Quello che chiediamo alla politica
Lorenzo Picunio - 03-06-2011
Abbiamo una primogenitura, noi insegnanti e genitori della scuola pubblica, specialmente primaria, nella crisi del sistema di potere. Quando sembrava che tutto andasse bene, quando .. quello che tutti ci ricordiamo, noi dicevamo che si stava strozzando il maggior valore di tutti noi italiani, l'istruzione pubblica per tutti i cittadini.

Bene, oggi la politica ha modo di sdebitarsi con noi. Ai vari Pisapia, De Magistris, ecc. , ai nuovi sindaci, anche quelli che non appartengono al centrosinistra ma amano le scuole dei loro comuni, chiediamo due cose:

1. Che sostengano le richieste delle scuole in relazione agli organici. Sanno che a molte scuole sono stati concessi a parole delle classi a tempo pieno senza dare un solo insegnante in più ? Come dire, arrangiatevi con quello che avete, togliendo ad ogni classe, a tempo pieno o no, anche di 27 o 28 bambini, qualunque spazio di contemporaneità oraria fra più insegnanti (cioè laboratori o gruppi, o recuperi individuali). Altre classi a tempo pieno o a tempo prolungato sono state semplicemente negate, e dappertutto è stato tagliato il personale ausiliario.

2. Che chiedano conto alle Regioni del taglio delle neuropsichiatrie infantili, essenziali per certificare e seguire le disabilità.

La scuola è il futuro di tutta la società, se ne renda conto tutta la politica


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