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Francesco Mele - 31-03-2011
CON UN ATTO DI PREVARICAZIONE IL DS IMPEDISCE ANCORA UNA VOLTA, A UN ANNO DI DISTANZA, LA VOTAZIONE DI UNA MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL MEUCCI DI CARPI

... oggi, 29 marzo 2011, è un altro giorno triste per la democrazia nella nostra scuola



Carpi, Sala Peruzzi, interno giorno, collegio dei docenti dell'IIS Meucci di Carpi. 100 presenti.

Dopo 26 giorni dalla richiesta formale avanzata da 58 docenti per effettuare un collegio dei docenti sui test INVALSI, il DS si è deciso a far svolgere il collegio; previsto dalle 15 alle 18 e con il tema test INVALSI al punto 5 dell'odg (l'ultimo) negli ultimi 60 min come indicato nella circolare.

La formulazione dell'odg non era quella richiesta dai docenti (genericamente TEST INVALSI) ma una di sua scelta che così recitava:

Prove INVALSI: comunicazioni e discussione; delibera se inserire tali attività tra quelle da retribuire col FIS e di eventuali attività di formazione.

Arrivati in fondo al collegio, dopo 2 ore e 30 min di discussione di altri punti, alcuni dei quali importanti e che hanno richiesto più del tempo preventivato (30 min di ritardo e con la chiusura incombente all'ora prevista per le 18), si inizia a discutere con una introduzione del DS che spiega perché la somministrazione e correzione dei TEST è obbligatoria per le scuole e per i docenti, citando a suffragio delle sue affermazioni varie norme a partire dalla legge 59 (la Bassanini) fino al regolamento dell'autonomia che, a suo avviso, contemplerebbero tale obbligo. Propone anche di pagare tali attività aggiuntive con il fondo di istituto visto che fondi freschi sarebbero arrivati a seguito di una ricalcolo dell'organico di diritto che ha portato ad una correzione della somma inizialmente riconosciuta alla scuola.

Al termine della sua presentazione leggo al collegio la mozione che come assemblea dei docenti (svolta dalle 12 alle 14 sempre di oggi) avevamo deciso di proporre in votazione. Un lungo documento di 3 pagine che nella prima parte ricalca la mozione approvata qualche giorno fa dal Venturi di Modena e che ci era piaciuta molto perché entra nel merito delle ragioni che ci portano a rifiutare i test, articolando in modo decisamente ricco e condivisibile i vari argomenti. L'avevamo completata con una parte più squisitamente normativa che riassume le motivazioni e i riferimenti che concludono con l'atto di delibera che così recita:

Per tutti i motivi esposti il collegio dei docenti
delibera di non essere disponibile a svolgere alcuna attività relativa alle prove INVALSI per l'anno scolastico 2010/2011


Dopo la mia lettura segue una discussione pacata e articolata in cui numerosi docenti si esprimono sul tema, con una netta prevalenza di posizioni contrarie alla collaborazione con l'INVALSI sia per questioni di merito sia per questioni di metodo sia per motivazioni legate alla normativa citata. Una discussione davvero ricca in cui, tra gli altri, i docenti di Italiano e Matematica, ad esempio, hanno modo di spiegare al collegio, perché i test INVALSI, così come gli esempi forniti dall'INVALSI stessa consentivano di arguire, si rivelano del tutto in contrasto non solo con la programmazione delle nostre classi seconde, ma con la stessa programmazione prevista dall'obbligo scolastico (assi culturali) sulla base della quale quest'anno dovremo certificare le competenze di fine obbligo dei nostri allievi e allieve.

A questo punto il DS riprende la parola e dopo aver replicato ad alcune affermazioni sugli aspetti normativi e alle considerazioni nel merito, e pur riconoscendo molti limiti nei metodi e nel merito delle prove INVALSI, ribadisce che essi rappresentano comunque un'opportunità a cui la scuola sbaglierebbe a rinunciare perché, pur perfettibili, si tratta di test che aspettiamo dal 1997 (Legge Bassanini) e che è ora di iniziare, ci sarà poi tutto il tempo di correggere il tiro e migliorare lo strumento.

Conclude dicendo che però lui non può mettere ai voti la mozione proposta perché contiene, nella sua parte finale una deliberazione che non è di competenza del collegio a cui non è consentito di esprimere la sua "non disponibilità" a collaborare nell'esecuzione delle prove.

A questo punto si prova in tutti i modi di fargli cambiare idea proponendo una sua dissociazione da mettere a verbale o modificando in parte la parte finale della delibera ricalcando la stessa del Venturi (proposta tra l'altro dal DS di quella scuola) ma non c'è stato verso, INAMOVIBILE!!!

Ci consente solo di votare, come dimostrazione di buona volontà da parte sua, il testo iniziale senza la deliberazione finale.

Gli facciamo notare che non è nei suoi poteri di impedire ancora una volta una deliberazione del collegio e lui sostiene pervicacemente che in qualità di presidente ha invece il potere e il dovere di impedire che il collegio assuma decisioni, a suo personale e parziale giudizio, non legittime. Questa volta però, a differenza dello scorso anno, concede di chiedere un parere di merito all'USP, arrivando quindi ad immaginare di riconvocare il collegio nell'eventualità che il dirigente USP si pronunci in tal senso.

Altra possibilità che ci offre è che ciascun docente esprima individualmente la sua indisponibilità a collaborare con una sorta di chiamata nominale, allora diciamo che può andare bene anche così e che potremmo farlo per alzata di mano. Ah no, per alzata di mano non va bene, occorre firmare di proprio pugno una dichiarazione da mettere a verbale ...

Nello sconcerto più generale per questo ulteriore atto di prevaricazione nei confronti delle prerogative del collegio dei docenti ci troviamo di nuovo in una fase di stallo da cui questa volta neanche le teste di cuoio possono salvarci, e men che meno l'occupazione della presidenza ...

La frustrazione per non poter sapere quello che il collegio pensa sulla questione è davvero disarmante.

Dopo un mese di discussioni, documentazione, circolazione di informazioni e riflessioni, che hanno coinvolto l'intera scuola, viene impedita da un atto di imperio, da una prepotenza gerarchica, l'espressione del libero pensiero di docenti in merito alla carne viva della loro professione, una palese violazione, ancora una volta, della libertà di insegnamento che trova nella dimensione collegiale una delle sue articolazioni irrinunciabili e costituzionalmente garantite.

Arriviamo anche sul punto di accettare di votare senza la parte finale, pur di consentire al collegio di esprimere il proprio pensiero. A questo punto un collega fa una proposta che ci sembra meno remissiva. La mozione può essere presentata non solo da me che l'ho letta al collegio, ma da tutti i docenti che in essa si riconoscono, poi il DS può anche non metterla ai voti, per noi l'effetto è lo stesso.

Il DS si dichiara disponibile a questa soluzione e allora proponiamo di raccogliere seduta stante i nomi dei docenti disposti a presentarla, chiamandoli uno per uno dal registro delle presenze.

Eh no! Al DS non va bene neanche questo, somiglia troppo ad una votazione: cose da mani nei capelli ... altro che teste di cuoio.

Il DS pretende che ciascun docente firmi di proprio pugno la mozione presentata!!!

Disprezzo per ogni dignità umana e professionale, le forche caudine di un potere inteso e agito in modo assoluto e umiliante.

Durante la raccolta delle firme che stoicamente prende inizio, chiedo però che venga messo a verbale che io e altri docenti ci dichiariamo fin da ora NON DISPONIBILI:
- a svolgere alcuna attività relativa alle prove INVALSI
- a rinunciare alle proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle stesse.

Il documento depositato e firmato si conclude dicendo che in caso di ordine di servizio da parte della dirigenza i docenti si riservano di contestarne la legittimità con regolare atto di rimostranza. Chiedo di lasciare aperta la lista dei firmatari in modo che altri si possano aggiungere anche nei giorni successivi, ma il DS non è d'accordo (e te pareva ...) e allora chiedo che venga messo a verbale che presenterò direttamente in presidenza, nei prossimi giorni, altre firme di docenti non disponibili alla collaborazione.

"Concesso" questo il DS si affretta a chiudere il collegio col palese intento di depotenziare la raccolta di firme per la fuga dei docenti vista l'ora tarda.

Prima di andar via, però, chiediamo ai colleghi di votare intanto che termina la firma dei presentatori.

La mozione nella sua interezza ha 88 favorevoli, 4 contrari e 8 astenuti.

Le firme di presentatori raccolte alla fine saranno 66, in 22 hanno dovuto scappar via prima di poter firmare.

Essendo 100 i presenti in collegio le percentuali sono davvero cosa facile, e allora, davanti a questi numeri viene da chiedersi:

ma c'è qualcuno che potrà difendere il nostro diritto all'espressione, la nostra libertà di insegnamento?
Dovremo rivolgerci alla corte dell'AIA per essere risarciti di tali diritti inviolabili?
O qualcuno deciderà di affiancarci in questa battaglia di libertà senza dover ricorrere alla forza per far valere i nostri diritti?
Per quanto ancora dovremo sopportare le angherie di un tale potere assoluto?


L'anno scorso chiamai la polizia e per questo sono stato censurato; l'APPELLO in difesa di quella libertà che ancora ci viene negata continua a raccogliere adesioni e oggi trova nuova linfa e ragioni per un coinvolgimento di tutti coloro che hanno a cuore la difesa della libertà di insegnamento e del diritto alla libera espressione.

Resta comunque il fatto che oggi, 29 marzo 2011, è un altro giorno triste per la democrazia nella nostra scuola :-(


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