ai 24 anni, una fascia considerevole di tutta la percentuale, è fatta di individui con bassa scolarizzazione. In pratica, quelli che hanno raggiunto solo il diploma di terza media.

Questo dovrebbe bastare a far cambiare idea chi pensa ad una scuola per pochi e per fortunati? Magari una scuola privata e a pagamento? Ma neanche per sogno. La colpa, siamo certi, è di chi diffonde questi dati. Di chi li pubblica e di chi commissiona queste ricerche.

O, al limite, di quelli che vorrebbero un livellamento sociale a scapito dei ricchi e dei privilegiati. Il che è tutto dire. E il non detto, diventa luminoso.
interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 C66    - 10-01-2012
La professione insegnante non è riconosciuta come usurante ma in realtà psicologicamente lo è e lo sta diventando sempre di più: il fenomeno del burnout è una delle tante realtà spiacevoli che in tutto il mondo si cerca di tenere ben nascoste ma che prima o poi esploderà come il caso dell'associazione amianto-mesotelioma.

 Francesco di Lorenzo    - 10-01-2012
Giusta la precisazione. E soprattutto condivisibile. Volevo solo mettere in risalto sia il paradosso degli eccessi italiani, sia che si parli poco e niente della condizione dei docenti. Se non fosse una battuta in qualche modo macabra, verrebbe da dire che ci vogliono 'sballati e acciaccati', ma in servizio.

 Oliver    - 18-01-2012
Molto semplicemente siamo con la "c...a" alla gola, se vogliamo lo stipendio, da qualche parte dobbiamo recuperarlo, ad esempio dilatando gli anni di lavoro, è la manovra più facile e garantisce la riuscita perchè è strutturale, prendere i soldi ai ricchi non lo è la stessa cosa purtroppo, perchè non possiamo demonizzare la ricchezza. Si spera che decidano di pagare le tasse, invito tutti a chiedere lo scontrino anche all'amico barista.