Il limite e la decenza
Francesco Di Lorenzo - 03-05-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Più che cercare soluzioni al problema dei precari, il ministero dell'Istruzione trova espedienti per fregarli. Ultima, in ordine di tempo, la notizia che al Miur hanno predisposto un decreto legge per aggirare la norma europea che impone l'assunzione a chi è confermato per tre anni ( sempre da precario) sullo stesso posto di lavoro. E qualche mese fa, per questo, i giudici del lavoro di Siena disposero l'assunzione immediata di un insegnante. Per evitare complicazioni e il proliferare di ricorsi, allora, ecco che il ministero escogita soluzioni furbesche, raggiri insensati, uscite inopportune. Per ora la Cgil ha protestato vivamente. Speriamo protestino tutti e subito, se non vogliamo far passare l'idea che i precari della scuola sono diversi dagli altri precari. Cioè, che sono destinati alla precarietà 'vita natural durante'.

Intanto, sui libri di testo comunisti o progressisti o di sinistra, la polemica non si placa. Il presidente Fimiani, dei Circoli dell'Ambiente (ambientalisti di destra? Un controsenso evidente!) chiede alla deputata Carlucci (la signora che ha chiesto la revisione dei libri di storia) di includere e non dimenticare nella auspicata riscrittura anche i libri di scienze. Secondo tale presidente, si deve agire "contro il monopolio culturale di una sinistra che letteralmente 'okkupa' i libri di testo e tenta di indottrinare le nuove generazioni attraverso una vera e propria comunicazione di regime di matrice sessantottina". (Si sente qualcosa di nuovo?). E che la battaglia va portata "all'informazione nelle scienze, nelle materie tecnico-tecnologiche e nella materia ambientale, facendo luce sulle grandi verità che vengono omesse, partendo proprio dalla questione energetica in questi giorni alla ribalta nazionale". (Anche qui, senza tema di smentite, c'è molto di nuovo).

In ultimo, bisogna constatare che l'attacco alla scuola pubblica portato dal premier e dal ministro Gelmini, produce gli effetti desiderati. Sempre di più, lo sbandierato buono-scuola proposto da Berlusconi, fa breccia presso le amministrazioni regionali di centro-destra. Capofila la Lombardia, dove il governatore Formigoni chiama 'dote per la libertà di scelta' i 40milioni di euro che la sua regione regala alla scuola privata. E il ritmo di incremento degli alunni che si iscrivono alle private sale del 10-15% annuo. Vanno via dalle scuole statali screditate e senza fondi, per approdare al privato (essenzialmente scuole cattoliche) che sono palesemente amate, riverite e foraggiate dal potere. Tutto ciò accade alla luce del sole, in palese dispregio delle leggi, della Costituzione, della democrazia. E della decenza.

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