breve di cronaca
Il prezzo che paga l´italia povera
La Repubblica - 31-10-2002


IL terrore arriva dal sottosuolo. A San Giuliano di Puglia, in Molise, una scossa di terremoto, fortissima, dell´ottavo grado della scala Mercalli si accanisce su una via del villaggio, abbatte una quinta di case fra cui una scuola: sotto le macerie una sessantina di bambini e una decina tra insegnanti e bidelli. Ieri il parroco aveva chiesto al sindaco di chiudere la scuola, ma oggi con il sindaco non si può recriminare, sua figlia è fra i bambini seppelliti.
Nei paesi della povertà tutto è più difficile anche soccorrere le vittime di un terremoto: si scava con le mani da mezzogiorno, alla luce delle fotoelettriche da quando è scesa la sera: impossibile far uso di mezzi meccanici, lo spazio seppellito dai muri e dal tetto - solo un muro perimetrale è rimasto in piedi - è stretto, si devono smuovere le macerie con la massima cautela.
Sono arrivati anche quelli con i geofoni, gli strumenti che colgono anche i rumori e le voci più deboli, i loro operatori colgono voci di bambini. Si sono salvati gli allievi usciti per festeggiare Halloween, la festa americana delle streghe. Preavvisi ce ne sono stati ma come cento altre volte. Nell´Appennino le piccole scosse sono quasi una normalità, la scossa micidiale si è concentrata in una zona molto limitata.
Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e già si discute sulle responsabilità. La scuola è stata costruita nel 1953 quando si pensava a fare edifici che stessero comunque in piedi non antisismici. Come la scuola di San Giuliano sono fatte quasi tutte le città del Mezzogiorno e quanto alla Protezione civile è di questi giorni la denuncia del professor Barberi il quale dice che l´attuale governo nella sua ossessione di cambiare tutto ciò che ha fatto il governo precedente ha messo pesantemente le mani nella organizzazione, come si è visto a Catania per la recente eruzione dell´Etna dove la confusione regna sovrana.
Siamo un paese fragile in un tempo che si annuncia calamitoso e imprevedibile. Il nostro Meridione è stato definito «uno sfascio pendulo» su frane e calanchi, occorrerebbe un controllo attentissimo e costoso, ma noi pensiamo al ponte sullo Stretto di Messina, alle opere del regime.
Questa sciagura nell´Italia povera dovrebbe richiamare alla ragione quanti si stanno accapigliando per una sciagura annunciata, il raduno del Social Forum a Firenze. Dovrebbero bastare e avanzare quelle naturali.

GIORGIO BOCCA

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Da Legambiente: cordoglio per le vittime.

"tToppe in Italia le scuole a rischio: un quarto quelle da risanare d'urgenza "



"Siamo sconvolti per le morti nella scuola di San Giuliano. Quando ad essere colpiti sono i bambini, la casualità del Terremoto si fa ancora più insopportabile". Esprime così il suo cordoglio per il dramma di S. Giuliano di Puglia Vittorio Cogliati Dezza, della Segreteria nazionale di Legambiente, e aggiunge: "Non è tempo oggi di additare colpevoli, ma non possiamo non ricordare come troppo spesso gli edifici scolastici siano insicuri e potenzialmente a rischio". Si legge infatti nell'indagine Ecosistema scuola di Legambiente – che raccoglie dati su 81 dei 103 capoluoghi di provincia – che oltre un quarto delle scuole italiane necessita di urgenti interventi di manutenzione straordinaria. "Il dato – spiega Cogliati Dezza -, preoccupante in sé, diventa assai più significativo se pensiamo che l'Italia è un territorio sottoposto a forte e diffuso rischio terremoti (il 26,5% degli istituti si trova in aree sismiche), idrogeologico e vulcanico". "La vera grande opera pubblica prioritaria per il Paese dunque è quella del sistematico risanamento degli edifici scolastici. Rivolgiamo perciò un pressante invito al governo affinché già in Finanziaria vengano stanziati fondi per queste opere!"

"Allo stato dei fatti – conclude Cogliati Dezza – ci sembra di poter sottolineare positivamente l'efficienza della macchina dei soccorsi, grazie anche all'aiuto di tanti volontari arrivati da tutto il Paese."


Edifici che necessitano d'interventi urgenti di manutenzione straordinaria ...26,07%
Scuole che sorgono in aree a rischio ambientale dichiarato Rischio idrogeologico ...2,30%
Rischio sismico ...26,49%
Rischio vulcanico... 0,00%
Rischio industriale...1,13%
Altro...0,94%


Tutte le percentuali sono sicuramente sottostimate, perché spesso i Comuni non dispongono di una mappatura completa del rischio ambientale. È sicuramente del tutto falsa la percentuale relativa al rischio vulcanico, perché è sufficiente considerare le scuole che sorgono nelle vicinanze dei nostri principali vulcani attivi per capire che c'è una totale ignoranza e sottovalutazione del pericolo.

Edifici realizzati prima del 1900 ... 4,93%
Edifici realizzati tra il 1900 e il 1940...12,58%
Edifici realizzati tra il 1940 e il 1965...27,19%
Edifici realizzati tra il 1965 e il 1990...50,94%
Edifici realizzati tra il 1990 e il 2000... 4,35%


L'anno di costruzione ci fornisce un dato esclusivamente quantitativo che non è possibile trasformare in qualitativo, perché molto dipende dal tipo di manutenzione cui l'edificio è soggetto. C'è da considerare il 17,5% degli edifici che sono stati costruiti prima del 1940 (di cui il 4,9% prima del 1900) e che attribuiscono al territorio un importante valore storico, anche se possono creare seri problemi di manutenzione.

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 Francesco Paolo Catanzaro    - 01-11-2002
Le drammatiche conseguenze del crollo della scuola di San Giuliano in Puglia, rasa al suolo, con i bambini intrappolati dalle macerie e poi vittime della violenza distruttrice del cataclisma, rimarranno incancellabili nella nostra memoria.
L’evento straziante è una “colpa” che grava come un macigno su tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di quella scuola , non adatta ad accogliere i nostri bambini e ci deve portare a sospettare che, come nell’edilizia siciliana in generale, nella costruzione non sono stati rispettati e seguiti i criteri anti- sismici, in molti casi usato materiale scadente secondo la logica del risparmio.
E la dimostrazione è che il terremoto ha mantenuto case costruite novecento anni fa, che sono rimaste in piedi, ed ha fatto sbriciolare una costruzione che aveva meno di cinquant’anni di vita , adibita ad edificio di pubblico servizio.
Forse poca attenzione si rivolge in Italia ai controlli nell’edilizia pubblica, per non dire, nessuna in quella destinata al privato.
E se questi controlli ci sono, ci chiediamo come avvengano. Bisognerebbe rivedere tutto: criteri, uomini, responsabilità.
E dire che 5 anni fa, grazie ad un programma di lavori socialmente utili, finanziato con contributi statali, un’équipe di ingegneri ed architetti era stata addestrata dagli esperti dell’Ing. per valutare il grado di resistenza degli edifici costruiti in Italia e la scuola in cemento armato, crollata su se stessa, era stata giudicata “ bassa vulnerabilità sismica”.
Ma questi studi fino a che punto sono attendibili?
Servono solo a confortarci del lavoro svolto?
E riescono a farci stare tranquilli quando poi succedono le disgrazie?
Ora, a dramma consumato, bisognerebbe verificare se ci fossero costruzioni accessorie nell’edificio, realizzate in secondo tempo, bisognerebbe ricostruire la storia della manutenzione nella scuola e vedere se tutto rientrasse nelle regole di sicurezza, se i materiali usati fossero idonei a creare un edificio scolastico e perché non si è realizzata una costruzione anti- sismica da destinare al servizio scolastico, che magari, avrebbe potuto far oscillare l’edificio e non farlo precipitare su quegli alunni ,sulle loro maestre e sul personale ATA . Tutto questo non ci conforterà; ma forse contribuirà ad allarmare la nazione per iniziare un controllo serio ed accurato, più scientifico e reale almeno nelle costruzioni destinate al servizio pubblico ed in particolare nelle scuole dove si formano le nostre nuove generazioni, i nostri figli.