Sul servizio idrico due bocciature e due promozioni
La Corte costituzionale ha giudicato ammissibili i referendum su nucleare, abrogazione legittimo impedimento e due quesiti sulla legge per la privatizzazione dell'acqua.
Sono dunque stati dichiarati ammissibili due referendum sull'acqua (il primo, sulle "modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica"; il secondo, sulla "determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito") e un referendum sul nucleare (circa le "nuove centrali per la produzione di energia nucleare"). Due i no della Consulta: non ammissibili i quesiti sul "servizio idrico integrato: forme di gestione e procedure di affidamento in materia di risorse idriche" e sulle "norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico".
WWF esprime soddisfazione per il sì della Corte Costituzionale ai referendum per l'abrogazione delle norme più negative sulla privatizzazione dell'acqua e sul ritorno in Italia del nucleare. Può essere considerata una prima vittoria delle ragioni dell'ambiente e degli interessi dei cittadini alla tutela dei beni comuni nella gestione della risorsa idrica e delle fonti energetiche.
"E' bene che la parola passi ora ai cittadini su materie tanto delicate perché è inconcepibile una privatizzazione selvaggia delle decisioni strategiche e gestionali sull'utilizzo di risorse non rinnovabili e preziose quali quelle idriche e pericolose ed inutili come l'energia nucleare - ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia - E' bene che la parola ora passi ai cittadini su materie tanto delicate perché è inconcepibile una privatizzazione selvaggia delle decisioni strategiche e gestionali sull'utilizzo di risorse non rinnovabili e preziose quali quelle idriche e pericolose ed inutili come l'energia nucleare. La responsabilità per questa situazione ricade interamente sul Governo per la sua ostinazione a negare ogni forma di confronto con la stragrande maggioranza degli italiani che sono contrari alla scellerata, costosa e pericolosa avventura nucleare, rendendo così inevitabile il ricorso allo strumento referendario".
A inizio estate, quindi, si voterà per decidere l'abrogazione o meno dello scudo per il premier Silvio Berlusconi (domani al vaglio della stessa Consulta per la legittimità costituzionale), della legge sulla privatizzazione dell'acqua e sul ritorno al nucleare.
NUCLEARE - La Consulta ha ammesso il referendum sul nucleare. il quesito referendario promosso dall'Idv di Di Pietro riguarda la cancellazione di circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada a nuove centrali.
ACQUA - La Corte costituzionale ha ammesso due dei quattro referendum sulla gestione dell'acqua, assieme al quesito che riguarda l'abrogazione delle norme che consentono di realizzare sul territorio nazionale impianti per la produzione di energia nucleare. Gli altri due quesiti, di cui uno dell'Idv, relativi alla gestione delle risorse idriche sono stati 'bocciati' dai giudici della Consulta. Ad essere stati rigettati, riporta l'Ansa, sono stati il quesito promosso da Di Pietro per abrogare parte del decreto Ronchi-Fitto e quello promosso dal Comitato 'Siacquapubblica' per cancellare le norme del precedente governo Prodi in materia di ambiente sulle forme di gestione e sulle procedure di affidamento delle risorse idriche.
Via libera invece della Consulta agli altri due quesiti del Comitato 'Siacquapubblica' che raccoglie giuristi quali Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti: uno per l'abrogazione delle norme del decreto Ronchi-Fitto sulle modalità di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica, l'altro per la cancellazione delle norme del governo Prodi riguardanti al determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito.