Non tutto è perduto, la maggior parte sì
Francesco Di Lorenzo - 22-10-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2011-2012



C'era stata, solo qualche mese fa, la denuncia di una associazione sullo stesso problema. Ora però Legambiente ci informa in modo preciso e dettagliato. Il patrimonio immobiliare scolastico italiano è decisamente fatiscente. Appena l'8% è stato costruito negli ultimi vent'anni, per il restante la vecchiaia è soltanto da stabilire. Nelle aule che si praticano ogni giorno il rischio è costante: una su quattro non ha impianti elettrici a norma. Le scale di sicurezza sono presenti in una scuola su due. Un terzo degli edifici scolastici non possiede il certificato di agibilità igienico-sanitaria. Il 36% delle nostre scuole avrebbe bisogno di lavori urgenti di manutenzione. Naturalmente non ci sono i soldi. La parte della questione spettante ai comuni è un discorso chiuso: con tutti i tagli subiti ultimamente, la scuola non è più una priorità. Neanche in quei comuni in cui poteva esserlo e lo era (si tratta di parecchi comuni del nord).

Che sia una questione meramente economica lo si evince dal fatto che per altre iniziative sulla sicurezza, e che non dipendono direttamente dal denaro, la scuola in qualche modo si muove. Sono, infatti, aumentati gli istituti che si impegnano periodicamente a svolgere le prove di evacuazione (praticamente quasi tutti). E parecchie istituzioni riescono a ridurre o eliminare le barriere architettoniche. Insomma, se non tutto è perduto, la maggior parte sì. O è in pericolo.

Apprendiamo, dalla bozza del decreto sviluppo (sulla cui urgenza si sta discutendo nel governo), che dall'anno prossimo le pagelle scolastiche saranno tutte on-line. È uno sviluppo e un risparmio, contemporaneamente. Il giorno dopo, però, corre voce che il ministro Gelmini abbia detto che resteranno anche le pagelle cartacee, per chi non ha il computer o non vuole svilupparsi. E si capisce così che il ministro Gelmini, nel governo, è tra quelli che non hanno fretta. Le priorità sono altre.

Ultima breve notizia. È contenuta nella Finanziaria varata a luglio. Quella da 47 miliardi, per intenderci. Dal prossimo anno dovranno sparire 1300 istituzioni scolastiche. La maggior parte delle quali al sud. 850 istituzioni scolastiche in quattro regioni Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, non ci saranno più. Non eliminate materialmente ma accorpate ad altri istituti, che dovranno contenere almeno mille alunni. Alcune regioni avevano già fatto questo tipo di razionamento, altre no. In Lombardia, ad esempio, spariranno solo 24 scuole. In Campania 285, quasi un terzo di quelle esistenti. Così tutti saranno contenti e sembrerà un'operazione fatta in nome dell'uguaglianza. Che copre falsità e idiozie.

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