La proposta criminale di Fabio Garagnani
Giuseppe Aragno - 12-05-2011
La logica, se di logica si può parlare senza coprirsi di ridicolo, è quella dello Stato autoritario o, se preferite, di una repubblica delle banane. Gli estremi spesso si toccano e Fabio Garagnani, con la sua criminale proposta, conferma la regola: "Professori politicizzati sospesi per 3 mesi".
Ognuno la prenda come vuole. Chi spera in un miracolo che non verrà, chi si trincera dietro il "delirio" di una minoranza di estremisti che forza le regole del gioco, per affidarsi ai lamenti generosi e impotenti del Capo dello Stato, si accomodi. Meglio sarebbe però dirsi le cose per quello che sono e regolarsi di conseguenza. E' ora di piantarla. Siamo stanchi di subire e non abbiamo paura.

La proposta di Fabio Garagnani è una sfida aperta a ogni idea democratica della politica, così come la concepirono non i bolscevichi di Zinoviev, ma i borghesi di Montesquieu. In quanto tale, è una sfida persa in partenza, che un politico vero non si sarebbe azzardato a lanciare. Un politico, anche il più mediocre, sa bene che l'uso e la scelta delle parole sono di per sé, ad un tempo, uno strumento ineludibile di formazione e una questione profondamente politica. Per spiegare ai suoi studenti cosa sia una moderna dittatura, un buon professore non farà certo il nome di Berlusconi; parlerà a lungo e in maniera ineccepibile di storia e diritto romano. Zola col suo "j'accuse" sarà più che sufficiente, perché una classe intenda cosa sia il razzismo. Garagnani dovrebbe saperlo e se non lo sa lo impari: lo Spilberg non poté impedire che Pellico costasse all'Austria più di una guerra perduta; i famosi, mussoliniani vent'anni in cui il cervello di Gramsci non avrebbe dovuto pensare, videro nascere le pagine di quei "quaderni" che ancora oggi inchiodano il fascismo alla colonna infame dei suoi crimini, fanno argine contro ogni tentativo autoritario e spiegano a chi voglia capirlo cosa sia stato nel nostro paese quel comunismo di cui Berlusconi ciarla e straparla.

Il pensiero non s'ingabbia. C'è, nella libertà d'insegnamento, la forza pacifica e incoercibile che invano gli ateniesi provarono a spegnere con la cicuta imposta alla suprema dignità di Socrate. Ci sono Foscolo, che umiliò col rifiuto l'arroganza asburgica, pronta comprarne l'animo libero, e morì nella miseria londinese lasciando incancellabile il suo testamento: "io professo letteratura". Non basterebbe all'illusa prepotenza di Garagnani eliminare Dante dalla scuola. Messo a tacere quel suo invito alla rivolta del pensiero - "nati non fummo a viver come bruti" - si troverebbe dinnanzi l'ironico e tagliente Catullo: Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere, / nec scire utrum sis albus an ater homo. Non m'interessa nulla di poterti piacere, Cesare, né di sapere se tu sia un uomo bianco o nero.

Il sapere è libero e la libertà è politica. Se il partito di Garagnani è autoritario e illiberale, torni a scuola e ricominci a studiare.

Uscito su il Manifesto il 17 maggio 2011
interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Stefania Flamigni    - 15-05-2011
Saremo forse in pochi a pensarla come te, ancora in meno a prendere posizioni così nette, ma difendiamo principi e valori che nessuno potrebbe cancellare senza tentare un'avventura che non ha ritorno. Continuiamo a dire i no che occorre dire e poi vedremo. Sono preoccupata, ma non pessimista e mi conforta la tenuta di "Fuoriregistro".

 Giulio Vitale    - 15-05-2011
Ma chi è questo Garagnani?
Non si può, invece, sospendere questo fascista? Qualunque carica esso ricopra è mal ricoperta.

Insegnante non politicizzato (almeno non di più del suddetto individuo)

 Oliver    - 19-05-2011
La proposta sa dell'incredibile se si pensa che "l'ideatore" della riflessione è fortemete politicizzato come pure la sua proposta, evidentemente pensa ancora di vivere nel ventennio, poveretto!!!!!
Lui può decidere e pensare facendo politica, agli insegnanti questa possibilità è negata. Probabilmente questo signore è poco capace di rispetto nei confronti di tutti coloro che presentando periodi storici malevoli sono costretti a dire la verità, se questo è fare politica siamo messi male.