Troppi, maledetti eppure cari
Gianfranco Pignatelli - 09-05-2011
L'etere porta spot; gli spot portano soldi; i soldi portano al potere. La matematica ce lo insegna: eliminando i fattori comuni, restano l'etere e il potere. Ma più ancora resta lui: Berlusconi. I suoi eccessi, le sue prepotenze, le sue ingerenze. L'etere è impalpabile, è immateriale, evanescente, inconsistente. Insomma, un inganno. Come le sue promesse che, diffuse nell'etere - attraverso i ripetitori, i decoder e i satelliti - sembrano reali.
Così diventa governo del fare, un governo del malaffare, del mistificare, del turlupinare, dell'ingannare. Così si promette di indennizzare l'istruzione per aver pagato, dal 2008 ad oggi, il prezzo più alto della crisi: 8,1 miliardi di euro e 160.000 occupati in meno. Questo, ovviamente, per migliorare la qualità, per raggiungere l'eccellenza che l'Europa ci chiede, per dare un futuro ai giovani e la competitività al Paese.
L'indennizzo è nero su bianco nel Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2011. Eccolo: ulteriori tagli certi per 13 miliardi e 683 milioni di euro, da realizzarsi nei prossimi tre anni. Meno male che c'è il piano triennale per immettere in ruolo 30.000 insegnanti e 37.000 ATA. Peccato che sia etereo, subordinato com'è, anno per anno, "alla compatibilità con la stabilità dei conti pubblici". Quindi, subordinato alle tornate elettorali. Quando ci sono si dà ad intendere di assumere ma in realtà si licenzia meno. Già, perché il saldo tra gli assunti e i pensionati non rimpiazzati registra un passivo variabile tra le 20.000 e le 35.000 cattedre in meno. E qui la matematica ci viene, ancora una volta, in soccorso.

I professori sono comunisti, i comunisti sono nemici, i nemici vanno eliminati. Elidendo, anche stavolta, i fattori comuni resta il seguente risultato: i professori vanno eliminati. Ma la matematica, si sa, non è un'opinione, dà risultati certi, meno che mai impalpabili, evanescenti, inconsistenti. È matematica, non è etere e non viaggia nell'etere, specie quello presidiato dai devastatori della scuola statale e dagli epurare degli odiati docenti. Nell'etere, invece, passa l'inutile idiota che pappagallescamente ripete che «spendiamo male» e di quello che spendiamo il 96% è assorbito dagli stipendi», omettendo che i costi delle strutture gravano sugli enti locali. E così, dopo il pestaggio morale e professionale dei docenti e l'invito a iscrivere gli alunni alle scuole private, viaggia un'altra falsità: la prossima manovra di aggiustamento dei conti pubblici prevista per giugno, naturalmente ad urne chiuse, sarà lacrime e sangue. Magari perché la finanza creativa aveva i conti truccati? O perché la scilipolitik, col suo stuolo di inutili sottosegretari, scarica sulla fiscalità pubblica i costi del pizzo politico al quale è sottoposta la maggioranza che non c'è? Macché, tutta colpa degli insegnanti da immettere in ruolo. Maledetti: comunisti, eppure cari.

Per la verità gli insegnanti sono i più malpagati nel nostro pubblico impiego e sono terzultimi tra i loro colleghi europei. Ma nell'etere delle verità nascoste questa non passa.

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