breve di cronaca
Distruggere la scuola pubblica di manovra in manovra
Flcgil.it - 24-08-2011
In soli 12 mesi sono state emanate leggi pessime, di un governo pessimo. Antistatalismo, demagogia e populismo del governo Berlusconi per smantellare la scuola della Repubblica.

23/08/2011

Manovra correttiva 2010

Il 2 agosto 2010 diventa legge la manovra finanziaria (D.L. 78) da 25 miliardi di euro per fronteggiare la crisi dei "debiti sovrani".

Gli stipendi dei pubblici dipendenti vengono bloccati fino alla fine del 2012. Per tre anni niente aumenti, niente contratto, niente scatti di anzianità.

Dal 1 gennaio 2011 parte il "cedolino unico". Le scuole subiscono lo scippo dei fondi contrattuali. Quasi due miliardi di euro vengono spostati materialmente nelle casse del Ministero dell'economia. L'assegnazione dei fondi è quindi solo virtuale.

Molte indennità vengono cancellate di colpo. Tra queste c'è anche quella per le missioni all'estero dei docenti durante i viaggi di istruzione. Una norma ingiusta e inutilmente punitiva nei confronti di una categoria di lavoratori il cui impegno in quelle occasioni è totalizzante, tenuto conto che l'obbligo di vigilanza sui minori si snoda durante tutto l'arco della giornata. La cancellazione dell'indennità di missione all'estero insieme all'entrata in vigore del riordino sulla scuola secondaria di secondo grado fanno scattare la dura protesta di molti docenti che, fin dall'inizio dell'anno scolastico si rifiutano di programmare viaggi di istruzione all'estero. Chi beneficia di misure così assurde e incomprensibili? Non certo l'utenza che deve subire un'offerta formativa ridotta.

Ma non è finita. Vengono prese di mira le lavoratrici del pubblico impiego (tutte frustrate, secondo Brunetta) e i settori della conoscenza ad alta concentrazione di lavoro femminile sono i più penalizzati. Le dipendenti pubbliche non potranno più andare in pensione a 60 anni, come le colleghe del settore privato, ma dovranno aspettare di aver compiuto 65 anni di età. Si consuma così un'altra spaccatura tra lavoratori.

Bloccati gli scatti di anzianità. Ma la norma più ingiusta rimane quella del blocco degli scatti di anzianità che colpisce docenti e Ata. Un vero e proprio accanimento per un comparto come quello della scuola con una retribuzione media (dati Aran) di 29.000 euro lordi e senza altre forme di avanzamento di carriera. Si consuma l'ennesima ingiustizia nei confronti della scuola perché si mettono sullo stesso piano lavoratori con condizioni di partenza molto diverse. Basti un solo esempio: un collaboratore scolastico, stipendio lordo di 20.000 euro, con il taglio degli scatti ci rimette in media 750 euro l'anno, mentre un dirigente dello stato, stipendio lordo di 92 mila euro, solo 100 euro. Infatti, la manovra taglia il 5% dello stipendio a chi guadagna tra 90 e 150.000 euro all'anno e il 10% se l'importo eccede i 150.000 euro.

Il ritorno del lavoro minorile. Il 9 novembre 2010 diventa legge il "collegato al lavoro" (legge Sacconi). Continua l'opera di manomissione dei contratti pubblici. Sarà il governo, e non più la contrattazione, a rivedere le norme sui congedi, il part time, i permessi e le assenze dei dipendenti.
L'occasione è buona per introdurre norme odiose e retrograde come quella sull'apprendistato. L'obbligo scolastico si può assolvere, anziché tra i banchi di scuola, nelle fabbriche andando a lavorare a soli 15 anni. Una palese violazione della Costituzione e un abbassamento dell'obbligo scolastico fissato a 16 anni dalla legge Fioroni da assolvere nella scuola o nella formazione professionale.

Prosegue l'accanimento nei confronti dei precari ai quali vengono dati solo 60 giorni, dall'approvazione della legge, per contestare termini contrattuali ritenuti illegittimi. Un esercito di precari si vede sbarrare la strada per il riconoscimento di diritti conquistati insieme al sindacato dopo anni di lotte.

A dicembre 2010 la legge di stabilità per il 2011, completa l'opera di "risanamento", proiettando il trend negativo anche negli anni futuri, 2012 e 2013.
La legge di stabilità assegna, per il 2011, ai comparti pubblici della conoscenza circa un miliardo e al sistema privato quasi mezzo. Delle risorse disponibili per la conoscenza, più di un terzo viene quindi utilizzato per finanziare l'offerta formativa privata.
Non bisogna dimenticare che con la legge di stabilità restano confermati i tagli lineari già programmati attraverso le diverse finanziarie: ad esempio i finanziamenti della legge sull'autonomia scolastica (legge 440/97) passano dai 258 milioni di euro del 2001 a 88 milioni nel 2011.

Questa sequela incessante di tagli alla scuola impone alle famiglie di contribuire al funzionamento ordinario. Ma così si aggira il principio costituzionale per cui "L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita" (art. 34).


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