Iscrizioni e aberrazioni
Francesco Di Lorenzo - 10-03-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Ci sono meno iscrizioni nelle Università italiane. I giovani hanno perso la fiducia, ancora di più, nel nostro sistema scolastico e universitario. Confrontate a quelle degli altri paesi europei e non, le percentuali dei giovani che si laureano in Italia sono veramente ridicole. Basti sapere che negli Stati Uniti, anche in tempi di crisi come questi, le iscrizioni alle Università sono aumentate del 70%.
Perché, è stato giustamente rilevato, quei giovani investono in se stessi, si fanno trovar pronti - con competenze maggiori - per affrontare la ripresa, quando ci sarà. Da noi il disastro è già iniziato, è inutile negarlo. I messaggi una volta velati o coperti, i discorsi di chi aveva in mente di 'inculcare' che lo studio non serve, che è meglio andare a lavorare senza ulteriori perdite di tempo, da qualche anno, invece, sono il nostro pane quotidiano. I ragionamenti sull'inutilità dello studio, la cui conseguenza diretta e attuale sono i tagli all'istruzione, vengono ripetuti e ribaditi da chi sta al governo ogni santo giorno. È una cantilena insopportabile, ma che esiste, ci accompagna, è una costante.
Intanto, nessuno dice a voce alta forte chiara, che tutto ciò è una profonda mistificazione. Non far sapere che con un diploma o con una laurea c'è il doppio delle possibilità di trovare un lavoro, è una grande presa in giro a danno dei giovani.
E se pure una laurea non garantisce un lavoro subito - come una volta -, è pur vero che dopo pochi anni l'80% dei laureati ha un lavoro fisso. Ma il presente, il nostro presente, non riesce a dare fiducia nel futuro. I dati sono scoraggianti. E, bisogna dirlo, le forze sane ( quelli che si oppongono ai malsani) non hanno la capacità di farsi sentire. Qualche errore, ammettiamolo, se non proprio di comunicazione, di altro genere, ci dovrà essere.

Altra notizia. È veramente sconfortante che la questione del sovraffollamento delle classi, che è un discorso squisitamente didattico e pedagogico, debba essere risolto o quantomeno sollevato da percorsi di ordine tecnico. È stato denunciato un dirigente scolastico bolognese perché i vigili del fuoco hanno riscontrato, norme alla mano, che per motivi di sicurezza, nella classe al massimo potevano starci 25 alunni e non trenta.
Ma in tempi come questi, anche le soluzioni tecniche possono darci una mano, indirettamente, a risolvere, sollevare, portare all'attenzione, argomenti di buon senso, come il fatto che far lezione con trenta alunni in una classe, oggi, è un'aberrazione bella e buona.


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