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Carte da gioco
Francesco De Napoli - 14-07-2011
E' uscito, edito dalla qualificata Casa Editrice Osanna di Venosa (Potenza), il volume di poesia "Carte da gioco" (giugno 2011, pp. 72, € 9,00) di Francesco De Napoli, l'autore lucano che, giovanissimo, già negli anni Ottanta Antonio Lotierzo e Raffaele Nigro inserirono nel loro fondamentale saggio "Poeti della Basilicata".

L'opera raccoglie i tre poemetti che, costituendo quasi una "trilogia dell'infanzia", Francesco De Napoli, a partire dal 1987, pubblicò singolarmente: "L'attesa", "La casa del porto" e "Carte da gioco" (quest'ultimo ha dato il titolo all'intera "trilogia").

In elegante veste tipografica, il libro è arricchito da una sapiente e particolareggiata Prefazione dello studioso Mario Santoro, con testimonianze critiche di Massimo Grillandi e Giorgio Bàrberi Squarotti.

A proposito della poesia di De Napoli, Grillandi individuò "una genuina tensione interiore, la necessità di recuperare con il proprio passato anche il profumo inconfondibile dei sentimenti, che lo hanno alimentato e ne costituiscono l'essenza più vera".

Bàrberi Squarotti ha sottolineato invece, insieme con lo sconforto e l'amarezza, lo stupore del poeta di fronte al proprio dramma familiare: "C'è come un'incredibilità nel raccontare personaggi e luoghi e avvenimenti, quasi che fosse enormemente difficile parlarne, spiegarli, confermarne la concretezza e la realtà, visto che il tempo è irrimediabilmente trascorso, eppure per andare avanti è necessario non perdere nulla di quello che è prima accaduto".

Mario Santoro si è soffermato sull'analisi del linguaggio e dello stile dell'autore: "La rievocazione si affida ad un linguaggio poetico che sa mantenersi chiaro, lineare, ai limiti del denotativo anche quando evidenzia connotazioni multiple. Si affida quasi ad un conversativo-meditativo nello sforzo di tenere a bada la tensione emotiva e sulla linea di una consapevole umiltà, in un discorso che tende all'orizzontalità, ossia al riflessivo, quasi un parlare poetico che potrebbe richiamare, per certi aspetti, Cesare Pavese".

(R. T.)

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