breve di cronaca
Social Forum: sia una festa
Corriere della Sera - 29-10-2002
Lettera di scrittori e professori: chi sfascia le vetrine aiuta i potentati economici

L'appello degli intellettuali: «Sia una festa, i violenti sono nemici»

«I Black Bloc non fanno parte del movimento, vogliono solo screditarci»



FIRENZE - «Chi, durante il Forum sociale europeo, commetterà atti di
violenza a cose o persone sarà un nostro nemico, non un nostro alleato, e
sarà dalla parte dei grandi interessi economici. Chiunque giustifica in
qualsiasi modo la violenza non parla a nostro nome. Quanti vogliono
veramente combattere e modificare la politica delle banche non vanno a
sfasciar vetrine, ma trasferiscono i propri soldi nelle banche etiche». In
una lettera aperta «alle autorità e ai cittadini di Firenze» gli
intellettuali lanciano un appello perché il Social Forum non si trasformi in
un teatro di violenze, ma sia uno scenario di festa, dove si possa
discutere, come a Porto Alegre, i problemi del mondo, pacificamente e senza
odio. E alle «pubbliche autorità» mandano a dire di poter contare su di loro
perché Firenze sia un evento pacifico e festoso. Il documento, fatto
circolare via Internet sui computer di molti intellettuali per chiedere l'
adesione, è stato firmato da nomi celebri della cultura no global mondiale
(da Edward Goldsmith a Serge Latouche, da Vandana Shiva a Helèna Norberg) e
da intellettuali e personaggi di fama come Franco Cardini, Tiziano Terzani,
Simon Retallack, Agnès Bertrand, Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti,
Alessandro Michelucci, Michele Boato.


Nell'appello si esprime la consapevolezza delle preoccupazioni vissute a
Firenze e in Italia sulle infiltrazioni di «specialisti della violenza». Ma
si ribadisce che il forum non contiene occasioni di scontro ed è improprio
il paragone con Genova. «Non sono in programma manifestazioni contro G8,
Banca mondiale o Fondo monetario - ribadiscono gli intellettuali - ma
discussioni e approfondimenti, nella consapevolezza che questa società deve
essere cambiata pacificamente». «I responsabili principali delle violenze a
Genova, i Black Bloc - si legge nell'appello - non facevano parte del
movimento. E ancora oggi ignoriamo che cosa esattamente volessero ottenere
se non la volontà di screditare un evento che, senza di loro, avrebbe
diffuso un messaggio molto forte proprio perché totalmente pacifico».


Marco Gasperetti
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