Tagli, spese, bilanci
Lorenzo Picunio - 03-10-2011
La discussione sulla crisi economica di questi mesi sembra volutamente ignorare (almeno nella versione diffusa da molti giornali) almeno tre aspetti importanti, che invece sono ben presenti all'attenzione degli economisti.
Da una parte il tema della spesa pubblica può essere affrontato attraverso l'imposizione fiscale sui grandi patrimoni, quella "tassazione dei ricchi" che è stata da poco decisa negli USA da Obama. Si è dimostrato che anche con un'aliquota ancora inferiore a quella sui lavoratori dipendenti, tassare i grandi patrimoni porta a risultati fiscali importanti per i bilanci nazionali.
Altra questione è quella relativa all'evasione fiscale, che può essere combattuta intrecciando parcelle dei professionisti e tassazione dei lavoratori dipendenti (come già si fa oggi per le spese mediche ed alcune attività edilizie, ma in modo assolutamente minimo rispetto alla fiscalità generale).
Che (dati ufficiali) 130 mila euro finiscano ogni anno nelle tasche dei "furbetti" è un enorme ingiustizia verso tutti noi.
Terzo punto sono le spese militari: oggi si spendono 45 miliardi di euro all'anno per l'istruzione ed altrettanto per le forze armate. Altro che "Svuotare gli arsenali e riempire i granai", come chiedeva il Presidente Pertini. Di questi 45 miliardi, 35 non sono spesi in stipendi, caserme e mense, ma in giocattoli inutili come cacciabombardieri, portaerei ed armi offensive in genere.
Basterebbe rinunciare a questa voce per risanare il bilancio dello Stato ed evitare i tagli ala spesa sociale !

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