Per la scuola della Costituzione
Francesco Mele - 08-03-2011
La Scuola Statale è il polmone di un paese, prende l'ossigeno che è nella cultura dell'umanità e con esso attiva le energie per il progresso e lo sviluppo del bene comune.
Un paese che non respira è come un sasso in balia degli elementi ... peggiori.

La Scuola Statale è anche Pubblica nel senso originario del termine, che vuol dire che è di tutti e che è per tutti, cioè appartiene a tutti i cittadini di un paese e per tutti i cittadini del paese deve rappresentare la risposta al diritto ad apprendere di cui ogni cittadino è portatore.

Tale diritto, però, va ben oltre la cittadinanza: oggi più che mai tale diritto travalica ogni ufficiale appartenenza alla civis e assume il significato molto più alto di un diritto che è di ogni essere umano. Nella società multietnica il termine Pubblica assume un connotato di universalità, che tutti comprende: da tutti prende le sue ragioni di essere e a tutti deve offrire, per assumere senso.

La Scuola Pubblica ha tra i suoi doveri quello di offrire percorsi, occasioni, stimoli per la formazione delle persone, dei cittadini, dei futuri lavoratori; deve prendersi cura dei loro apprendimenti, della loro crescita culturale nel senso più ampio, ma, soprattutto, deve aiutarci a diventare capaci di interagire in modo consapevole e responsabile con la realtà che ci circonda, capaci di dare il nostro contributo al bene comune nel migliore dei modi possibile, per la costruzione collettiva del migliore dei mondi possibile.

Interagire con la realtà intorno a noi vuol dire saperne cogliere i codici, la pluralità di messaggi che ci raggiungono dalle più diverse provenienze, vuol dire essere in grado di diventare produttori di codici e di messaggi per comunicare con tutto l'orizzonte delle opzioni di pensiero, di cultura, di visioni del mondo.

Per interagire con la realtà in modo consapevole e responsabile occorre sviluppare senso critico, che è viatico essenziale per l'autonomia di pensiero, e non c'è autonomia di pensiero se non viene garantito il confronto, equilibrato, laico e plurale, di tutte le opzioni ideali.

Quest'ultimo aspetto non è né facile né immediato, ma se c'è una speranza di avvicinarsi più possibile alla meta, questa ha la sua possibilità di realizzarsi in una Scuola che abbia in sé l'universalità delle opzioni ideali, la Scuola Pubblica appunto, che diventa così luogo privilegiato di esercizio e sviluppo di democrazia e libertà.

La Scuola Pubblica non può che essere gratuita, proprio perché inalienabile è il diritto ad apprendere e quindi ad essere; essa non può ridursi ad un servizio a domanda, da pagare in funzione del grado di soddisfazione che si vuole ottenere, perché tutti hanno diritto ad una Buona Scuola indipendentemente dalle loro capacità economiche.

Lo Stato deve garantire tutto questo al meglio, utilizzando le imposte che i cittadini versano, nella misura più funzionale ai bisogni di ciascuno e più proporzionata all'importanza strategica della Scuola per il futuro del Paese.

I Padri della Repubblica ci hanno consegnato una Costituzione che interpreta al meglio tali valori, ancora oggi, a distanza di oltre 63 anni dalla sua promulgazione.

La Scuola Pubblica Statale, la Scuola della Costituzione, è ancora oggi, e deve rimanere, garanzia di democrazia, di libertà, di futuro.

Il popolo della scuola sarà nelle piazze ogni volta che ci sarà occasione per rendere palese la determinazione nel difendere e rilanciare questi valori.

Il 12 marzo è una di queste occasioni.

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