E' ora di finirla con gli slogan
Claudia Fanti - 27-09-2011
Non ci sono più parole per definire lo sfascio economico, morale, valoriale a cui stiamo assistendo praticamente impotenti.
Questo è un Paese nel quale riescono a campare soltanto gli ammalati di potere, delirio di onnipotenza, menzogna, i giornalisti lacchè che scrivono articoli divertenti (per loro) sulle "cazzate" del Cavaliere, mentre l'Italia per gli ultimi, per i "disgraziati" si fa dare gli alimenti base per la sopravvivenza dalla Comunità europea!
Gli unici spazi di giornalismo-documentario vengono pressati, minacciati, palesemente accerchiati. Come si può mandar giù tutto? Come si può credere che questa in cui viviamo sia un'effettiva democrazia? Che cosa è la democrazia? Ci vogliamo ripensare in modo serio?
I Napoletani (prendiamoli come esempio di tanti abitanti del meridione ma non solo!) stanno morendo di fame, di mancanza totale di lavoro; i precari gridano la loro rabbia; gli operai ingoiano contratti capestro; medici e operatori sanitari fanno turni al limite delle possibilità; le classi scolastiche scoppiano da una parte o sono vuote da un'altra, i docenti dovrebbero venir giudicati da un Ministro innominabile; la distribuzione del benessere è soltanto nelle mani di alcuni; i piccoli imprenditori che reinvestono nella loro attività sono stritolati dalle tasse; i piccoli liberi professionisti si scontrano contro una burocrazia che li paralizza; l'edilizia è bloccata; i risparmi vengono azzerati da politiche squilibrate e inique...L'elenco diventa perfino noioso...
C'è poi un richiamo costante di quasi tutti i politici dell'arco parlamentare alla riforma delle pensioni come fosse la panacea! E pensare che le casse degli enti preposti stanno bene, ma non fa niente! Negli ultimi anni validi della loro vita si vogliono letteralmente massacrare i lavoratori e le lavoratrici che hanno sperato e nascosto in sé il progetto di poter dare il loro aiuto alla famiglia, ai nipoti (che senza l'appoggio dei nonni e del loro tempo altrimenti non verrebbero neppure generati), ai "grandi" anziani, ai malati, ai disabili a cui lo Stato non pensa. Per quanto la menzogna più assurda della politica italiana sarà invocata spostando l'attenzione dalla verità della disoccupazione, della mancante redistribuzione della ricchezza, della iniquità dei privilegi di alcuni, alla ventilata riforma della previdenza?! Ma ci si rende conto che l'Italia sta andando avanti perché i vecchi sostengono in qualche modo i giovani che non entrano nel mondo del lavoro?
Perché si vuol cominciare con il tenere al lavoro schiere di persone ormai demotivate? Si pensi al blocco delle pensioni di anzianità nel pubblico impiego! Che investimento di se stesso potrà mai fare uno che sarebbe voluto uscire dal sistema? Altro che "crescita"...Ma basta! Finiamola di ripetere assurdità, una fra tutte quella che siamo giovani a lungo, quando tutti sanno bene quanto costano alla tanto invocata crescita gli acciacchi e il calo di entusiasmo in una società che nulla dà in cambio...Piuttosto si studino riforme che permettano il turnover. Non sta a noi cittadini dare ricette, eppure ci sarebbero possibili alternative (e ci sono) contestualizzate nel nostro sistema che non fa parte del freddo nord Europa, bensì del Mediterraneo: situazioni alquanto diverse sia per cultura sia per strutture a disposizione delle lavoratrici madri, degli anziani, dei bambini; diverse per tipologia dell'ambiente e del territorio.
Soltanto gli economisti di una certa parte hanno diritto di parola quando si tratta di politica e idee per la ripresa?
Gli altri specialisti dell'essere umano dove son finiti? Chi li interrogherà mai? Antropologi? Filosofi? Sociologi? Psicologi? Ecologisti? Ecc...
Niente! Tutto vien fatto all'insegna del pressapochismo, degli slogan per tener buona l'opinione pubblica, della fretta, per paragoni assurdi con la Germania, l'Inghilterra, la Francia, ecc...

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