PERCHE' NON CONTINUI IL MASSACRO DELLE POPOLAZIONI INERMI
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Continua nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo una situazione insostenibile per le popolazioni inermi. Il vuoto di potere che si crea con il ritiro degli eserciti occupanti lascia spazio alle incursioni di bande armate che intimidiscono e uccidono la popolazione, sotto gli occhi degli osservatori delle Nazioni Unite che non hanno un mandato per difendere la popolazione civile.
E' urgente garantire la sicurezza per le persone civili in questo periodo di transizione, fino a quando le istituzioni democratiche non saranno ristabilite.
Oggi esiste una possibilità reale di pace che va sostenuta.
La guerra del Congo, che ha avuto ed ha come suo motivo reale lo sfruttamento delle enormi ricchezze di questo paese, come è affermato anche dall'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, è un macigno che pesa sulle coscienze e che deve interpellare la comunità internazionale.
Ormai è intollerabile il numero delle vittime e il carico di sofferenza che pesa su questo popolo.
Per questo il Corodinamento dell'azione internazionale di pace
"Anch'io a
Kisangani" (Beati Costruttori di Pace, Break the Silence, Chiama L'Africa, Agesci, Emmaus Italia, Gavci, Pax Christi, Missionari/e: Comboniani, Dehoniani, Saveriani, Consolata, Pime) ha lanciato la proposta di inondare di messaggi. fax e-mail e lettere il Governo Italiano (Sottosegretario Alfredo Mantica, Fax 06 3613735), la Commissione Europea (Segreteria di Romano Prodi, Fax 0032 2 2990842, e-mail:
romanoprodi@cec.eu.int) e la sede italiana dell'Onu (Fax 06 6793337; e-mail:
s.dewan@onuitalia.it) il cui testo potete visionare e scaricare qui:
Coordinamento "Anch'io a Kisangani"
Beati i Costruttori di Pace, Breack the silente, Chiama l'Africa, Agesci,
Emmaus Italia, Gavci, Pax Christi, Missionari/e: Comboniani. Dehoniani,
Saveriani, Consolata, Pime
Giuseppe - 10-11-2002
|
Purtroppo il Congo non è che uno degli esempi di razzia dei popoli colonizzatori che con la scusa di portare la civiltà, si portano a casa quello che non è loro.
Quanta ipocrisia!
E poi ci lamentiamo se il terzo mondo si trasferisce da noi... |