La logica, se di logica si può parlare senza coprirsi di ridicolo, è quella dello Stato autoritario o, se preferite, di una repubblica delle banane. Gli estremi spesso si toccano e Fabio Garagnani, con la sua criminale proposta, conferma la regola: "
Professori politicizzati sospesi per 3 mesi".
Ognuno la prenda come vuole. Chi spera in un miracolo che non verrà, chi si trincera dietro il "
delirio" di una minoranza di estremisti che forza le regole del gioco, per affidarsi ai lamenti generosi e impotenti del Capo dello Stato, si accomodi. Meglio sarebbe però dirsi le cose per quello che sono e regolarsi di conseguenza. E' ora di piantarla. Siamo stanchi di subire e non abbiamo paura.
La proposta di Fabio Garagnani è una sfida aperta a ogni idea democratica della politica, così come la concepirono non i bolscevichi di Zinoviev, ma i borghesi di Montesquieu. In quanto tale, è una sfida persa in partenza, che un politico vero non si sarebbe azzardato a lanciare. Un politico, anche il più mediocre, sa bene che l'uso e la scelta delle parole sono di per sé, ad un tempo, uno strumento ineludibile di formazione e una questione profondamente politica. Per spiegare ai suoi studenti cosa sia una moderna dittatura, un buon professore non farà certo il nome di Berlusconi; parlerà a lungo e in maniera ineccepibile di storia e diritto romano. Zola col suo "
j'accuse" sarà più che sufficiente, perché una classe intenda cosa sia il razzismo. Garagnani dovrebbe saperlo e se non lo sa lo impari: lo Spilberg non poté impedire che Pellico costasse all'Austria più di una guerra perduta; i famosi, mussoliniani vent'anni in cui il cervello di Gramsci non avrebbe dovuto pensare, videro nascere le pagine di quei "
quaderni" che ancora oggi inchiodano il fascismo alla colonna infame dei suoi crimini, fanno argine contro ogni tentativo autoritario e spiegano a chi voglia capirlo cosa sia stato nel nostro paese quel comunismo di cui Berlusconi ciarla e straparla.
Il pensiero non s'ingabbia. C'è, nella libertà d'insegnamento, la forza pacifica e incoercibile che invano gli ateniesi provarono a spegnere con la cicuta imposta alla suprema dignità di Socrate. Ci sono Foscolo, che umiliò col rifiuto l'arroganza asburgica, pronta comprarne l'animo libero, e morì nella miseria londinese lasciando incancellabile il suo testamento: "
io professo letteratura". Non basterebbe all'illusa prepotenza di Garagnani eliminare Dante dalla scuola. Messo a tacere quel suo invito alla rivolta del pensiero - "
nati non fummo a viver come bruti" - si troverebbe dinnanzi l'ironico e tagliente Catullo:
Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere, / nec scire utrum sis albus an ater homo. Non m'interessa nulla di poterti piacere, Cesare, né di sapere se tu sia un uomo bianco o nero.
Il sapere è libero e la libertà è politica. Se il partito di Garagnani è autoritario e illiberale, torni a scuola e ricominci a studiare.
Uscito su
il Manifesto il 17 maggio 2011
Stefania Flamigni - 15-05-2011
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Saremo forse in pochi a pensarla come te, ancora in meno a prendere posizioni così nette, ma difendiamo principi e valori che nessuno potrebbe cancellare senza tentare un'avventura che non ha ritorno. Continuiamo a dire i no che occorre dire e poi vedremo. Sono preoccupata, ma non pessimista e mi conforta la tenuta di "Fuoriregistro". |
Giulio Vitale - 15-05-2011
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Ma chi è questo Garagnani?
Non si può, invece, sospendere questo fascista? Qualunque carica esso ricopra è mal ricoperta.
Insegnante non politicizzato (almeno non di più del suddetto individuo) |
Oliver - 19-05-2011
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La proposta sa dell'incredibile se si pensa che "l'ideatore" della riflessione è fortemete politicizzato come pure la sua proposta, evidentemente pensa ancora di vivere nel ventennio, poveretto!!!!!
Lui può decidere e pensare facendo politica, agli insegnanti questa possibilità è negata. Probabilmente questo signore è poco capace di rispetto nei confronti di tutti coloro che presentando periodi storici malevoli sono costretti a dire la verità, se questo è fare politica siamo messi male. |